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SmartChair, la sedia a rotelle che si muove con il pensiero di un venticinquenne barese

Da Eartgaia88 @earthgaia88

Se muovere oggetti con il pensiero vi sembra roba da fantascienza o per lo meno da team di sviluppatori del Cern di Ginevra, andate nella periferia barese. Lì incontrerete Antonio Blescia, un venticinquenne perito informatico che ha sviluppato nel suo tempo libero il progetto SmartChairuna sedia a rotelle che si muove con voce e pensiero.

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Dopo aver lavorato nel campo della domotica per due anni, Antonio ha coltivato la sua passione per l’informatica e la tecnologia passando decine di nottate a programmare. “Credo di aver pronunciato prima la frase “Hello World!” che la parola Mamma”.

SmartChair non è il primo progetto di Antonio ad alto contenuto tecnologico. Infatti nel 2008, quando gli schermi touch ce li sognavamo, aveva inventato un guanto multimediale per utilizzare le dita invece del mouse (qui trovate un video).

Il progetto SmartChair invece nasce dalla volontà di usare la tecnologia per aiutare chi è affetto da disabilità motorie“Ho comprato una sedia a rotelle per costruire il primo prototipo e ogni giorno mi ci sedevo un po’ per capire cosa si prova”

SmartChair integra tecnologie esistenti in un’unica architettura hardware e software per consentire il controllo dei dispositivi presenti in un appartamento con l’uso della voce, ma soprattutto con l’uso della mente.

Antonio racconta di aver passato ore e ore a studiare il funzionamento dei lettori di movimento degli occhi e delle onde celebrali per costruire le interfaccie software e hardware utili a integrare queste tecnologie nel suo progetto. E c’è riuscito!

Qui controlla i dispositivi intorno a lui con la voce:

E qui con la mente:

Cosa spinga Antonio a uscire dall’ufficio e iniziare di nuovo a lavorare è solo la sua passione:  “Il mio obiettivo non è quello di far soldi, ma di dimostrare che alcune tecnologie non richiedono enormi investimenti per essere sviluppate. Ricevo ogni giorno decine di email da persone che si congratulano con me non solo per la tecnologia che ho sviluppato, ma sopratutto per la mia intenzione di migliorare condizioni di disabilità senza puntare ad alcun tipo di ritorno. La maggior parte di questa gente è affetta da disabilità motorie. Spero che questo progetto possa essere sviluppato per aiutare il prossimo, intanto ha aiutato me a trovare il lavoro nell’azienda dei miei sogni

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