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Sì, si muore pompieri

Creato il 08 agosto 2013 da Danemblog @danemblog
Il bassista degli StranglersJean-Jacques Burnel, è diventato un bravo, filo-conservatore, e devoto alla monarchia, ragazzo.
Il sessantunenne Burnel ha rivelato in una chiacchierata promozionale con Radio Times - gli Stranglers sono stati invitati ai Proms della BBC - che è un assiduo lettore del Daily Telegraph (giornale da sempre più vicino ai conservatori) e un sostenitore ("advocate", avvocato, dice lui) della monarchia, "costituzionale" si sbriga a dire.
Un'ex punk, dunque: niente di più lontano dal rifiuto di qualsiasi forma di controllo, spirito di fondo che caratterizza la subcultura punk accomunandone tutte le svariate sfaccettature - che hanno nel corso del tempo preso diverse e variegate forme, portando estremi avvicinamenti al comunismo come al nazismo. In più, se si pensa alla lotta quel controllo sociale esercitato dai mass media, che negli anni sessanta ispirava i marciapiedi di Londra, allora si capisce che un lettore del Telegraph in effetti non c'entra più granché con certa roba.
Jhonny Rotten spigava infatti: "Essere punk vuol dire essere un fottuto figlio di puttana, uno che ha fatto del marciapiede il suo regno, un figlio maledetto di una patria giubilata dalla vergogna della Monarchia, senza avvenire e con la voglia di rompere il muso al suo caritatevole prossimo".
"Il punk è stantio" avrebbe detto invece il bassista franco-londinese, rimproverandosi anche d'essere stato "anti-establishment" per lungo tempo e di aver scritto canzoni come "Garden of Eden", critica alla Regina in cui si sfottevano gli "inutili" figli.
E dire che Burnel era un tipo di quelli tosti, famoso per le risse contro gli altri gruppi e spesso anche con i fan - che incitava alla rivolta, colpendoli con la testa del basso dal palco dei concerti. Memorabile fu quella in cui fece la parte da leone, ingaggiando una mischia con alcuni dei Sex Pistols e dei Clash.
"Non può essere sempre sesso e droghe consumate in albergo" - la dipendenza da eroina fu cantata in "Golden Brown", colonna sonora del film Snatch di Guy Ricci - e aggiunge che certe cose sono costate al gruppo un paio di contratti strappati, ma "adesso facciamo valere il nostro talento" sottolinea ricordando che con i loro 40 milioni di dischi venduti si sentono un po' sottovalutati nel panorama musicale internazionale: "I Rolling Stones sono stati fantastici per i primi dieci anni, ma non hanno fatto molto da allora" come per dire quel che valgono, ancora gli Strangler.
Aggiunge poi, che la BBC come Tv dell'establishment per eccellenza, è stata molto più rivoluzionaria delle altre broadcaster del gruppo, concedendo a loro uno spazio televisivo - andrà in onda lunedì a tarda notte, uno dei Proms dalla Royal Albert Hall, con gli Stranglers featuring Laura Marling e la London Sinfonietta. E dunque Burnel, ex chitarrista classico con esperienze in orchestre sinfoniche prima di approdare la basso dei quattro di Guildford, tornerà vicino alle proprie origini musicali.
Ma si tratta di un'operazione commerciale, o ci risiamo con la crisi dei sessantenni che voglio dimettersi da quel ruolo di star musicali che gli ha regalato il successo? Ricordate Vasco quella volta? Più o meno roba del genere.
Certo è vero che un sessantenne musicista ormai non è più credibile col dito medio alzato a fanculare il sistema, soprattutto se quel sessantenne musicista possiede proprietà nel sud della Francia e una bella casa nel West London, a Chiswick.
E allora, in fondo, citando Ugo Foscolo - che un po' era punk - "È purtroppo destino ineluttabile che il tempo distrugga ogni cosa nel suo fluire perenne". 
Perché m'è venuto in mente Foscolo? Perché per un breve periodo fu sepolto nel cimitero di Chiswick - prima della consegna delle spoglie mortali alla Basilica di Santa Croce a Firenze.
E insomma sì, come diceva Vasco, riprendendo Ligabue in "Happy Hour", che a sua volta forse citava Rino Gaetano in "Ti Ti Ti", "si nasce incendiari e si muore pompieri".
Magari con un necrologio sul Telegraph.

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