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Shame

Creato il 20 febbraio 2014 da Jeanjacques
Shame
Ci sono al mondo tante dipendenze. C'è quella più comune ed abusata della droga, c'è quella verso internet (la mia generazione ne soffre particolarmente), c'è quella verso una persona e c'è anche quella verso... il sesso. E qui, per favore, non iniziamo coi soliti 'allora io sono il più dipendente di tutti', perché non ci crede nessuno. O al massimo, non gliene può fregare una beneamata fava a chicchessia. Comunque, ai tempi, quando scoprii che esiste anche questa tipo di ossessione ci rimasi un po' di merda. Insomma, parliamo di quella che dovrebbe essere la più alta forma dell'espressione dell'amore, di una cosa che andrebbe condivisa con la persona che ami di più [sia chiaro che non voglio fare il bacchettone e giudicare chi scopa solo per divertimento, anzi, ognuno intende la vita - e anche il sesso - come vuole] e che operò viene ridotta come semplice merce di costume. Il nuovo che avanza? Forse. Però mi sembra che questo fantomatico 'nuovo' avanzi un po' troppo in fretta, alle volte, e spesso dimentica qualche fermata. Questo film, in minima parte, parla proprio di questo.
Brandon Sullivan è un giovane uomo d'affari, elegante e raffinato nel presentarsi, ma che ha una segreta e maniacale dipendenza dal sesso. Questo lo porta a consumare delle relazioni occasionali e a una fredda riservatezza, che usa per visionare porno o pagare delle prostitute. Questa sua routine verrà infranta e sconvolta dall'arrivo della problematica sorella Sissy...Ammetto che avevo voluto vedere questo film con un po' di malizia. Insomma, alla fine si parla sempre di sesso, quindi anche nel caso il film non mi fosse piaciuto, potevo in maniera molto guascona rifarmi gli occhi. Peccato che così non è stato, e non per la mancanza di scene di denudamento e scopate selvagge, ma per il semplice fatto che le suddette riuscivano a mettere un disagio tale da togliere qualunque senso di libido che poteva essere collegato a loro. Si vedono molte donne nude e molti atto sessuali, ma l'erotismo e completamente assente in ogni fotogramma, lasciandoti tutto il disagio possibile addosso. Per questo il regista Steve McQueen (no, non è il vecchio attore resuscitato) su merita molte lodi, oltre per il fatto di essere riuscito a realizzare un film che tratta un argomento così spinoso con classe, eleganza e senza la minima volgarità. perché si può parlare di sesso, masturbazione e pornografia senza essere volgari, prendendosi sul serio quanto basta ed essendo totalmente privi dell'ironia del recente Don Jon. La prima volta che lo vidi, inoltre, non lo apprezzai fin da subito, ma lo metabolizzai durante il tragitto che feci per arrivare a casa, pensando a tutte le leggere sfumature che semina lungo il suo percorso e fermandomi un attimo ad analizzarle. Perché in questo film non ci sono frasi ad effetto, non c'è il colpo di scena che non ti aspetti o la rivelazione che lei non è sua sorella ma sua madre... è una storia di vita. Io l'ho vista più come la discesa totale negli Inferi di un uomo comune (se per comune intendiamo uno che ha la faccia e il fisico del bravissimo Michael Fassbender, oltre che una minchia che gli arriva fino alle ginocchia!) in perenne lotta coi suoi demoni interiori. Ce lo si presenta nella sua quotidianità lavorativa, vediamo che è un uomo bello e affascinante, che va d'accordo coi colleghi e fa parlare bene di sé ovunque, per poi ritirarsi nella sua mania quando nessuno lo vede. Poi peggiora sempre di più, l'umore gli va fin sotto le scarpe e lo vediamo dare il peggio di sé. La scena al bar, dove raggiunge la sua bassezza più totale, è terrificante, Fassbender sembra quasi cambiare volto da quanto quella parte gli chiede di dare, si trasfigura totalmente fino a non farci riconoscere la persona che avevamo visto a inizio film. E' un uomo che forse ha paura dell'amore, un po' come il bellimbusto storietesiano, e che quando sembrerà trovarlo avrà la più grossa delle problematiche. E' un ritratto semplice e senza tanti sfronzoli, e che forse proprio per questo colpisce così a fondo. E' un ritratto così comune da poterci ricordare chiunque abbiamo incontrato, anche superficialmente, nella nostra vita, e si estende su scala globale. Molti hanno detto di essere stati shockati dalle scene di sesso estremo che vengono verso la fine [probabilmente gli stessi che hanno detto che le 50 sfumature di nerchia erano libri scabrosi] ma, sinceramente, a me più che quelli ha impressionato la lunga sequenza che vede Brandon mentre fa jogging: una sequenza lunga e che lo vede attraversare un bel quarto di città, un tragitto che fa per lasciare soli la sorella e il suo capo, e durante il quale non incontra nessun conoscente, ma è da solo unicamente coi suoi demoni, la sua solitudine e il proprio segreto. "Non siamo brutte persone, è che veniamo da un brutto posto" dice Sissy, e forse è proprio così. Ma non ci verrà mai specificato il loro passato, ci viene lasciato solo un amaro e doloroso presente perché "sono le azioni che contano, non le parole". Ma forse sono proprio quelle azioni a ucciderci e a lasciarci da soli a combattere il male che, forse, siamo stati proprio noi stessi a creare.Film bellissimo e consigliatissimo, anche per le superbe interpretazioni del grande (proprio in tutto!) Michael Fassbender, premiato a Venezia con la Coppa Volpi, e della dolcissima Carey Mullighan.Voto: ShameShameShame

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