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Sfratto in piazza Sant’Agostino, il grido disperato di una madre

Creato il 01 luglio 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

 

Passanti che chiedono che cosa è successo, se c’è stato un incidente o un furto. Nessuno lo pensa, nessuno associa lo schieramento delle forze dell’ordine – costrette a intervenire dalla legge – a uno sfratto. Poi un grido lacerante, prolungato, disperato: è una madre di famiglia, rumena, che teme di perdere i propri figli, ancora piccoli, di un anno e mezzo e cinque anni. La donna grida nella piazza, voltandosi da una parte all’altra, chiedendo aiuto. E’ successo in piazza Sant’Agostino numero 3, nel cuore del centro storico, sull’acciottolato, non lontano da corso Campi e corso Garibaldi. Suonano le campane della chiesa, la piazza è blindata, le persone del comitato antisfratto sono già stati portati via con la forza, qualcuno, pare, ha riportato lesioni.

Non c’è ambulanza, la madre è disperata. L’amarezza invade gli animi degli stessi carabinieri, dei poliziotti, di tutti. Ma com’è possibile arrivare a questo punto?

Spunta poi la direttrice delle politiche sociali Eugenia Grossi, con i due bambini. Con lei un’assistente sociale e un operatore di una cooperativa sociale che lavora per il Comune. Persone che visibilmente fanno il possibile per evitare sofferenze ancora peggiori. La soluzione però non c’è. Un’altra casa non c’è. Sfrattati, i rumeni dovranno chiedere ospitalità a parenti o amici, col rischio poi che gli appartamenti si sovraffollino, continuando in questo modo, e che come è già successo, anche l’ospitante venga sfrattato. E le case popolari non vengono assegnate se non col contagocce.

I due figli piccoli restano con la madre, d’accordo con una familiare.

Dell’emergenza abitativa si parlava già non pochi anni fa e sul piano nazionale come regionale e locale la risposta politica e amministrativa non è arrivata per niente.

Compito della giunta Galimberti trovare una soluzione se possibile locale, in attesa che il governo dia miglior prova come anche la regione. Il Comune possiede circa un migliaio di case popolari. L’Aler ha offerto un esempio di gestione particolarmente criticabile: la crisi economica fa esplodere gli errori politici del passato.

Domani nuovo appuntamento in Comune. Il Comitato antisfratto (centro sociale Dordoni), impegnatosi ancora per evitare uno sfratto, ha dovuto cedere alla forza: il proprietario privato ha fatto valere un diritto che oggi costa troppo caro a troppe persone travolte dalla crisi economica, anche se la legge consente lo sfratto a tutela della proprietà privata.

 


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