Sostenibilità e bike sharing

Uno dei metodi indiscussi per condurre una vita sana ed equilibrata e per prendersi cura del proprio corpo è proprio quello di seguire uno stile di vita corretto, adeguato alla propria età anagrafica ed al proprio corpo, che accompagni ad un’alimentazione mirata e sana anche una buona attività fisica.

Se poi questo atteggiamento “sostenibile” nei confronti del proprio organismo diventa sostenibile anche per l’ambiente, ancora meglio. Ed allora, come si può fare per far sposare questi due concetti così importanti, soprattutto in una società occidentale come la nostra, che vive di corsa, quasi senza mai regalarsi un momento di respiro?

Uno dei modi migliori per vivere secondo gli assunti propri della sostenibilità sia per il proprio corpo che per l’ambiente che ci circonda, è sicuramente il bike sharing: di cosa si tratta esattamente?

Come suggerisce la stessa parola, bike sharing significa “condividere una bicicletta”, ovvero, in maniera più approfondita, scegliere di muoversi nell’ambiente urbano e cittadino a bordo di una bici, evitando così non solo il traffico (con tutte le sue conseguenze snervanti del caso) ma contribuendo anche a ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’aria.

Questo tipo di mobilità sostenibile è già presente in 150 amministrazioni comunali, anche se il primato in Italia va ad alcune città del nord, tra cui Cuneo, Modena e Milano: si conta infatti che in queste città il rapporto sia di 1 mezzo di bike sharing ogni 1.000 abitanti.

Certo, risultati ancora troppo lontani dalle avanzate città come Parigi (in cui il rapporto, ad esempio, è di 1/100), ma se i risultati all’inizio del progetto sono questi, si può decisamente sperare di migliorare, nel giro di pochi anni, la situazione.

A questo proposito soprattutto l’opinione di Lega Ambiente è altamente positiva: ci si augura, infatti, che questi risultati siano solo uno stimolante punto di partenza per migliorare e rendere sempre più efficiente questo servizio di mobilità a impatto zero.