Magazine Diario personale

Serendipity

Creato il 19 settembre 2012 da Povna @povna

Metti un lunedì sera di ordinario cazzeggio. L’estate si attarda, la luce fa finta di non calare troppo presto, il tempo è bello – ed è quello di una birretta in centro con l’Amica Vicina. All’ordine del giorno ci sono i consueti aggiornamenti: le foto del viaggio a Lisbona, quelle della Neverland di settembre, l’inizio della scuola (per entrambe) e i primi aneddoti (rispettivamente: la storia della Kamčatka per la ‘povna e un collega parecchio, ma parecchio rompipalle, con cui ha pure la sfortuna di condividere il consiglio di classe, per l’Amica Vicina).
Krypton, un comune conoscente, le raggiunge: la conversazione si fa cursoria e ampia. Il progetto – nonostante la proposta senza seguito di Krypton – è quella di berne un altro, e poi tornare a casa.
“Guarda che buffo tipo, laggiù, che parla con gli sbirri” – indica l’Amica Vicina con voce da intrattenimento.
La ‘povna alza il viso, allunga gli occhi. E fa in tempo a riconoscere nel “buffo tipo” il suo proprio zio d’America (che è anche premio Nobel, incidentalmente), piombato dalla sua casa nella East Coast più profonda nella piazza del mercato della piccola città.
“Ma quello è mio zio, l’Ozio” – esclama con autentica sorpresa, sussultando – “scusate, bisogna che vada a salutarlo!”.
Comincia così una delle serate più comiche dell’anno.
“Nipote, che piacere!” – commenta con autorevolezza l’Ozio. E poi si rivolge agli sbirri: “Allora, grazie, è tutto a posto, non ho più bisogno delle indicazioni per arrivare alla pizzeria Cantuccio. C’è mia nipote che mi può aiutare”.
La nipote è un po’ stranita, ovvio. Ma inizia a trovare il tutto molto, molto divertente.
“Ti ci porto volentieri, zio. Ma fermati un momento: sono qui con due miei amici in piazza, ci si fa un bicchiere”.
“Volentieri”. L’Ozio si accomoda. La ‘povna gli fa arrivare un vino bianco freddo. E quello parte, come se niente fosse, a parlare di teoremi e di numeri. E l’induzione, e Rorty, e questo, e quello. E il concetto di verità tra filosofia e scienza. L’Amica Vicina si diverte anche lei come una pazza. Krypton, che è molto meno dentro, sfodera comunque il suo animo Verdurin da collezionista di celebrità in catalogo. Contro ogni probabilità statistica, la serata è un successone.
Nel mezzo, le coincidenze si moltiplicano. Si parla del futuro. E la ‘povna racconta all’Ozio di Corto Maltese, che vuole fare Lettere. In quel momento – bee-beep – il telefono la richiama all’ordine. Il messaggio – “Prof., va bene se ci vediamo in mattinata, giovedì, arrivo da Castagnone per iscrivermi” – ovviamente è di Corto Maltese. Il giochino si ripete poco dopo anche per GioiaPrima (la mamma dell’Amico Vicino, assente dalla bella compagnia perché impegnato a Ginevra in lavori bosonistici): l’Amica Vicina, che sa quanto le potrebbe far piacere partecipare a quell’incontro, non fa in tempo a chiamarla – il messaggio di GioiaPrima infatti l’anticipa sul tempo. Con tanti saluti dello sceneggiatore.
L’Ozio è in grande forma: racconta della sua collaborazione con l’F.B.I., e di quella volta che fu contattato dalla C.I.A. per il controspionaggio. E poi un altro bicchiere, alè, si brinda. Nel mezzo si scoprono anche ulteriori coincidenze prevedibili (perché, in un clima del genere, fa davvero meraviglia arrivare alla consapevolezza che nel palazzo dove si trova l’attuale appartamento della ‘povna hanno abitato e GioiaPrima, ai tempi degli studi universitari, negli anni Settanta, e anche lo stesso Ozio, sposo novello, negli anni successivi?).
La serata finisce con la promessa di ritrovarsi venerdì con gli Amici Vicini, i loro zii e GioiaPrima, per una cenetta. La ‘povna saluta tutti, e viene rapita dall’Ozio per l’annunciata pizza. L’Amica Vicina sente Corto Maltese sul canale telematico (perché di giovedì la ‘povna è a scuola, e non ci potrà essere – e dunque glielo affida fino all’ora di pranzo). Lo sceneggiatore, soddisfatto, sorride sotto i baffi.
La ‘povna lo imita. E, come da definizione, si inchina.


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