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Servizio Pubblico Kazzenger: come Bearzot, come il mitico “presidente” di Venditti, il misterioso “signore della Piazza del Palio” santoriano fuma la pipa. E pensa solo agli operai… sotto la pioggia (gli operai… non lui!).

Creato il 02 febbraio 2013 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

spmaniintascadi Rina Brundu. “Ma chi è quel signore un po’ triste nella Piazza del Palio che se ne sta immobile, sotto la pioggia, con il suo impermeabile un po’ inzuppato?” Così si interrogava un criptico Michele Santoro durante l’ultima puntata del suo Servizio Pubblico. Puntata titolata “Le mani in tasca” e che volendo si potrebbe pure riassumere con la sola riproposizione di questo ermetico dilemma. Meglio ancora, che potrebbe passare ai posteri sempre e soltanto in virtù di questo incipit fenomenale. Senz’altro uno dei più ispirati del noto anchorman, giornalista politico italiano.

Ma chi cacchio è questo signore? Ho continuato a domandarmi per tutto il tempo, in un crescendo di tensione e di mistero. Mancava solo un servizio sul chupacabra, uno sulle rane che piovono dal cielo, e la conferma, da parte dell’imperscrutabile dottor Zahi Hawass, della scoperta della “Hall of Records”, profetizzata da Cayce, in una camera sotterranea collocata sotto la zampa sinistra (sarà un caso?), della Sfinge, e in quei dieci minuti di concentrata prolusione pareva quasi di essere a Kazz… pardon, in un’altra emozionante puntata del Voyager del dottor Giacobbo.

Allora ho tentato di fare mente locale. Sapevo che si trattava di un signore con l’impermeabile e che amava stare sotto la pioggia. Se uno più uno fa due – anche se Santoro non lo ha specificato – probabilmente questo “signore” fuma la pipa: quel vizio sarebbe, insomma, consequentia rerum! Eureka: è il grande Bearzot, ho pensato. Purtroppo però il mitico Dino è andato mentre gli scandali politico-finanziari italici tipo MPS sono rimasti tutti e vengono serviti a giorni alterni e con ammirevole maestria al signor Rossi rassegnato! Dato che Santoro ha pure precisato che di uomo-politico si trattava, o meglio di uomo-politico “preoccupato” (la qual cosa, occorre dirlo, non è faccenda di tutti i giorni!), non potevo comunque ignorare l’importante indizio: cribbio, occorreva ricominciare da capo!

A quel punto, lo confesso, un dato scoraggiamento mi ha persino portato a pensare che il noto conduttore si stesse facendo gioco del suo pubblico. L’ho pensato quando ha sentenziato che adesso non è più il tempo dei Craxi e dei Forlani, che non sono i capi partito a governare le banche ma che sono le banche ad “infiltrare” i loro uomini di riferimento nei partiti. Sarebbe insomma il tempo delle “lobby”, come a dire che il tempo di Licio Gelli e della P2 era solo una sorta di prova generale. Un divertissement per spiriti goliardici appassionati di strategie geo-politiche. Et varie ed eventuali.

Che il punto non era neppure tanto importante! Importante era il fatto che l’enigma della Sfinge proposto (non capisco perché da qualunque parte rigiri questa frittata, non riesca a toglierle di dosso quell’inconfondibile sapore-kazzenger!), era rimasto irrisolto. Come tutte le epifanie anche la mia mi è infine giunta in un momento di insperata illuminazione: e se questo oscuro “signore” santoriano fosse – ho speculato – il mitico “presidente” cantato da Antonello Venditti in “Sotto la pioggia”. Sì, quello lì, quello che “dietro i vetri un po’ appannati fuma la pipa” e…  “pensa solo agli operai”.

Pensa solo agli operai? Ahime, a mio modo sapevo di avere sbagliato la risposta un’altra volta ancora: allora  ho spento… Internet. Questo non vuol dire che chi sa, chi avesse indovinato e/o sbrogliato l’inghippo, non debba parlare. Anzi, scriva!

Featured image, screenshot tratto dal sito http://www.serviziopubblico.it

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