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Siamo tutti Dottori? Siamo tutti Medici? Sappiamo tutti curare qualche cosa? Nel calderone delle professioni sanitarie, alternative o meno, c’è posto per tutti!

Da Psiconauta
Siamo tutti Dottori? Siamo tutti Medici? Sappiamo tutti curare qualche cosa? Nel calderone delle professioni sanitarie, alternative o meno, c’è posto per tutti!

Dr. House

Chiunque entri in una palestra, da un’estetista, in un centro benessere o in una farmacia non potrà non aver notato come gli annunci di persone che offrono aiuto in qualche ambito attinente o limitrofo alle professioni sanitario stiano crescendo a dismisura. Una grande massa di persone si fregiano del titolo di “Dott.” in ambiti molto ambigui e confusivi per la gente: se io sono, ad esempio, un biologo che poi ha fatto un corso di laurea triennale in dietistica, se dopo le superiori ho preso la laurea triennale in fisioterapia o cose simili, magari potrò per legge fregiarmi del titolo di “Dott.” ma non sono un medico, ovvero non posso attuare DIAGNOSI e TERAPIA in alcun ambito sanitario. Stessa questione anche per chi pratica la Osteopatia, la Naturopatia, la Chiropratica, l’Iridologia, e chi più ne ha più ne metta. Caso specifico può riguardare i medici che praticano esplicitamente discipline cosiddette “alternative”: ovviamente possono fare diagnosi e “terapia”, ma francamente dal mio punto di vista se un medico pratica, ad esempio, l’omeopatia mi porro il problema se sia o meno a conoscenza del metodo scientifico, indispensabile in medicina per lavorare con razionalità. In ogni caso ribadisco che solo chi è laureato in medicina ed abilitato alla professione medica con regolare esame di stato  può diagnosticare una patologia e, poi, proporvi un trattamento.

Come psichiatra sto personalmente assistendo alle conseguenze di questa ambiguità professionale in situazioni in cui persone affette da disturbi psichiatrici gravi e meno gravi, giungono all’osservazione del nostro dipartimento in ritardo dopo essere stati sottoposti a trattamenti irrazionali che li pongono in posizione di rischio. Un discorso a parte andrebbe fatto per persone che, ad esempio, sono state trattate da psicologi/psicologhe per quadri clinici “depressivi” o “d’ansia” (ma i disturbi dell’affettività o quelli d’ansia non sono diagnosi mediche? bha!…) e poi era in corso una patologia neoplastica o un disturbo ormonale. Il mio grande rispetto per la disciplina Psicologica e per i trattamenti psicoterapeutici non può però esimermi dal suggerire grande prudenza anche in quest’ambito.

La mia domanda, senza dubbio un po sarcastica e provocatoria, è questa: come mai è in costante crescita la pratica di denunciare il proprio medico, ma nessuno ha ancora iniziato a denunciare il proprio iridologo, osteopata, naturopata, chiropratico, dietista, fisioterapista, (e psicologo??… ma si dai!…), etc etc? In questi casi non essere un “Dott.”, ovvero un vero medico, fa davvero comodo…


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