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Siria: raid aerei colpiscono due ospedali, almeno 19 morti. Medici senza frontiere: “Sembra attacco deliberato”

Creato il 15 febbraio 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

Almeno 19 persone, compreso un neonato, sono morte nel bombardamento, “versosimilmente russo”, di un ospedale nel nord della Siria sostenuto da Medici senza frontiere (Msf) e di un’altra struttura sanitaria ad Azaz, colpita da un altro raid. Lo ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani, precisando che ci sono anche “decine di feriti”.

Foto Twitter MSF International

Foto Twitter MSF International

Siria: raid aerei colpiscono due ospedali, almeno 19 morti. Medici senza frontiere: “Sembra attacco deliberato”. Almeno 19 persone sono morte negli attacchi contro due ospedali in Siria. Un raid aereo ha colpito un ospedale ad Azaz, cittadina siriana nella provincia di Aleppo, vicino al confine con la Turchia, uccidendo almeno 10 persone. Lo riporta la Bbc, che cita medici e testimoni. In precedenza Medici senza frontiere (Msf) aveva annunciato un raid contro un ospedale che sostiene a Marat Al Numan, nella provincia siriana di Idlib, con un bilancio di otto morti. E’ quanto sostengono gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, che attribuiscono il raid agli aerei russi. Msf ha annunciato su Twitter che una struttura che opera con il suo supporto a Marat Al Numan è stata “distrutta stamani in raid aerei”, che la struttura è stata “colpita da quattro razzi” e che risultano “disperse almeno otto persone dello staff”.

“Sembra essere un attacco deliberato contro la struttura sanitaria e lo condanniamo con la maggior forza possibile”, ha affermato Massimiliano Rebaudengo, capo missione di Medici Senza Frontiere (Msf). In una nota Msf afferma che l’ospedale è stato colpito quattro volte in due serie di almeno due attacchi a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro. “La distruzione di questo ospedale lascia una popolazione di circa 40.000 persone senza accesso ai servizi sanitari in una zona in pieno conflitto”, ha aggiunto Rebaudengo. L’ospedale da 30 posti letto contava uno staff di 54 persone, due sale operatorie, un ambulatorio e un pronto soccorso. Msf supporta l’ospedale da settembre 2015 e ne ha coperto tutti i bisogni comprese le forniture mediche e i costi di gestione.

L’ospedale di Ma’arat Al Numan, da 30 posti letto, aveva due sale operatorie, un ambulatorio e un pronto soccorso e vi lavoravano 54 persone. L’ambulatorio visitava circa 1.500 persone al mese, al pronto soccorso erano registrati una media di 1.100 ingressi al mese, mentre nelle sale operatorie erano effettuate circa 140 operazioni al mese, principalmente di chirurgia ortopedica e generale. Msf supportava l’ospedale dal settembre 2015, coprendo tutte le esigenze della struttura, compresa la fornitura di materiale sanitario e i costi di gestione. Nel dicembre 2015, si era reso necessario il trasferimento dell’ospedale dalla posizione che occupava in precedenza a quella attuale a causa di tre attacchi subiti.

Mosca, continueremo raid Aleppo anche con tregua. La Russia continuerà a bombardare la zona circostante Aleppo anche se si dovesse arrivare ad un accordo sul cessate il fuoco in Siria. Lo dice il ministero degli Esteri russo, citato da Interfax. Il bombardamento del territorio siriano da parte di Ankara equivale a “un manifesto sostegno al terrorismo internazionale e alla violazione delle risoluzioni del consiglio di sicurezza dell’Onu”. “La Turchia – aggiunge – continua a favorire la penetrazione illegale di forze fresche jihadiste e mercenari armati in Siria”. Lo riporta Interfax.

Medvedev, con truppe di terra conflitto ‘infinito’. Un eventuale invio di truppe di terra rischia di far diventare “infinito” il conflitto in Siria: lo ha detto il premier russo Dmitri Medvedev in un’intervista al settimanale Time ripresa dal sito internet del governo russo. “La Russia – ha precisato Medvedev – non intende restare in Siria per sempre. Noi – ha proseguito – siamo li’ per compiere una missione limitata e specifica che e’ legata alla protezione dei nostri interessi nazionali”.


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