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Sonor, di Peter Levin - Sul paesaggio sonoro di udenti e non udenti

Creato il 16 novembre 2011 da Ladridibellezza
Sonor, di Peter Levin - Sul paesaggio sonoro di udenti e non udentiUn giorno di alcuni anni orsono, in una conferenza tenutasi a Milano, Richard Schechner disse che nei momenti nei quali c'è più crisi politico-sociale, in quei momenti massimo è il bisogno d'arte e poesia, come fossero ossigeno cui attingere per una cura intensiva.
Il mio ossigeno, ieri, è stata la visione di Sonor, di Peter Levin, grazie alla quale mi sono ritrovata in una sorta di stanza insonorizzata dal vociare inutile, noioso, ripetitivo e mediocre dell'esterno e in una dimensione profonda e intensa che pur ci è dato percepire, vivere, creare e apprezzare come esseri umani.
Sonor (2011) è il resoconto, attraverso una serie di 'quadri'/situazioni, dell'incontro tra un musicista e una ballerina non udente dalla nascita, e della loro esplorazione congiunta dell'ambiente sonoro così come percepito da udenti e da non udenti (perché c'è, non è silenzio) col fine di tentare poi la restituzione delle loro scoperte in forma verbale e visiva attraverso il film. Poco alla volta la loro relazione si sviluppa come un'improvvisazione musicale, dove l'ambiente sembra rivelare una partitura di onde e vibrazioni cui abitualmente - noi normodotati - non prestiamo attenzione. Il tutto trattato con un sensuale bianco e nero, con il tempo lento della scoperta e della comprensione reciproca dei protagonisti, e melodie solo apparentemente dissonanti.

Un risultato semplicissimo ed estremamente profondo, chiaramente debitore di studi di acustica, ricerche sul paesaggio sonoro e sperimentazioni musicali di lunga data. Ma - pur nell'onnipresente neve che tutto sembrerebbe ovattare - connotato dal tepore che si sviluppa nel delicato dialogo/confronto dei protagonisti, e dal brivido del racconto della pratica abituale della ballerina di posare le mani sull'impianto stereo e mettere in loop un brano musicale finché il suo corpo e la sua memoria non siano perfettamente impregnati di una certa sequenza di vibrazioni, secondo un certo ritmo, sul quale lei disegnerà e interpreterà la propria coreografia.Qui di seguito una breve intervista a Peter Levin, per chi avesse piacere di approfondire.


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