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Siria: Usa pronti ad azione. Iran risponde: “Non oltrepassate la linea rossa”

Creato il 25 agosto 2013 da Alessiamalachiti @amalachiti

syria-warDura reazione alla crisi siriana da parte del presidente americano Barack Obama e del premier britannico David Cameron. I due hanno avuto una consultazione telefonica in seguito alla quale hanno fatto sapere, in una nota, di voler dare “una risposta seria” all’attacco con armi chimiche, convinti che ci siano dei “segnali crescenti” di un’altra importante offensiva contro i civili.

Cameron ha avuto modo di ascoltare anche il premier canadese Stephen Harper che ha avuto contatti a sua volta con il presidente francese, Francois Hollande. Il segretario di Stato americano, John Kerry ha, invece, avuto colloqui con i collegi di Arabia Saudita, Giordania e Turchia, al termine dei quali ha chiamato il ministro degli Esteri siriano, Walid al-Muallem, dicendo che “se il regime siriano non ha nulla da nascondere dovrebbe autorizzare un accesso immediato e senza ostacoli” al luogo in cui sarebbe avvenuto il presunto attacco chimico di mercoledì scorso. Questo secondo quanto riportato dal Dipartimento di Stato americano.

Muallem, secondo quanto riferito dall’emittente iraniana Press tv, avrebbe assicurato l’accesso al sito agli ispettori in una conversazione con il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif.

L’America, intanto, si dice pronta ad un possibile intervento, ed il segretario alla Difesa Chuck Hagel ha sottolineato che “Obama ha chiesto al dipartimento della Difesa di preparare opzioni per tutte le emergenze”. “Lo abbiamo fatto e siamo preparati a esercitare qualsiasi opzione, se il presidente decidesse di attuare una di queste”.

Contro l’eventuale offensiva americana, arriva però dall’Iran un monito durissimo. Il vice capo di Stato maggiore delle forze armate, Massoud Jazayeri, citato dall’agenzia Fars, ha dichiarato: “Se gli Stati Uniti attraversano questa linea rossa, ci saranno pesanti conseguenze”, utilizzando gli stessi termini usati un anno fa da Obama quando minacciò gravi reazioni qualora si fosse oltrepassata la “linea rossa” dell’uso delle armi chimiche.

L’Iran è al momento l’unico alleato regionale di Assad.

Intanto è di poco fa la notizia secondo cui la Siria avrebbe autorizzato gli ispettori Onu a recarsi nei siti colpiti dall’attacco di mercoledì che ha provocato la morte di centinaia di feriti. Una nota del ministero degli Esteri ha fatto sapere che “È stato raggiunto un accordo nel corso della visita del

Zarif.

L’America, intanto, si dice pronta ad un possibile intervento, ed il segretario alla Difesa Chuck Hagel ha sottolineato che “Obama ha chiesto al dipartimento della Difesa di preparare opzioni per tutte le emergenze”. “Lo abbiamo fatto e siamo preparati a esercitare qualsiasi opzione, se il presidente decidesse di attuare una di queste”.

Contro l’eventuale offensiva americana, arriva però dall’Iran un monito durissimo. Il vice capo di Stato maggiore delle forze armate, Massoud Jazayeri, citato dall’agenzia Fars, ha dichiarato: “Se gli Stati Uniti attraversano questa linea rossa, ci saranno pesanti conseguenze”, utilizzando gli stessi termini usati un anno fa da Obama quando minacciò gravi reazioni qualora si fosse oltrepassata la “linea rossa” dell’uso delle armi chimiche.

L’Iran è al momento l’unico alleato regionale di Assad.

Intanto è di poco fa la notizia secondo cui la Siria avrebbe autorizzato gli ispettori Onu a recarsi nei siti colpiti dall’attacco di mercoledì che ha provocato la morte di centinaia di feriti. Una nota del ministero degli Esteri ha fatto sapere che “È stato raggiunto un accordo nel corso della visita del rappresentante dell’Onu per il disarmo, Angela Kane, che consentirà al team guidato dal professor Aake Sellstroem di indagare sulle notizie che riferiscono di un utilizzo di armi chimiche nei sobborghi di Damasco”. L’accordo avrebbe “effetto immediato” e già da domani 26 agosto gli ispettori dovrebbero iniziare le indagini. La notizia è confermata anche da fonti Onu che hanno sottolineato anche la “cooperazione” del governo siriano.


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