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Skorpio maxi

Creato il 24 ottobre 2015 da Lafirmacangiante
SKORPIO MAXIE così, dopo il varo di Lanciostory Maxi di cui parlammo qualche tempo fa, nel mese di Ottobre arriva nelle edicole del belpaese anche la testata gemella Skorpio Maxi, con contenuti diversi ma con più o meno le stesse intenzioni. Ci tengo a precisare che a mio avviso le intenzioni che aleggiano in casa Aurea sono onestamente buone, ma che (purtroppo e ahinoi) pecchino sempre un poco nella messa in opera.
Devo dire che, messi sul piatto della fatidica bilancia, l'esordio dello Skorpio Maxi mi ha soddisfatto nei contenuti ancor più di quello del suo predecessore. Non è comunque privo di difetti neanche questo nuovo arrivato, anzi, un paio di questi mi sembrano realmente di grosse proporzioni. Inspiegabile (e anche di scarsa considerazione verso i lettori) l'inserimento della prima bande dessinée del nuovo mensile pubblicandola a partire dal tomo secondo. Infatti sembra che la prima parte del Mister George di Le Tendre e Labiano sia stata presentata in un numero di Skorpio settimanale, così chi acquista la prima uscita del Maxi si ritrova con una storia che inizia in media res, scelta a mio avviso completamente sballata e incomprensibile (con tutto il materiale poi che Aurea avrebbe da ristampare).
Altra scelta assurda è quella di presentare nelle poche pagine dedicate agli approfondimenti (o che avrebbero potuto essere dedicate agli approfondimenti) la rubrica del tuttologo Roberto Vacca che per quanto possa essere un esperto di fama mondiale qui c'entra come i cavoli a merenda. Già rimpiango lo splendido articolo che precedeva il primo numero de I Partigiani su Lanciostory Maxi n. 1. Qui ci viene offerto un approfondimento sulla mortalità causata da tumore e la situazione in Svizzera in completa controtendenza mondiale. A parte che l'articolo è a mio modestissimo parere del tutto inconcludente, ma se io prendo in mano una rivista a fumetti, principalmente d'avventura, sarà forse perché mi vorrò svagare un attimo? Non so a quanti avrà fatto piacere sorbirsi tra i due racconti brevi presentati in questo numero il pistolotto sul tumore. Assurdo. Occasioni e pagine sprecate.
Discorso copertina. Non saprei che dire, anche qui fuorvianti, forse un pelo meno eroticheggiante di quelle di Lanciostory Maxi, più che altro per lo stile, ma a mio avviso anche più brutta.
Veniamo ora alle note positive. Intanto mi sembra ci sia un po' di cura in più nei testi, nessuno strafalcione macroscopico e iniziano a comparire almeno le date delle prime pubblicazioni su Skorpio delle varie serie presentate. La carta è sempre la stessa e come già avevo detto a me piace, la trovo affascinante questa cartaccia. Il sommario presenta meno liberi rispetto a Lanciostory Maxi (qui solo due), liberi che si stanno rivelando un po' il punto debole della testata gemella, sempre meno interessanti delle storie lunghe che in Skorpio Maxi sono ben quattro.
Di Mister George abbiamo già detto, unico prodotto francese della rivista con protagonista uno smemorato immerso in una spy story, vicenda che non fosse stata tronca sarebbe anche stata piacevole da leggere seppur derivativa (qualcuno ha detto XIII?).
Non male l'ambientazione di Skorpio il vendicatore solitario. In una New York dei '70 troviamo quartieri difficili, gangster, bande di strada, un ispettore di polizia con i baffi a manubrio, un giovane prete dalla sberla facile, bande di motociclisti e il misterioso Skorpio, il vendicatore. Avventura più classica per Continente nero e Wakantanka, ambientato in Africa il primo e in Nord America il secondo. Il sommario si rivela più corposo e di peso, la lettura ne trae beneficio, probabilmente si potrebbe pensare di limitare al massimo i liberi e aumentare il numero di serie lunghe o le pagine a esse dedicate.
Sommario:
- Skorpio il vendicatore solitario, di Collins (t) e Garcia Sejas (d)
- Continente nero, di Grassi (t) e Salinas (d)
- Mister George, di Rodolphe/Le Tendre (t) e Labiano (d)
- Wakantanka, di Oesthereld/Albiac (t) e Zanotto (d)
- Il Dio sconosciuto, di Grassi (t) e Alcatena (d)
- Il maestro, di Barnes (t) e Klacik (d)

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