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Sì.

Da Seavessi
Che poi, perfino le mamme un po' rattoppate come Seavessi, quelle senza piano educativo concordato con marito pediatra tate e nonni, quelle un po' alla comunque vada sarà un successo, quelle che confidano un po' in Tata Lucia e un po' nel Signore degli Ubriachi, perfino a loro capitano i momenti di cristallino splendore.
I momenti come ce li raccontavano al corso preparto, ve li ricordate (voi, che siete andate al corso preparto, non come Seavessi che faceva taglia)? I momenti in cui pizzica la magia, in cui voi e chi avete partorito (o adottato o quel che che l'è, vostro figlio insomma) siete due persone diverse ma un solo sentire, in cui ci si guarda negli occhi e ci si riconosce, attraverso chissà quante vite, oh santo cielo, sei tu.
I momenti in cui pensate che vale la pena di farsi largo a gomitate in mezzo al casino delle vite vostre e altrui, ché non nascondiamoci dietro il dito, gli Infanti hanno dimensioni ridotte ma ingombro notevole, così notevole che a volte non ci sta nient'altro, altro che elefante nella stanza, ma non importa, ne vale la pena per la meraviglia di uno sguardo che ti trapassa da parte a parte.
I momenti in cui nel bel mezzo di un sabato mattina singlemode, di freddo e pioggia, mentre sembra che niente cambierà mai, che il futuro sia costellato di notti a singhiozzo e giorni urlanti, le chiacchiere al parchetto come epitome dello scambio interpersonale, la doccia serale come zenith della giornata, mentre sembra che tutto resterà immobile per sempre, il mio respiro e le loro richieste, i momenti in cui all'improvviso appare l'azzurro in mezzo al cielo cupo.
I momenti in cui capisci che non ci saranno solo parole ripetute tante volte da perdere ogni significato, lisi cenci di linguaggio, stai buona stai brava stai ferma un minuto ti prego oh, ti prego, un minuto solo. I momenti in cui finalmente questo monologo allucinante e allucinato diventa, infine, un dialogo.
Il momento in cui fai una domanda, e la piccola, graziosa palla di anarchia che stai allevando ti risponde a tono. Non a urlacci, non ignorandoti, non sorridendo a caso.
Proprio TI RISPONDE.
E dice.

(minuto 1.18)
TuttoImprovvisamenteHaSenso.
Eh?
Come?
Come sarebbe "qual era la domanda"?
Ehm.
La domanda era
Amore mio, devi fare la cacca?
PSNon ce l'avevo in mente quando ho iniziato a scrivere, ma... che ne dite se facciamo un altro Caccapride Day? Io mi ero divertita un sacco!

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