Magazine Società

“Sono un ladruncolo, un gran falsario, un depresso forsennato, fiero, maldestro e violento” (Serge Gainsbourg)

Creato il 22 luglio 2012 da Gianna

Qualcuno ricorda questa canzone? Serge Gainsbourg  e Jane Birkin fecero scandalo all’epoca, si parla del ’68. Vennero censurati e il disco fu addirittura sequestrato e distrutto! La canzone fu infatti una delle prime a trattare il tema dell'erotismo in modo così esplicito, con i suoi sospiri e le sue parole, che descrivono l’atto sessuale tra un uomo e una donna, e che, con passaggi come “Je vais et je viens entre tes reins”, lascia poco all'immaginazione. Ma non è di questo che voglio parlare, la canzone serve solo per evidenziare il personaggio, Serge Gainsbourg, che molti conoscono solo per questa canzone.Gainsbourg nasce a Parigi nel 1928, e muore nel 1991, eroso dall’alcol e dagli abusi. E’ un musicista, un compositore, un uomo disperato, un autolesionista, è libero da schemi di ogni sorta, è un artista maledetto, un grande seduttore. E’ il ritratto del genio ribelle, del viveur dalla barba lunga che passa le notti a bere pastis 102 e la mattina a comporre capolavori indiscussi. In un programma francese di fine anni 80, in prima serata, lui era l’ospite di punta, e arrivò sul palco ubriaco fradicio. Il presentatore, che poteva essere il nostro Pippo Baudo, non sapeva come gestirlo: lui alternava sigarette Gitanes a Gouloises, rigorosamente senza filtro. E diceva tutto quello che gli passava per la testa. Poi, cantava. E quando cantava, incantava chiunque. Le sue canzoni ricordano i versi dei poeti maledetti, quei cantori che, come Baudelaire e Verlaine, hanno saputo radiografare il disagio e la trasformazione di una società malata e contraddittoria. Accostare le atmosfere dei “Fiori del male” baudelairiani a quelle del canzoniere di Serge (più di trecento canzoni tra edite e inedite) non è azzardato. Anzi, è ancora una volta una dimostrazione che le contraddizioni, il dolore e la ricerca dell’essere viaggiano sul filo della memoria. Nelle composizioni del cantautore francese i registri cambiano: la solitudine del “Poinçonneur des Lilas”, l’amplesso della scandalosa “Je t’aime…moi non plus”, gli amori morti della “Chanson de Prevert”, la libertà attraverso la morte di “Bonnie et Clyde” o il legame tra padre e figlia di “Lemon incest” sono alcuni tasselli che completano l’opera vasta di artista che ha saputo esprimersi anche con la pittura e dietro la macchina da presa. Nel 78 in Jamaica compose, insieme a Peter Tosch, una versione reggae della Marsigliese, e fece nascere un putiferio colossale in Francia. Per questo, nel suo paese, il suo personaggio è vivo più che mai, e divide ancora oggi l’opinione pubblica. Gainsbourg, restando fuori dalla mischia, ha un canzoniere che con il tempo è diventato impeccabile osservatorio di un’epoca e del clima di una società davanti alla quale lui si è sempre posto con il solito atteggiamento di strafottenza. “Sono un ladruncolo, un gran falsario, un depresso forsennato, fiero, maldestro e violento”, è l’epigrafe di trent’anni di splendida carriera.Tutto questo per dire che in questi giorni, in alcuni cinema estivi sparsi per l’Italia, stanno proiettando un film, una chicca per amanti della musica d’autore, e del cinema poco convenzionale: “Gainsbourg” di Joann Sfar, dal sottotitolo eloquente, “la vita eroica ".Spero che arrivi anche qui da me, non lo perderò sicuramente…Fonte 

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :