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Sogno amaranto secondo Lorenzo Spurio

Creato il 05 agosto 2012 da Cinzialuigiacavallaro
 

Anche io con imperdonabile ritardo, ringrazio di cuore Lorenzo per la sua recensione del mio romanzo pubblicata sul suo Blog di Letteratura e Cultura. Un blog da seguire perché molto interessante e ricco di informazioni e news.

Colgo l’occasione per inviare il mio personale in bocca al lupo per il suo libro “Jane Eyre. Una rilettura contemporanea” finalista al premio Carver e che non mancherò di leggere e recensire. Come si dice…a buon rendere!

Con imperdonabile ritardo, e dopo la recensione alla sua breve raccolta di poesie Dies Natalis, sono a scrivere un mio commento su Sogno amaranto, romanzo di Cinzia Luigia Cavallaro che rappresenta il suo debutto come narratrice.

Il libro, suddiviso in  numerosi capitoli, non è uno dei quei testi di facile lettura,  ma richiede una particolare attenzione da parte del lettore. Il messaggio in esso contenuto è abbastanza positivo e parte da introspezioni, ricordi, flussi di coscienza, dolori, attimi vissuti che hanno segnato pesantemente la vita dell’io narrante, dietro la quale – c’è da immaginare- si cela una qualche piega della stessa scrittrice. È una citazione da una canzone di Zucchero a fornire il titolo a questo romanzo, Sogno amaranto, e la copertina appositamente dotata di questa varietà cromatica richiama ancora una volta l’importanza del titolo. Che cosa andremo a leggere? Una storia vera, successa realmente? Una storia inventata, ma verosimile? Qualcosa di fantastico, un sogno? Sta al lettore decidere. Di certo il romanzo contiene in sé tutti gli elementi per essere considerato un fine canto d’amore, un elogio –poco contemporaneo e molto d’altri tempi- dei buoni sentimenti, un carosello di emozioni, sia positive che negative, ma anche un valzer d’erotismo che rifugge la banalità e il volgare.

E’ per questo che sono a consigliare la lettura di questo romanzo che, come si diceva all’inizio, implica una lettura attenta, non tanto perché l’autrice utilizza una terminologia difficile o ricercata, ma perché è proprio la corposità e allo stesso tempo la vastità delle tematiche che mette in campo che richiedono una lettura degna di un qualsiasi classico della letteratura.

C’è da augurarsi che Cinzia Luigia Cavallaro continui su questa strada.


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