Sfogliando un vecchio diario...

Mentre facevo il cambio di stagione ho ripreso in mano una scatola arancione nascosta sotto una montagna di panni, in quella scatola ci sono tutti i miei diari segreti, segreti almeno nelle intenzioni, in realtà sospetto che qualcuno sia arrivato a sbirciarli di tanto in tanto, però non ho mai raccolto prove sufficienti del fattaccio.
Mentre smistavo pantaloni rovinati e magliette rimaste corte mi sono trovata in mano il diario del 2006, il diario di cinque anni fa. Avevo 15 anni.
Il diario si apre con un nome scritto con un pennarello rosa, un nome che prende mezza pagina, circondato da duemila cuoricini rossi. Quel primo gennaio il progetto dell'anno era tutto chiuso in quelle poche lettere. Poco altro c'era nella mia semplice e lineare vita di allora.
Seguono pagine verdi in cui racconto di quel libro che mi ha dato la mia compagna di banco, quel libro che ha fatto un po' scandalo: "Cento colpi di spazzola prima di dormire" di Melissa P.
Pagine magenta con i momenti più divertenti di scuola, con le figuracce più assurde che avevo anche dimenticato, incredibilmente. All'epoca mi sarei volentieri sotterrata per colpa loro.
Si alternano pagine con i testi di canzoni che mi sembravano appropiate al momento: "Non capiva che l'amavo", "Canzone d'amore" degli 883, "Una storia d'amore" di Jovanotti.
Fogli a quadretti del mio raccoglitore di matematica incastrati tra le pagine del diario, pieni di lettere mai consegnate.
Pagine con le foto di Scamarcio, circondate dalle tanto famose frasi di "Tre metri sopra il cielo", tipo quella della maionese, che a rileggerla mi sembra ancora bella: Avete presente la maionese? Si, la maionese, quella nei fast-food, quella che spremi i tubi e viene fuori. Credo che non ci sia niente di più difficile da fare, mettere insieme le uova, il limone, il sale e l'olio...Bhè, credetemi, in confronto forse è più facile innamorarsi di qualcuno che non pensavi mai e poi mai ti sarebbe piaciuto davvero, la maionese è così, può impazzire da un momento all'altro, un istante sembra perfetta e l'istante dopo tutti gli ingredienti se ne stanno per conto loro...ma se ci riuscite non c'è niente che vi potrà fermare...".
All'improvviso spunta la foto di un certo Giorgio Rocca,sciatore, di cui non ricordavo l'esistenza.
Si incastrano pagine di impressioni e insulti poche volte tirati fuori a parole.
Pagine con scontrini attaccati con lo scotch, con biglietti del treno incollati, con fiori e mimose schiacciati e ingialliti dal tempo, con i biglietti del cinema, dei pullman, del teatro.
Tra disegni a matita di baci e caricature della più terrificante prof di diritto che si sia mai vista al mondo, spunta una foto di Prodi e Berlusconi. Era l'aprile del 2006 e c'erano le elezioni, Bertinotti si era anche preso il 7,5 dei voti. Ammazza. Non me lo ricordavo.
Tra interrogazioni e compiti impegnativi spuntano i miei sogni. Scrivevo di voler fare Medicina e di voler innamorarmi di un muratore, dando per scontato che, tanto, quel nome che scrivevo su ogni pagina con un colore diverso in realtà sarebbe sfumato via con il tempo.
Era maggio e da un giornale avevo ritagliato la foto di Napolitano, neo presidente della Repubblica, che brindava con Bertinotti e Marini.
A giugno le pagelle, il mio 10 a matematica e quell'8 a italiano che  non mi era proprio andato giù.
E poi i mondiali. Le nostre facce pitturate, le nostre magliette azzurre, quel Fabio Grosso che non sapevamo se guardare o no. E poi quel grido: "Il cielo è azzurro sopra Berlino". Che bella notte quella lì. Campioni del mondo. Era il 9 luglio. Seguono pagine con le canzoncine del momento: Siamo una squadra fortissimi fatta di gente fantastici...e poi Materazzi è caduto perché ha avuto una testata, la testata gliel'ha data Zinedine Zinedine Zidane. Che emozione quella notte.
All'improvviso il mio diario si tinge di nero. Di un nero che non mi aspettavo e che non capivo esattamente quanto davvero era scuro. Immaginavo un'uscita bianca e luminosa, perché sono un'ottimista cronica, sono fatta così, perché quando tutti piangono, anche se vorrei piangere anch'io, per riflesso non lo faccio e sdrammatizzo. Magari poi piango da sola. Il nero ha conquistato i miei pensieri, quei tre mesi che le erano rimasti, sbattuti così in faccia all'improvviso, non mi facevano dormire, non mi facevano più sognare. Sull'ipotesi Medicina, che era il motivo per cui avevo scelto il liceo scientifico, in quell'istante ho messo una definitiva croce sopra. In realtà quei tre mesi diagnosticati, grazie a terapie sperimentali quasi nuove, sono diventati quasi tre anni.
In mezzo al nero di quelle pagine spunta l'azzurro di una scritta che annuncia una nuova fiction in tv: "I Cesaroni". Pappapappapappapa...ma non dimenticare...pappapappapapapa...da soli non si cambia mai! Marco mi ha conquistata all'istante, come tutti i Cesaroni. Poco dopo l'ho anche incontrato, Matteo Branciamore, bello con la barba, con l'aria un po' timida e sorniona. Ho fatto anche una foto insieme a lui, che oggi è ancora attaccata al muro della mia camera. Il mio cuginetto era convinto che fosse il mio fidanzato.
Era ottobre e per la prima volta trascorsi le due ore delle due puntate di "Distretto di Polizia" a piangere come una scema. Non mi capitava mai di piangere per i film, ma a Mauro Belli volevo troppo bene e vederlo morire in quel modo mi aveva troppo sconvolto. Che idiota. Comunque senza di lui "Distretto" non è più stato la stessa cosa.
E poi i problemi in classe, i nostri voti bassi, le nostre troppe chiacchiere e quella decisione dei prof di cambiare i nostri posti. È stato il caso di un'estrazione a mettermi vicina a lui, che fino a quel momento non avevo mai preso in considerazione. E invece poi...ma questa è un'altra storia  e anche un altro anno.
Il mio 2006 finisce così, senza quel nome con cui avevo riempito mezza pagina il primo gennaio.