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Si può fare

Creato il 15 maggio 2015 da Simone D'Angelo @SimonDangel
Si può fare

Fibra ottica e rete diffusa, Enel è la soluzione giusta: parola di Franco Tatò

Franco Tatò fu il primo alla fine degli anni ’90 a lanciare Enel nel settore delle telecomunicazioni. Amministratore delegato della società dal 1995 al 2001, grazie a lui la società elettrica installò 12mila chilometri di rete in fibra ottica sfruttando i cavi dell’alta tensione. Nel 1997 diede vita a Wind, oggi la terza compagnia di telefonia mobile del Paese, e successivamente acquisì la telefonia fissa di Infostrada. Sotto la sua gestione gli utili passarono da poco più di 1 miliardo £ ad oltre 4.

Oggi, a 15 anni di distanza dalla sua intuizione, il governo affiderà ad Enel il piano per la banda ultralarga. «Finalmente abbiamo un governo illuminato che fa la cosa giusta per tutti, per l’interesse generale, e non per difendere le posizioni arretrate di qualcuno» è il pensiero del pioniere Tatò.

Pensa che sia realistica la stima di portare la fibra ottica in tutta Italia in tre anni?
«Assolutamente sì, Enel è in grado di realizzare il piano in questi tempi e anche in modo economico. Ha già tutto il know how, è la migliore nella gestione delle reti, non c’è da inventare nulla. Abbiamo installato 12mila chilometri di fibra ottica perché ci risultava molto economico usare i cavi dell’alta tensione. Riuscimmo ad avere una copertura su tutto il territorio nazionale in neanche due anni».

Questa rete capillare può fare da base al collegamento Internet veloce?
«Noi installammo la fibra ottica solo per collegare le centrali, oggi si tratterebbe di portarla all’ultimo miglio, ma Enel ha già un piano per installare i contatori elettronici di nuova generazione e può approfittarne per installare la fibra ottica e fare in modo che il Paese sia finalmente connesso con linee veloci».

Uno dei punti di scontro con Telecom è proprio questo: in parte vorrebbero mantenere la rete in rame nell’ultimo miglio.
«È un problema di Telecom. Può continuare ad usare la rete in rame ma il Paese ha tutto il diritto di avanzare. Telecom ha dormito, ha avuto tanti anni davanti per fare qualcosa in questo senso».

Perché se il know how c’è sempre stato Enel non è mai stata nominata in alcun progetto su questo fronte?
«Perché questo tema è sempre stato affidato a Telecom. Per anni tutti hanno pensato che fosse naturale che se ne occupassero loro, peccato che Telecom non lo abbia mai fatto. Questo è un dato di fatto. L’avanzamento tecnologico procura vantaggi per tutti ma anche svantaggi per quelli che non si adeguano e non si mettono nelle condizioni di gestirlo ma ne restano vittime. Nel futuro prossimo le aziende dovranno produrre oggetti che comunicano ma per fare in modo che siano competitive devono trovare un ambiente ricettivo».

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