Magazine Diario personale

Si parte…..

Creato il 04 luglio 2010 da Lamagadioz


E così, dopo tre settimane, è ora di tornare in Australia. Ho preparato il mio bel valigiotto da 28 chili che per poco non mi passa ai controlli, il mio bagaglio a mano da dieci chili ( e questo davvero rischiavo di perderlo) e la mia borsa che per fortuna al check in non hanno avuto pena di pesarmi, ma credo si aggiri agilmente sui sei chili.

Non chiedetevi cosa devo trasportare. Sono una donna. Donna e valigie è un connubio infernale, lo sapete. Quindi non chiedete.

:-D

Vi scrivo dall’aeroporto di Dubai, è quasi l’una di notte (qui, in Italia sono quasi le undici di sera) e il mio volo per Sydney partirà tra poco più di un’ora…

Ragazzi, non vedo l’ora di arrivare.

In Italia sono stata bene, ho passato tre settimane fantastiche. Ma sono stata bene perchè ho rivisto, soprattutto, la mia famiglia. Sono stata coccolata in tutti i modi. Ho fatto la figlia e la nipote e me la sono proprio spassata.

Mia madre, già che c’era, mi ha fatto il check up completo: dai denti alle vene dei polpacci (sic…). Mi ha rivoltato come un calzino (“Già che sei qui, una controllatina non guasta no?”)…

E io non ho ribattutto. In fondo anche quello era un modo per coccolarmi.

Certo, scoprire che le tue vene nei polpacci fanno i capricci e trovarti tre carie in bocca non è proprio una bella sorpresa, ma va bene così…

E dopo questo pit stop sono pronta a ripartire più carica di prima. E ancora più convinta della scelta, da molti definita “coraggiosa”, di vivere in Australia.

Ci pensavo proprio oggi pomeriggio, a Malpensa. Ero con i miei genitori. Loro mi accompagnano sempre.

Mi sono diretta verso il bancone del check in, quando mio padre mi ha fermato, urlando: “Aspetta, fatti fasciare la valigia, che non si sa mai!”.

Non so se avete mai usufruito di questo servizio o sapete di quello che parlo: in pratica ti fasciano la valigia con il cellophane, bella impacchettata, in stile “avanzo da mettere in frigo”.

Un metodo anti-apertura-valigia-dagli-addetti-dell’aeroporto.

Ora l’idea può anche avere un senso. Ma vi siete mai domandati perchè siamo arrivati a dover ususfruire di questo servizio? Perchè in Italia, non ci si può fidare neanche di quelli che lavorano in aeroporto…

In Australia non esiste una cosa del genere. Non perchè non vogliano dare il servizio, ma perchè è il problema, a monte, che proprio non si pone….

Ma di cosa parliamo, gente?

Dai la pianto qui, anche perchè mi si stanno chiudendo gli occhi e rischio di perdere il volo…

Un bacione a tutti, la Maga torna in Australia!


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