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Skyline – attirati come falene verso la luce

Creato il 04 gennaio 2011 da Soloparolesparse

L’inizio di Skyline ricorda per totale opposizione Vanishing on 7th street. Lì le persone sparivano inghiottite dal buio, qui dalla luce.
Il film di Colin e Greg Staruse parte però da uno spunto simile (sebbene opposto) per andare verso lidi completamente diversi.
Qui siamo nel pineo di un’evidente e classica invasione aliena.

Skyline – attirati come falene verso la luce

Poco prima di un’alba qualunque sulla terra scendono misteriosi fasci di luce, chi li guarda ne viene irresistibilmente attratto fino a farsi completamente inglobare.

Ben presto i protagonisti, che sono bloccati in un grattacielo di lusso si rendono conto che che si tratta di astronavi aliene che per qualche misterioso motivo sembrano mangiare (o comunque ingurgitare) le persone.
Non ci sono molte vie di scampo.
Acqua, elettricità, non funziona più niente. Dal palazzo non si può uscire perchè la città è assediata, e nemmeno si può sapere cosa accade nel resto del mondo.
Fino a quando gli alieni decidono di entrare nel grattacielo ed allora una decisione bisogna pur prenderla.

La sequenza iniziale di Skyline è notevole.
Ci fionda immediatamente nel dramma e lo fa con uno stile ed un ritmo da film di genere ben fatto.
Ed il film è decisamente un bel film di fantascienza, pieno di cose buone e con alcune cose molto meno buone.

Sono interessanti e complesse queste astronavi mezze meccaniche e mezze biologiche. Una bella varietà di mezzi e di mostriciattoli, tutti guidati da questa specie di cervello blu luminoso che pare essere la parte vivente del tutto.
E gli effetti speciali nel loro complesso sono una roba non certo pacata e votata al risparmio… tutt’altro.

Skyline – attirati come falene verso la luce

Molto meno buone sono invece le sequenze al rallentatore che i fratelli Strause ci propongono più volte per motivi non ben chiari.

Funzionale la scelta di seguire i protagonisti senza preoccuparsi di quanto succede all’esterno, così capita che l’arrivo della cavalleria (l’esercito e gli aerei da combattimiento) arrivi inaspettato e liberatorio.
E tra le chicche ci metto anche la sequenza in cui Donald Faison cerca di aprire una porta sparando alla serratura e ci ricorda che di solito non basta un colpo preciso come siamo abituati a vedere ma è più probabile che sia necessario scaricare un caricatore e poi prendere decisamente a calci la porta.

Il prefinale è un po’ troppo epico per i miei gusti ma gli ultimi quattro minuti sono uno splendore in cui molto si chiarisce (ma non tutto, grazie al cielo!) e ci regalano una nuova visione… diciamo più dall’interno.


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