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Sindacati: “Sbloccare l’ingiustizia sui contratti della pubblica amministrazione”

Creato il 09 gennaio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Sui contratti del pubblico impiego, la sfida al governo è stata lanciata. Questa mattina le categorie dei lavoratori pubblici di Cgil, Cisl e Uil hanno presentato le linee guida per i rinnovi contrattuali 2014.

Una manifestazione a Roma di CGIL, CISL e UIL (rai.it)

Una manifestazione a Roma di CGIL, CISL e UIL (rai.it)

“Riorganizzazione, retribuzioni, professionalità: punti chiari per superare un blocco contrattuale ingiusto e che dura ormai dal 2009. E sui quali si apre ora la partita con il Governo”. E’ questa la rotta tracciata dai segretari generali Rossana Dettori (Fp-Cgil), Giovanni Faverin (Cisl-Fp), Giovanni Torluccio (Uil-Fpl) e Benedetto Attili (Uil-Pa) di fronte ai direttivi unitari riuniti a Roma.

“Contratti fermi, eccessi legislativi e blocco del turn-over hanno danneggiato i lavoratori pubblici e impoverito il paese – attaccano i sindacati – e i conti non tornano: in cinque anni i dipendenti pubblici sono diminuiti del 5,7% e il costo delle retribuzioni è sceso, peraltro in controtendenza rispetto all’Europa. Come mai allora la spesa pubblica continua a crescere? Dove vanno a finire quegli 801 miliardi che ogni anno escono dalle casse dello Stato? I lavoratori pubblici sono i primi a voler riorganizzare la pubblica amministrazione. Per questo vogliamo un nuovo contratto nazionale e nuovi contratti integrativi: per eliminare la spesa improduttiva, fare innovazione nei servizi ai cittadini, investire nelle competenze”.

Una rotta che dovrà incrociare l’azione del ministro della Pa, Gianpiero D’Alia, e del nuovo commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, ma “nel quadro di relazioni sindacali più avanzate, più trasparenti e più aperte alla partecipazione: il modello va cambiato – avvertono – a partire da ogni singolo ente, permettendo ai lavoratori di decidere su materie strategiche come l’organizzazione del lavoro, la semplificazione, l’integrazione tra amministrazioni, la reinternalizzazione dei servizi, la valutazione, la qualificazione professionale”.

Per Cgil, Cisl e Uil, serve dunque “un contratto nazionale più forte che garantisca diritti omogenei e che spinga i processi di ridisegno istituzionale e amministrativo: innescando un circolo virtuoso tra razionalizzazione di spesa e tutela del potere d’acquisto dei lavoratori; un contratto che, insieme a un secondo livello di contrattazione, produca risparmi e rilanci le retribuzioni: i salari dei lavoratori pubblici devono crescere, anche detassando il salario accessorio”.

“Per una P.A. più moderna e più vicina ai bisogni delle persone, la priorità è puntare sul capitale umano”, affermano ancora i segretari generali, che sottolineano: “Occorre un sistema di carriera più flessibile, una cabina di regia su mobilità e tutela occupazionale nei processi di riordino, formazione permanente, certificazione delle competenze, nuovi profili professionali, percorsi di stabilizzazione del precariato”.

Temi portanti di una piattaforma sindacale che nel mese di gennaio sarà discussa a livello regionale e territoriale e sulla quale, al termine della fase di consultazione, concludono i sindacati, “sfideremo il governo per una vera stagione di cambiamento per i lavoratori pubblici e per il Paese”.

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