Magazine Diario personale

Siamo tutti Americani

Da Giupy
Il Super Bowl e' la quintessenza dell'essere Americani. E non lo dico io, ma una persona intelligente (il mio professore) che lo definisce l'epitome della "civil religion" del Paese. Il che si puo' sintetizzare piu' o meno cosi': "Uomini grossi sudati cattivi che si menano di santa ragione e celebrano la violenza, ma poi finisce tutto con volemose bene, beviamo la birra e ringraziamo Dio".
Praticamente, gli Stati Uniti in pillole.

Io di solito il giorno del Super Bowl fingo di averlo dimenticato e mi rinchiudo in un caffe' a lavorare e godermi i tavolini vuoti, ma quest'anno e' stato diverso. C'erano i Broncos in finale. Cosa che e' successa anche due anni fa, momento in cui ho deciso che era giusto vedermi la partita e hanno perso in modo cosi' rovinoso che la parte che piu' mi e' piaciuta della giornata sono i chicken wings, e io sono pure vegetariana, vedete voi. 


Siamo tutti Americani No, lo stemma non e' tamarro

Quest'anno pero' mi ha invitato un'amica il cui marito e' gran fan dei Broncos. Cosi' fan che hanno addobbato tutta la casa e preso le patatine arancioni e blu in onore della squadra (che e' un po' uno di quei momenti in cui tu sei felice di dire "No grazie, sai, potrebbero avere il glutine"). I supermercati pullulavano di tortine arancioni con su lo stemma dei Broncos, giusto per dare un'idea. Io, l'amica e un'altra ospite, tutte e tre studentesse di comunicazione, ci siamo invece divertite un sacco a stare attaccate a Twitter per tutto il tempo della partita. Dopo quattro ore non sentivo piu' i polpastrelli, pero' e' stato molto divertente e soprattutto potevamo conversare tra di noi senza scomodare il marito- Broncos fan.

Dal momento che il Super Bowl e' la celebrazione dell'Americanita', e' iniziato con Lady Gaga che cantava l'inno. Lady Gaga e' sempre fine ma non finissima e quindi era ricoperta di glitter rossi, fatta eccezione per le unghie blu. Credo le abbiano strappato le palpebre per struccarla. Ai piedi aveva degli zatteroni che ci hanno fatto rimpiangere le Spice Girls, ma purtroppo non e' l'unica cosa anni 90 di questo Super Bowl. 


Siamo tutti Americani
 
E qui c'e' la sua performance, dove potete vedere le scarpe

Poi, i Broncos e i Carolina Panthers hanno preso a giocare, sputarsi addosso, menarsi e palpeggiarsi come fanno solo gli uomini veri fatti e virili. Fortunatamente pero' ci sono moltissimi intermezzi pubblicitari che catturavano la mia attenzione. Gia', perche' le compagnie pagano prezzi indecenti per mandare la propria pubblicita' al Super Bowl e tendono quindi a farne di molto belle.

Quest'anno, pero', mi sa che a Madison Avenue giravano degli acidi davvero potenti. Infatti, almeno la meta' delle pubblicita' avevano animali o oggetti parlanti, di quelle cose che vedevamo solo negli anni 90 e comunque cambiavamo canale per guardare il film delle Spice Girls. Roba che la pubblicita' di Scientology tutto sommato non era male.

L'apice, comunque, e' stato questo:


Siamo tutti Americani
 
Esso e' un Puppy  Monkey Baby. Che dovrebbe essere la sintesi di tre cose belle e cute e serviva per pubblicizzare una bevanda energetica che ha dentro tre cose (che immagino siano succo, caffeina, e scorie radioattive). Il Puppy Monkey Baby e' una di quelle cose che vedi e immediatamente vorresti schiacciare il tasto "unseen" nel tuo cervello ma non ce la fai. E' una cosa che si insinua dolcemente nei tuoi incubi piu' tremendi e d'ora in avanti sara' sempre con te,  a ricordarti che la vita e' tremenda. A ricordarti che la bellezza non esiste ma l'orrore e' tangibile. Twitter e' impazzito.
Altre pubblicita' si sono invece concentrate sul target medio del Super Bowl. Che apparentemente sono uomini vecchi, obesi, e con una dieta terribile. Una pubblicita', ad esempio, spiegava in modo dettagliato la triste storia di un uomo costipato che pur mangiando le prugne non risolveva il suo problema, perche' apparentemente ci sono molti tipi di costipazione e la sua e' derivata dagli oppioidi (che, per inciso, non ho idea di cosa siano). Non si smette mai di imparare, eh?
E dopo la costipazione, ovviamente e' arrivato il prodotto contro la diarrea. E quale modo migliore per pubblicizzare un anti-diarrea che creare un intestino che cammina su due zampette?
Ridatemi le vecchie pubblicita' del DiarStop Giuliani di quello che se la faceva addosso a teatro, giuro che avevano molta piu' dignita'.
Twitter e' impazzito anche qui.
Siamo tutti Americani
 

