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Sogno senza titolo.

Creato il 22 febbraio 2012 da Blogdispiccioli @blogdispiccioli

Sogno senza titolo.

Magritte - Le Grand Style

"Fatto un sogno assurdo."
Quando racconto un sogno, mi accorgo di omettere il verbo avere.
Se qualcuno mi chiede, "Hai dormito bene?", rispondo: "Fatto un sogno assurdo." 
Assurdo è l'aggettivo che uso sempre, perché, se non è assurdo, il sogno non lo racconto.
Stanotte, ad esempio, fatto un sogno assurdo.
C'è il mio coinquilino, quello alto, che ha voglia di guardare "Il Grande Lebowski".
"Ma sono le cinque di mattina!" rispondo. Lui accetta l'insensatezza della richiesta e scompare dalla scena. C'è il computer acceso e leggo con stupore e amarezza che è morto Giovanni Sartori, il grande politologo italiano, noto per la sua teoria sui sistemi politici.
Una piccola parentesi.
Si dice che quando si sogna la morte di qualcuno, gli si allunghi la vita. E vorrei ben sperare! Il fatto è che Sartori è nato nel 1924, si avvicina ai 90, e se domani dovessi scoprire che il grande politologo italiano, noto per la sua teoria sui sistemi politici, ci ha lasciato, mi sentirei uno jettatore coi fiocchi. E sarei costretto a non raccontare più nessun sogno.Quindi mi tocca sfidare il caso e andare avanti.
Scorrendo la biografia del grande politologo, faccio una scoperta sorprendente.
Giovanni Sartori per diversi anni è stato un allenatore di calcio. Del Torino. Negli anni '70. Ci sono diverse foto che documentano la sua carriera, ed anche un breve filmato. Questo filmato è veramente incredibile. C'è uno stadio. Al centro del campo c'è Sartori con la testa bassa, che esamina il prato. Le zolle di terra sono in pessime condizioni, in alcune zone sono rialzate, in altre manca l'erba, insomma un disastro. Di certo non si può giocare. Sugli spalti non ci sono i tifosi, ma si sta tenendo un'assemblea del Parlamento europeo. Isolata, in tribuna, c'è Emma Bonino che sta per prendere la parola. Chissà per quale motivo, nessuno si decide a passarle il microfono, e lei comincia a piangere, dicendo che è necessario ascoltare le voci più piccole, che non le si può ignorare per sempre. Dopo un po' mi accorgo che tutta questa scena non la sto guardando su un filmato, ma la sto leggendo. Sono davanti alla biblioteca, con il libro ancora aperto davanti.
Mi guardo intorno, chiudo il libro e vado a riconsegnarlo.
Teoricamente il sogno continua con un inseguimento di alcuni ragazzi che vogliono non so cosa da me, e, nonostante riesca a seminarli, riescono a trovarmi sotto casa. Le fondamenta dei palazzi cominciano a sprofondare e miracolosamente riesco a fuggire, ma il più grosso di loro mi afferra alle spalle. Per liberarmi dalla sua presa, sferro un calcio volante.
Solo che il calcio l'ho dato davvero. Sulla ringhiera del soppalco dove c'è il letto.
E mi sono svegliato così.
Ora che ho scritto il sogno di stanotte, e posso riguardarlo lucidamente, mi vengono in mente due considerazioni.
La prima è che la stima  che ho per Giovanni Sartori, il grande politologo, noto per la sua teoria sui sistemi politici, è tale da contaminare anche i miei sogni. Spero vivamente di aver contribuito alla sua longevità.
E poi la seconda considerazione, che in realtà è una domanda rivolta a tutti quelli che leggeranno questo sciocco articolo:
Emma Bonino, sulla Smorfia, che numero è?


Alessio MacFlynn

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