Le smart grid hanno un potenziale di riduzione delle emissioni e dei consumi legato alla possibilità che offrono in termini di distribuzione efficiente ed empowerment del consumatore finale.
Non è solo questo. Le ricadute sono molte altre. Pensate per esempio all’automobile elettrica. Se ne è parlato tanto, perchè la mobilità individuale è divenuta insostenibile: le città del mondo non hanno più aria disponibile. L’auto elettrica, a zero emissioni, risolve il problema della sostenibilità degli spostamenti. Tuttavia ne apre degli altri, di soluzione non meno difficile. Come si ricarica? La rete nazionale sopporterebbe un così alto picco di richiesta? Quanto costa un “pieno” di energia? Di quanto verrebbero abbattute le emissioni di CO2?
Le efficienze distributive ed allocative rese possibili dalla smart grid danno alcune delle risposte a questi quesiti.
Il prezzo dinamico della tariffa, basato sui picchi di produzione, mette l’utente in condizione di ricaricare l’automobile nelle ore in cui il costo dell’energia è più basso. Il dipartimento energia della General Electric calcola che negli Stati Uniti si possa risparmiare da 1/4 ad 1/3 sul costo del gallone di petrolio equivalente. C’è di più: molte delle ricariche possono essere fatte di notte, quando, non solo la tariffa è più bassa, ma l’energia generata da fonti rinnovabili come l’eolico è molto maggiore.
L’auto elettrica non significa solo abbattimento delle emissioni. Significa anche indipendenza dal petrolio. Sempre General Electric calcola che la diffusione dell’auto elettrica potrebbe dimezzare le importazioni di petrolio degli USA, fino ad importarne 6 milioni di barili in meno al giorno.
Qualche numero sul possibile abbatimento delle emissioni di CO2 viene sempre da fonte GE: -25% annuo.
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