Magazine Ecologia e Ambiente

Sfatiamo un po’ di luoghi comuni…

Creato il 03 novembre 2010 da Lorenzo_gigliotto

Vorrei commentare alcune notizie che ho raccolto durante questo fine settimana ‘lungo’. La prima fonte (‘La Voce di Romagna’) riguarda il recente disastro ambientale occorso nel Golfo del Messico, con ingentissima (e purtroppo non esagero) fuoriuscita di greggio, il cui devastante impatto ambientale potrà essere realmente misurato e quantificato solo nel lungo corso del tempo. Una cosa è certa: flora e fauna del luogo ne escono devastate. Il nocciolo della questione è che questo tipo di incidenti, che riguardino piattaforme petrolifere, navi cargo oppure oleodotti, è piuttosto frequente, anche se difficilmente la ‘criticità’ (chiamiamola) di rado si manifesta in simili proporzioni. Il petrolio è una fonte energetica di primaria rilevanza: il mondo dipende grandemente dall’oro nero. E nonostante se ne preveda una graduale riduzione, è difficile dire che potremo liberarcene tanto presto. Demonizzare è facile, viste le circostanze. Così com’è facile dire ‘ve l’avevo detto che il petrolio non è sicuro’, e altre cose simili. Purtroppo però non si può negare che puntare sul petrolio presenti inconvenienti e rischi di questo tipo; lo stesso non si può dire di altre fonti: il nucleare per esempio in 50 anni non ha registrato più di 2 incidenti gravi (Chernobyl, errore umano; e Three Mile Island, guasto assai difficilmente replicabile e senza vittime). Questo per via delle strumentazioni di controllo, della quantità di livelli di sicurezza (alcuni quasi ridondanti) e soprattutto del regime di controllo su questa tecnologia (è da decenni la più vigilata, ecco perché il livello dei sistemi di sicurezza va oltre il necessario). Naturalmente anche le fonti rinnovabili (per cui stravedo, lo sapete) hanno scarsissime possibilità di inquinare l’ambiente, se non ne se considerano i sottoprodotti e lo smaltimento. E qui entrano in gioco la seconda e la terza notizia: su ‘La Stampa’ si sostiene l’inopportunità di costruire nuove centrali nucleari citando una serie di cifre che vi riporto. Si dice che le 4 vecchie centrali italiane (Caorso, Trino, Garigliano e Latina) avrebbero prodotto durante la loro attività solo “93 miliardi di chilowattora, pari a solo 93 giorni dei consumi del nostro Paese”, lasciando “nel nostro Paese elementi di combustibile irraggiati e rifiuti radioattivi di cui nessuno sa quando e come riusciremo a liberarci”. Da quanto mi risulta però, le scorie prodotte sono state in gran parte esportate (in Inghilterra per lo più) e riprocessate. Le scorie più irraggiate sono partite di recente, fra l’altro. Questo però non lo leggo nell’articolo.. perché? Ad ogni modo, è bene che tutti sappiano che le nuove centrali produrrebbero molte meno scorie, in gran parte smaltibili già qui da noi e di cui solo una minima quantità ad alto potenziale sarebbe da ‘stoccare’ in sicurezza (le scorie stoccate a norma non presentano pericoli: si potrebbe anche fare un pic-nic sopra un container opportunamente sigillato. Non lo sapevo: quando ho visto le foto non potevo crederci; ma è così. Quelle foto si possono trovare, cercatele e vedrete..). Infine, vi cito il comunicato stampa di un’iniziativa da tenersi il 6 e 7 novembre e intitolato ‘100 Piazze per il clima – In marcia per le energie pulite e sicure’. Testualmente “Una grande mobilitazione promossa dalle principali organizzazioni ambientaliste e da un vasto schieramento di forze sociali e produttive, per ribadire che il futuro è nell’efficienza energetica e nelle fonti rinnovabili, che coincide simbolicamente con il ventitreesimo anniversario della vittoria referendaria contro il nucleare”. In genere approvo le iniziative ambientaliste, quando non sono sbagliate nel merito. È questo il caso: magari il futuro fosse nell’efficienza energetica e nelle rinnovabili! Purtroppo queste proposte, che pure condivido, sono parte della soluzione: da sole non bastano. Non al loro attuale livello di sviluppo, l’ho detto e ridetto. La mobilitazione inizierà poi in coincidenza con il referendum del 1987! Che facciamo, festeggiamo un colossale errore strategico che ancora stiamo pagando?? Inoltre, cito sempre testualmente “i cittadini potranno firmare il progetto di legge d’iniziativa popolare ‘Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima’, firme che saranno consegnate in Parlamento prima delle festività natalizie. Riceveranno, inoltre, informazioni sulle nuove tecnologie verdi”. Un’ottima idea senza dubbio, ma non la si può e non la si deve pensare come condizione per escludere il nucleare. Vi spiego perché: le rinnovabili che tanto mi affascinano purtroppo non sono immuni da difetti. Non si parla mai, a ben vedere, dell’inquinamento prodotto dalla costruzione e dallo smaltimento dei pannelli fotovoltaici; né di cosa comporta costruire un impianto eolico, per esempio. Questo non significa che non siano buone fonti, anzi; significa però che non si può parlare solo delle scorie del nucleare.. non vi pare? Si dovrebbe parlare di tutte le scorie. E allora, se tutte le fonti producono scorie di un qualche tipo, perché non includere la tecnologia che ha minori emissioni? Quali fonti garantiscono energia con emissioni minime? Verificatelo, se volete. Io posso dirvi che il nucleare non emette CO2, vale a dire la prima causa dichiarata del surriscaldamento globale. Proprio quel fenomeno di cui parla lo stesso comunicato stampa sulle ‘100 Piazze per il clima’.. dove si chiedono fonti pulite, rinnovabili.. per ottenere le emissioni zero. Senza però includere la più grande e produttiva fonte ad emissioni zero. È strano, vero?



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