Il Super Bowl e' molto autocelebrativo e quindi ogni tanto c'erano delle pubblicita' su quant'e' bello il football. Lo slogan era "Football is family" e spiegavano che nove mesi dopo la vittoria di una squadra al Super Bowl, nella citta' vincente nascono molti piu' bambini, che chiamano "Super Bowl Baby". Io l'ho trovata una cosa abbastanza divertente (specie se consideriamo che il mio termine di paragone era un intestino su due zampe). Pero' Twitter, che e' pieno di cagacaz precisini, e' impazzito anche per questo. I vari commenti andavano dal "Ecco, ora si parla di SESSO al Super Bowl? Giammai!" a "Ecco, la solita propaganda antiabortista!" a "Ecco, in televisione in America la gente e' invitata a scopare solo se poi ha dei figli". E cosi' via. Ricordiamo che questa nazione ancora si ricorda di Janet Jackson che vent'anni fa ad un Super Bowl ha accidentalmente mostrato una tetta perche' le e' caduto il costume. Non dico come mi guardano quando dico che in Italia la gente in spiaggia si puo' pure mettere in topless. 
Ad ogni modo, dubito che tra nove mesi ci saranno molti nuovi bimbi a Denver. Voglio dire, la gente aveva appena visto il Puppy Monkey Baby.
Il momento piu' bello del Super Bowl e' l'Half Time Show. Quest'anno c'erano i Coldplay che sono stati criticati perche' non sono maschi abbastanza. Infatti non solo non avevano su la calzamaglia e non si palpeggiavano come i giocatori, ma avevano pure una coreografia con tanti fiorellini e Chris Martin portava una giacchetta floreale. A me sono piaciuti, pero' molti non l'hanno considerano un gran spettacolo, come mi ha mostrato Twitter. Poi e' arrivato Bruno Mars che mi sembra una delle persone piu' tamarre di sempre e sinceramente non ne sento mai parlare se non al Super Bowl, dev'essere tipo un ospite fisso.
Siamo tutti Americani
 

Il grande show pero' e' stato quello di Beyonce, che e' arrivata con le sue solite chiappe al vento (basta che non siano tette, e si puo' mostrare tutto) e i suoi tacchi a spillo che mi chiedo le vesciche ai piedi dopo averci ballato. Si e' messa pero' a cantare una canzone che diceva piu' o meno "Polizia smettete di sparare ai neri" (cosi' mi hanno detto, giuro non ho capito una ceppa di quello che diceva) e le sue ballerine subito dopo hanno twittato una foto in supporto di #blacklivesmatter. Il che e' molto bello e un po' ironico, se si considera che Beyonce e' costantemente "sbiancata" per sembrare meno nera. Pero' trovo che queste cose siano importanti, e ovviamente Fow News ci si e' scagliata contro
Al Super Bowl questo, e a Sanremo le bandiere arcobaleno per le unioni civili. Sembra proprio che le ingiustizie sociali siano ovunque, e credo sia giusto che anche i cantanti si impegnino. Sarebbe bello che un giorno non ci fosse piu' bisogno. 
Alla fine i Broncos hanno vinto. Che mi ha reso felice, nonostante non abbia seguito nulla della partita. Peyton Manning, il quarterback dei Broncos che e' in odore da pensione, ha preso il suo trofeo e ha snocciolato quello che avrebbe fatto quella sera: dare un bacio alla moglie (no sesso, che in TV non sta bene dirlo, a meno che non sia per fini procreativi), dare un bacio ai figli, bere una birra, e ringraziare il "signore al piano di sopra". Che, comunque, viene dopo la famiglia e dopo la birra.
Lunedi', il professore per cui faccio da assistente questo semestre ha fatto lezione con la maglia dei Broncos. 
E anche questa e' l'America

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