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si scrive Bogia nen ma si pronuncia Hub

Creato il 19 dicembre 2010 da Giorgiofontana

Capita anche di trovare una pagina come questa e di chiedersi chi mai avrà pensato di porsi questo problema.
si scrive Bogia nen ma si pronuncia HubBene, l’ho risolto.
Forvo è un database creato dagli utenti, un modo alternativo di fare un Wiki e podcast, ma sempre contenuti generati dagli utenti e dagli stessi controllati e diffusi.
Nella piattaforma ci sono parole con tanto di pronuncia in lingua madre ed altre in attesa di qualcuno che disponga la pronuncia e la pubblichi.
Tra le sue tante applicazioni che mi vengono in mente c’è quella di supporto al naming 2.0 , con la ricerca di suggerimenti a termini da usare per un prodotto digitale secondo il sentiment corrente.

Ma torniamo al bogia nen, potete discquisire se la pronuncia sia o meno quella giusta e proporvi come correttori, quel che mi interessa è il concetto che il mondo insinua sia legato al carattere piemontardo.
Sia che si propenda per un carattere conservatore, supino allo status quo e un po’ grigio, sia che si preferisca la versione di popolo tutto d’un pezzo, non incline ad essere sottomesso, tutt’al più assediato, arroccato su posizioni consolidate e difensore strenuo del suo territorio e tradizioni.

Chi conosce la Storia del Piemonte dubita dell’una e dell’altra versione.
Sulla sottomissione non so.
I Savoia arrivarono dalla Francia e si adattarono ad diventare piemontesi, dando a questo pezzo di terra italiana il privilegio ( o no?)  di non subire quasi mai, se non in epoca napoleonica, un’amministrazione straniera.
I Valdesi furono le sole comunità non cattoliche a venire risparmiate dalla bulimia papale per aver trovato collocazione al confine tra il Regno di Francia, che sterminò catari ed ugonotti, e la Savoia.
Lo Statuto Albertino fu un modello a cui guardarono visionari e ingenui che ancora non sapevano cosa fosse la democrazia fino alla fatal Novara, che ancora oggi tanto piemontese non è ( infatti Cota arriva da lassù).

Tralascio Risorgimento e Monarchia, son cose che riguardano una dinastia reale ( francesi diventati piemontesi per opportunismo ); sarebbe stato un utopia se avesse trionfato il modello federalista di Cattaneo, che neppure sapeva che esisteva la Padania, era già scritto all’inizio della partita che sarebbe finità con una goleada.

La capitale d

si scrive Bogia nen ma si pronuncia Hub
el Piemonte sarebbe dovuta essere Ivrea. Torino era un borgo insignificante cresciuto per contenere una corte che non voleva spingersi troppo distante da Chambery.
Vi ci portò un sudario sacro e la moda delle bevande calde.
Ad Ivrea lasciò quella vestigia aristocratica di Capitale del Regno d’Italia e il destino di una città troppo distante dall’Italia per farne parte.
Come successe ai catari o albigesi a Montsegur anche l’eresia olivettiana ebbe la sua battaglia finale a Ivrea, culminata con lo smantellamento di quella Silicon Valley che in Italia non ebbe più la stessa intensa stagione intellettuale, imprenditoriale e di prestigio internazionale.

Intanto Torino, che non sta mai ferma si nutre di auto, cinema, industria, di quel futuro portato all’estremo del futurismo socialista e rivoluzionario che all’inizio del 900 proietta Torino in una dimensione che solo l’aver scampato la disgrazia di essere capitale poteva dare.

In Piemonte, dove  già era nata l’enologia industriale e l’agricoltura intensiva, s0insediano le comunicazioni innovative, la telefonia prima, la radio e la televisione poi, l’editoria di qualità (Gobetti, Einaudi) e Mike Bongiorno, il Grande Torino e la Juventus, Fred Buscaglione e la moda di morire giovani al venerdì sera.

C’è poco da stare allegri se finora vi aveva rassicurato il vago concetto bugia nen.
Era da pronunciarsi HUB e tutto questo è inquietante.


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