Magazine Lavoro

Sogni (disoccupati) di fine estate…

Da Gioacchina @disoccupingegna

++ DISOCCUPAZIONE MAGGIO A 12,2%, RECORD DA 1977 ++

- MI SCUSO ANTICIPATAMENTE CON QUANTI AMANO E RISPETTANO L’ITALIANO CORRETTO. ANCHE IO NUTRO UNA PROFONDA STIMA NEL SUO USO, MA STAVOLTA SCRIVO COSì. NON ME NE VOGLIATE… -

Siamo arrivati quasi a settembre e nella tristezza che segna ogni fine stagione (non è vero, l’estate non è ancora finita!!!) si ritorna dalle vacanze…ma vacanze da cosa?!

Per noi disoccupati le vacanze durano tutto l’anno…

Eh già…proprio così…l’altro giorno sentendo degli amici parlare tra loro (chiacchieravano sulla fine delle ferie…pensa te…che discorsi strani!!!) ho tirato le mie somme: sono tanti a scrivere sui social network di questa maledettissima conclusione di vacanze…ma a noi poveri disoccupati non ci pensa mai nessuno?!

Mentre VOI tornate a lavorà, a noi ce tocca rosicà!

Noi, che mentre VOI vi lamentate che dovete tornare a impostare sveglie mattutine quasi impossibili da pronunciare, dobbiamo tornare alla vita di sempre, alla questione fatidica riguardante la triste ma quanto mai profonda domanda: “E mo?!?!”

Noi, che mentre A VOI VE PAGANO, noi dobbiamo cercare un’altra domanda di disoccupazione da fare (nella migliore delle ipotesi) o aspettare la prossima stagione per fare gli ANIMATORI (ma non ho mai capito…a noi DISOCCUPATI PERENNI chi ci anima???)

Noi, alle prese con concorsi, motori di ricerca per il lavoro, nuove leggi inutili sulla disoccupazione, che dobbiamo fà pè campà?

Mentre a VOI fortunatissimi (a prescindere dalla VOSTRA mansione di lavoro, ricordatevi che avete comunque qualcosa su cui contare e non solo un libretto di risparmi vuoto su cui piangere) fa tristezza lasciare il luogo di vacanze, a NOI tornare a casa senza obiettivi e senza uno scopo nella vita (ARTICOLO 4 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società) crea un leggerissimo quanto preponderante senso di inutilità e una certa DEPRESSIONE.

E scusate tanto cari amici occupati, ma non sto usando impropriamente il termine “depressione”: gioire nell’aver trovato un annuncio per lavorare come colf nella propria città o esser felici di aver ricevuto una risposta da chi cercava una signora delle pulizie nelle zone a noi limitrofe e poi ricordarsi d’aver frequentato e studiato all’Università, non mi sembra affatto normale…

E mentre VOI, infelici, tornate alle vostre OCCUPAZIONI, miei cari fortunatelli, per NOIARTRI la gioia non sono le ferie ma quei pochi lavoretti che riusciamo a trovare durante l’anno.

Insomma, “A ciascuno il suo” (momento di contentezza), come disse qualcuno…

 



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