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Sizzla

Creato il 06 ottobre 2012 da Guidoeug @EugenioGuidotti

Townsville, QLD, 6 ott 2012, ore 22:12, parcheggio

Da quando sono in Australia ho preso circa 10 chili. Come già detto in precedenza, questo è davvero un Paese in cui è impossibile non mangiare. Dovunque ti giri ci sono esercizi che vendono cibo. Oggi credo di aver incontrato il tempio massimo dedicato al cibo e all’ingrasso collettivo.

Onestamente, cercavo un Pizza Hut per mangiare giusto qualcosa e spendere poco. Non avevo una gran fame. Era giusto per cenare sommariamente. Cerco la pizzeria con il mio iPhone e guido fin dove il mio collega mi dice di andare. Parcheggio. Proprio di fronte a me stava questo ristorante immenso, tutto vetri e luci. Sizzla. Non avevo mai sentito questo nome. Aveva l’aria di una catena, ma non ne avevo mai sentito parlare. Incuriosito, e sempre deciso a comprare la mia pizzetta da 5 dollari, mi avvicino e do un’occhiata. Forse saranno state tutte le persone in fila, forse l’ambiente decisamente carino o forse l’immenso buffet piazzato in bella vista a centro sala ma  mi sono incuriosito. Non riuscivo a capire il meccanismo di funzionamento. Il menù era stampato sulla parete e aveva solo dieci piatti, quasi tutti di carne o pesce. Il buffet non era menzionato. Niente dolci o bevande. Proprio non capivo. La gente davanti a me era in fila alla cassa ma non aveva ancora cenato. Ero un po’ intimidito. Non ero mai entrato in un posto così. Ad un certo punto fermo un cameriere e gli dico: “Ciao, sono italiano, non sono mai stato qui. Come funziona?”. Lui ride e mi illumina. Funziona in questo modo. C’è un prezzo fisso da pagare. Con quel prezzo tu hai diritto al buffet. Puoi mangiare quello che vuoi e quanto ne vuoi. Aggiungendo un altro piccolo extra puoi anche avere le bevande, tutte quelle che vuoi e quante ne vuoi. Se invece prendi uno dei piatti stampati sulla parete, costa di più ma hai comunque tutto il buffet che vuoi. Il buffet era immenso. Pasta, riso, cucine di ogni tipo, contorni, salse, pane, verdure e dolci. La mia pizza da cinque dollari era ormai un lontano ricordo. Ho pagato, ho riempito il piatto e tanti saluti al mangiare equilibrato. E’ davvero impossibile resistere. Ti sbattono montagne, letteralmente montagne di cibo sotto al naso e agli occhi e tutto quello che si può fare è mangiarlo. Il mio stomaco, già notevolmente allenato e allargato, è stato messo a dura prova. Mi sono alzato a fatica dal tavolo, molto tempo e molti giri dopo. Il dolce non ci stava affatto, ma era lì, era già pagato. Ho preso un piatto di tutto e l’ho cacciato giù, fino a riempire quell’ultimo barlume di spazio che c’era. Ho mangiato anche la pasta al ragù, lontano ricordo dei tempi di Perth. Non sarà stato vero sugo alla bolognese, ma così lontani da casa ha fatto comunque la sua figura. Tranquilla nonna: mangio abbastanza!



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