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Sole Alto: dal 28 aprile al Cinema Sotto il Segno della Tucker Film

Creato il 29 febbraio 2016 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Sole Alto: dal 28 aprile al Cinema Sotto il Segno della Tucker Film

Da giovane promessa della scena croata a luminosa Shooting Star dell'ultima Berlinale: parliamo di Tihana Lazović, nuovo talento del cinema (l'abbiamo già vista in Padre vostro, pellicola del 2013 di Vinko Bresan), del teatro e anche sofisticata cantante di una jazz band. Una vera "forza della natura" (citando la stampa internazionale) che sta finalmente per incantare anche il pubblico italiano!

Arriverà infatti nelle nostre sale il prossimo 28 aprile, distribuito da Tucker Film, l'attesissimo Sole alto di Dalibor Matanić. Una produzione che, in perfetta sintonia con il respiro della trama, vede cooperare la Croazia, la Slovenia e la Serbia, restituendo pienamente il percorso di ricostruzione culturale in atto nell'ex Jugoslavia.

Premiato a Cannes, dalla giuria della sezione Un Certain Regard, e candidato al Premio LUX del Parlamento europeo, Sole alto racconta l'amore fra un ragazzo croato e una ragazza serba. Un amore che Matanić moltiplica per tre volte nell'arco di tre decenni consecutivi: stessi attori (Tihana Lazović è affiancata dal bravo Goran Marković) ma coppie diverse, dentro il cuore avvelenato di due villaggi balcanici. Così, in quella che si rivela una sorprendente riflessione sulla natura umana che racconta il dolore per raccontare la speranza, passiamo dal 1991 e dall'ombra scura della guerra al 2001 e alle cicatrici che devastano l'anima, fino ad arrivare al 2011 e ad una possibile (ma impervia) rinascita.

Sole alto è un'opera che si alimenta di contrasti e simmetrie, un'opera dove il buio, per quanto si sforzi, non riesce mai a soffocare la luce. E la luce, qui, non è solo una metafora: è anche un contesto visivo. È lo zenit (citando il titolo originale del film, Zvizdan) che illumina il cielo di due villaggi e la pelle dei due giovani. Sviluppando la narrazione lungo lo spazio di tre decenni diversi, il regista utilizza gli stessi paesaggi come orizzonti emotivi, prima ancora che geografici, e gli stessi attori come simbolo di ciclicità. I due ragazzi, invece, no: i due ragazzi non possono essere gli stessi, perché i loro vent'anni sono cristallizzati dentro una giovinezza, innocente e fragile, che ci parla (anzi: che ci deve parlare) di ieri, di oggi e, soprattutto, di domani.

A vent'anni esatti dall'Accordo di Dayton, che nel 1995 pose fine alla guerra dei Balcani, la friulana Tucker Film scommette dunque su uno straordinario inno alla vita e su una straordinaria giovane attrice, Tihana Lazović, di cui sentiremo ancora parlare.


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