La sontuosa campagna acquisti estiva ne aveva fatto crescere le quotazioni, il precampionato incerto aveva suscitato qualche dubbio, ma dopo una settimana di pallacanestro vera la candidatura dell’Armani Jeans Milano a un’annata da protagonista deve essere ufficializzata.
Se le due vittorie in trasferta a Teramo e Mosca avevano dato indicazioni contrastanti – Teramo è stata in partita solo per il 17/30 da 3? Il CSKA è stato domato solo per il 16/24 biancorosso dalla lunga distanza? –, il terzo sigillo stagionale ha impressionato per la “normalità” con cui Milano è salita piano piano nel punteggio durante il terzo quarto, arrivando fino al +28 (80-52 al 35’) su una Benetton in chiara difficoltà. Un primo tempo sonnacchioso, con le cattive percentuali biancorosse e le perse biancoverdi a bilanciarsi nella mediocrità, seguito da un ruggito impressionante dei padroni di casa che nei successivi 15’ hanno mandato a referto 51 (!) punti.
La costante di queste vittorie, pur così diverse tra loro, si può individuare in una voce statistica, il saldo perse-recuperate: +6 contro Teramo, +2 contro Mosca (ma il dato dei recuperi in Eurolega è sottostimato perché vengono considerati solo i “furti”, come nell’NBA), +7 contro Treviso. Non è un dato inatteso, per una compagine che può permettersi egregi difensori come Jaaber, Hawkins, Maciulis e Rocca, ma non per questo è meno significativo.
Vediamo più nel dettaglio che cosa funziona e che cosa dev’essere sistemato: la ricchezza di questa seconda categoria, a fine ottobre e con tre vittorie in saccoccia, è un significativo indizio del potenziale di una squadra. Allo staff tecnico il compito di far felice Aristotele e trasformarlo in atto – sebbene i due anni milanesi di Bucchi (peraltro meno “cervellotico” nella gestione delle rotazioni in queste tre partite) non siano, in questo senso, beneauguranti.
Che cosa va – S’è detto della pressione difensiva che, spesso, si trasforma in palle rubate che portano punti facili. In una squadra così ricca di ottimi difensori, anche Finley sembra trovarsi meno a disagio rispetto allo scorso anno, così come Mancinelli, che potrebbe aver finalmente compreso come usare il suo indubbio talento atletico per non limitare la sua difesa al muovere le mani cercando la palla (cari allenatori delle giovanili, ricordatelo sempre ai vostri giocatori!). L’ex-Fortitudo ha mostrato finora una grande tranquillità in campo, giocando con sicurezza anche quando il tiro da fuori (storicamente ondivago per lui) non entra. Paradossalmente, le migliori indicazioni per lo staff tecnico sono arrivate contro Treviso: solo 5 punti, d’accordo, ma un grande coinvolgimento in campo, con tante cose utili per la squadra (6 rimbalzi, 2 assist, 5 recuperi). Da segnalare un’ottima assistenza spezzando un raddoppio per la tripla di Mordente che, all’inizio dell’ultimo periodo, ha fermato sul nascere le deboli velleità di rientro trevigiano (gioco da tre punti causato da una persa e da un fallo su Nicevic proprio di Mordente nella prima azione del quarto).
Non si può però evitare di citare Maciulis tra i “plus” biancorossi: dopo una buona serie di playoff e un ottimo mondiale, il toro di Kaunas ha confermato il suo percorso di crescita, giocando con grande autorevolezza ed evitando di incorrere, almeno per ora, nei problemi di falli che lo avevano tormentato nella sua prima stagione. Tra i promossi di questo primissimo scorcio di stagione devono trovare spazio Pecherov, splendido protagonista a Mosca (ma ieri vittima di un problema muscolare, apparso non gravissimo sulle prime), Ibby Jaaber e, ça va sans dire, Mason Rocca.
Che cosa non va – Il gioco a difesa schierata non è finora apparso molto convincente, anche per le difficoltà fisiche di Petravicius che, non foss’altro per questioni di stazza, può fornire alternative credibili al gioco perimetrale. Va detto che in organico, aldilà dell’assenza di un play “vecchio stampo”, non abbonda l’intelligenza cestistica e non ci sono molti grandi “passatori” ai lunghi, il che suggerisce che i milanesi saranno costretti ad affidarsi spesso alla difesa per vincere le partite.
Che cosa non giudichiamo – L’inserimento di Melli è un caso di scuola per esercitarsi sulla sospensione del giudizio. Il ragazzo ha grandi qualità (e gode della fiducia incondizionata di chi scrive, per inciso), ed è riuscito a trovare qualche buon minuto a Mosca e a far intravedere qualcosa nel secondo “stint” contro Treviso. Ne riparleremo a fine girone d’andata.
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