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Siamo tutte Malala e l’Islam sta con lei

Creato il 28 ottobre 2012 da Giornalismo2012 @Giornalismo2012
Malala_Yousufzai

-Di Donatella Amina Salina

Asif Ali Zardari, presidente pachistano, sta sostenendo attivamente, attraverso una campagna supportata da aiuti internazionali, petizioni e quant’altro, il diritto delle donne del suo Paese ad acquisire l’istruzione sia in campo religioso che attraverso i corsi scolastici statali.

La piccola Malala, colpevole di aver denunciato le pessime condizioni in cui vivono le donne dei villaggi, è stata quasi uccisa da due estremisti fanatici. Il presidente l’ha sempre sostenuta, così come hanno fatto le donne musulmane, e non, di tutto il mondo.

Colpevolizzare il credo islamico per questo crimine è veramente segno di ignoranza o di malafede, visto che questi portatori di morte e distruzione non rappresentano nemmeno l’1% dei musulmani.

L’Islam è nato stabilendo l’obbligo religioso, per uomini e donne, alla ricerca della sapienza “fino in Cina”, come affermò il Profeta Muhammad, pace e benedizione su di lui sulla sua famiglia e sui suoi compagni.

Il primo Mufti fu una donna, Aisha, figlia di Abu Baker, sposa del Profeta e Madre dei Credenti, trasmettitrice di oltre tremila ahadith (detti) sulla vita del Profeta.

Uno dei motivi principali dell’espansione dell’Islam non fu la spada, ma l’esportazione della cultura e la coltivazione del sapere con massima libertà di pensiero, di parola e di culto, come a Baghdad durante il califfato degli Abassidi.

Oggi non c’è nessuno, nemmeno i wahabiti, tra gli Ulema che affermi una qualche limitazione al diritto delle donne di acquisire la sapienza e di esercitarla a qualsiasi grado fino ai massimi livelli di sapienza e di fede. Oggi centinaia di donne musulmane di tutto il mondo insegnano nelle Università.

Alcuni paesi, come il Qatar, hanno fatto dell’accesso all’istruzione universitaria di qualità per uomini e donne uno dei pilastri del proprio sistema sociale, con risultati eccellenti.

Nonostante ciò, povertà ed ignoranza nei paesi più poveri frenano l’accesso delle donne agli studi.

Esiste in Pakistan, nei villaggi, un ambiente povero in cui si applicano dei codici tribali che poco o nulla hanno a che fare con la religione, ma che, nonostante questo, vengono giustificati con essa. Nulla di più falso.

Per questo reputiamo il sostegno al diritto delle donne all’istruzione un importante obbligo per i credenti che devono investire nell’istruzione delle figlie e dei figli allo stesso modo .

Il risveglio islamico è anche questo.


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