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Smart/Debt City o semplicemente Intelligent City?

Creato il 24 ottobre 2012 da Anticasta

Resoconto di un incontro...

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Il 18 ottobre allo SMAU di Milano, dopo aver premiato le città italiane che si sono distinte per i casi più innovativi di sviluppo intelligente, si è tenuto il convegno dal titolo "La via italiana alle città intelligenti" moderato da Federico Pedrocchi.

Tra le innovazioni per cui tre città hanno ricevuto il premio ci sono cose come una smart card che permette, di gestire la raccolta rifiuti (comune di Venaria Reale- Torino) oppure un sistema di localizzazione di vaporetti ed autobus per comunicare eventuali ritardi o variazioni di percorso (comune di Venezia) ed un sistema di rilevazione capillare dell'inquinamento (comune di Trento e Arpa).

Se già potremmo dire che i contenitori per rifiuti automatizzati sono molto costosi, per non parlare della manutenzione che richiedono e della possibilità di atti vandalici, ci sono altre innovazioni premiate che ci fanno un po' pensare se non preoccupare come il progetto di cittadinanza digitale, che vuole attribuire a tutti un codice e che permette di effettuare dei pagamenti attraverso il cellulare perché, magari no, ma ci sembra l'anticamera dell'eliminazione della moneta su carta in favore di tutte le transazioni controllate attraverso le banche che già hanno parecchio potere.

Tornando al convegno, sono intervenuti alcuni sindaci tra cui Boccali, sindaco di Perugia che ha tranquillamente dichiarato che tutti i progetti di smart city, grazie al patto di stabilità, possono essere considerati "cose di fantasia". Il concetto è stato ripreso da Fassino, sindaco di Torino che oltre ad aver parlato del bisogno di una strategia per fare un salto culturale e tecnologico ha ricordato che le risorse pubbliche sono andate via via diminuendo. Dal bilancio di un miliardo e trecento milioni lo stato ha tagliato duecento milioni. Fassino ha dichiarato che il 55% della spesa pubblica è statale, mentre il 45% è destinato al territorio tra cui, la spesa per i comuni, è la più bassa. Questo 45%, a suo parere, è insufficiente per risanare il territorio. (Bisognerebbe chiedersi cosa fa lo stato con il restante 55% oltre a comprare armi, finanziare progetti inutili in paesi lontani e finanziare cose come la Tav n.d.r.) Per le smart city, continua Fassino, da due anni a questa parte si è fatta solo della sperimentazione. Sono tante le imprese che continuano a proporre progetti da sperimentare ma si rischia di fare niente di più che un "presepe" ovvero un quartiere con una panchina intelligente, una cabina intelligente etc . . . Il sindaco di Torino sostiene che bandi e fondi europei siano una risorsa ed ha parlato anche di un'agenda digitale per costruire una regia sul territorio. Ha sollevato poi il problema della pubblica amministrazione che, avendo una struttura verticale, bloccherebbe tutti i processi mentre per le smart city occorrerebbe più flessibilità. Insomma tanti sono gli ostacoli da superare a cominciare da quelli burocratici ma a quanto pare quello maggiore è la carenza di FONDI. Ed ecco allora che Cristina Farioli, direttore sviluppo e innovazione IBM Italia, dopo aver parlato della necessità di progetti trasversali che coinvolgano tutti gli assessori di una amministrazione in quanto all'interno di una città non si possono separare ad esempio il piano urbanistico dal problema dell'inquinamento o dal tema del turismo e così via ed aver ricordato il Roadmap tenutosi a Siracusa con l'amministrazione cittadina e la partecipazione di 16 esperti internazionali, annuncia che IBM lancia un progetto di sostenibilità con il contributo di una BANCA. Ecco che arriviamo sempre lì, non ci sono soldi ma noi li chiediamo alle banche e visto che questi progetti non sono cose su cui un investitore può lucrare direttamente, come ad esempio, la gestione delle autostrade per cui l'investitore incassa il pedaggio, temo che questo abbia l'unico effetto di aumentare il debito dei comuni. E chi paga alla fine sono sempre i cittadini finché i comuni saranno costretti a cedere le nostre risorse alle banche o altri privati in grado di pagare il debito. Non vi fa pensare subito ad esempio alla storia della privatizzazione dell'acqua e della gestione dei rifiuti? Alla fine il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, riporta tutti su un piano più saggio e razionale. La città intelligente non è solo tecnologica, Cosenza, dice lui, ha un centro storico bellissimo posto su di una collina ma tutto intorno sono stati costruiti quartieri dormitorio, alienanti casermoni senza servizi. Teme, il sindaco, che l'utilizzo di una regia che applichi soluzioni standard e che non tenga conto delle particolarità del territorio possa solo peggiorare questa situazione. Mario Occhiuto ci ricorda che sarebbe molto intelligente riappropriarsi delle buone pratiche del passato ad esempio pensare alla fruibilità degli spazi pedonali, fare investimenti culturali affiancare alla tecnologia anche cose semplici come il corso pedonale intelligente. Eh sì, tra rilevatori e centraline per questo e quell'altro, molte legate al problema della viabilità, ci si scorda che sarebbe molto più semplice avere tutto a misura d'uomo ed a Km zero, così le persone camminano, s'incontrano, fanno la spesa e non inquinano. Perché pagare molto per un cassonetto intelligente quando si può fare la stessa cosa con una cultura del rifiuto ed un sistema di raccolta porta a porta? Queste cose sì che sono intelligenti! Aumentano l'impiego ed i costi sono molto più contenuti e soprattutto intelligenti.

di Cinzia Bascetta


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