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Sotto il tallone del FMI (Fondo Monetario Internazionale)

Da Conflittiestrategie

Alle tensioni finanziarie si è aggiunta una fase recessiva che dalla periferia si è estesa al centro della zona euro; il prolungarsi della crisi va ricercata nella mancanza di una politica autonoma dagli Usa che accentua i forti squilibri tra il Nord ed il Sud, oltre alle ricette di rigore che in dosi massicce hanno fatto sprofondare in una irreversibile recessione rendendo necessarie nuove dosi di austerity.

In queste condizioni i processi di aggiustamento e consolidamento fiscale dei paesi più indebitati dei paesi dell’eurozona, tra cui l’Italia, va incontro a crescenti difficoltà.

Le recenti decisioni della Bce di intervenire in tempi brevi a sostegno, con un memorandum di intese con il Fondo Salva Stati, in particolare nei confronti di Spagna e Italia, appare tutt’altro che scontato. Tali paesi sono particolarmente vulnerabili a causa della crisi di liquidità che può autoalimentarsi con il rischio di solvibilità. Sono rischi sistemici con effetto di contagio per l’intera area considerando che sono paesi troppo grandi per fallire ed essere salvati.

Gli otto giudici della Corte Costituzionale tedesca hanno ratificato l’Esm (il Fondo salva Stati) con un limite quantitativo di 190 miliardi di euro alla quota che la Germania può finanziare nei programmi di salvataggio su scala europea; ciò significa che tale limite può essere superato soltanto con il voto del Parlamento tedesco ( per la dottrina tedesca è un richiamo al sacro principio per il quale la spesa pubblica va sempre giustificata agli elettori). Su scala europea, il limite di 190 miliardi significa credere che non si andrà oltre il previsto salvataggio della Spagna e al proseguo di sostegno della Grecia se avanzerà nei suoi tagli previsti; in altre parole non c’è capienza per l’Italia.

Considerando l’intervento della Bce per il suo programma di acquisti di titoli sovrani, interviene il problema delle “Condizionalità” poste alla base dello stesso intervento prospettato. La Bce ha affermato che spetterà all’Eurogruppo ed al Fondo Salva Stati fissare le condizioni necessarie per l’ottenimento dell’intervento: un ruolo chiave sia affidato al Fmi (Fondo Monetario Internazionale) nella formulazione e monitoraggio dei programmi di assistenza.

E’ chiaro che tale tipo di intervento potrebbe risultare pesante nei termini costi-benefici con un saldo complessivamente negativo , qualora si dovesse optare per un intervento della Bce, che altro non è una sua perdita di controllo del paese che intende aiutare a favore del Fmi, spazzando via quel poco di sovranità rimasto per l’intera Europa.

GIANNI DUCHINI, settembre 2012


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