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Sotto ricatto perenne, ovvero “sarebbe da irresponsabili”

Creato il 17 settembre 2013 da Davideciaccia @FailCaffe

Dal Novembre 2011 il cittadino italiano si sente ripetere, con cadenza settimanale, questa frase: “Sarebbe da irresponsabili andare al voto”. Da queste pagine un appello: #Failaleggelettorale.

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Nel Belpaese, un po’ per tradizione, un po’ per fibrillazioni oggettive, ogni settimana il governo sembra sul punto di cadere (ma, sfortunatamente, non accade quasi mai). Da due anni però, l’eventualità del voto è dipinta a tinte fosche da tv, giornali e politicanti di ogni risma, quasi non fosse il più pieno esercizio della democrazia, ma qualcosa da cui difendersi, a costo di corna e scongiuri.

“Dotti, medici e sapienti” si affannano a spiegarci che l’incertezza politica destabilizza i mercati, il Presidente della Repubblica non scioglierà le Camere, il risultato delle urne, con questa legge elettorale, non può che portare all’ingovernabilità.

Tutti le argomentazioni sono in verità confutabili:

  • I mercati sono davvero contenti di un Governo che non governa, ma fa del rinvio il fine ultimo della propria esistenza?
  • Il Presidente della Repubblica può davvero non sciogliere un Parlamento che non trova una maggioranza? Al massimo, si dimetterà, e, sinceramente, non vedo esiti catastrofici: Presidente può essere qualcun altro, anzi, la rielezione, in punta di diritto, è da considerare una forzatura dell’assetto costituzionale.
  • Nel 2008, il Pdl ha potuto contare su una maggioranza parlamentare che non ha avuto eguali nella storia della Repubblica. Ma, soprattutto, se proprio con questa legge non si può andare a votare, di grazia, non si sarebbe potuta cambiare negli ultimi 5 mesi, o, meglio ancora, negli ultimi 8 anni? Mi sembra di ricordare governi di centro sinistra, governi di centro destra, e governi di larghe intese, insomma, abbiamo cambiato di tutto, ma non il Porcellum (per la gioia del M5S, per di più).

LettaImpegnatissimo
Questa storia della responsabilità di fronte al Paese (???), ha davvero stancato. Se dovessimo guardarci indietro, potremmo vedere che in nome della stabilità, solo in questi ultimi mesi, si è salvato un Ministro dell’Interno che ha permesso il rapimento di una minorenne e di sua madre dal suolo italico; si è rinviato il pagamento dell’IMU e l’aumento IVA senza avere le necessarie coperture per l’eliminazione; alla sentenza che condannava il leader del Pdl si è “posto rimedio”, cambiandole il nome, all’IMU (Service tax, l’inglese serve a indorare la pillola); ed ora si lavora per salvare direttamente lo stesso personaggio, perché, diversamente, ne andrebbe della stabilità del governo, ça va sans dire (e qui potrebbe aprirsi un bel discorso sul motivo per il quale una persona condannata in Cassazione non dovrebbe scontare la pena; se capitasse a chiunque altro, non credo un Paese si fermerebbe a discuterne; ma, per carità di patria, mi asterrò dal farlo).

Nell’altro campo poi, non sono certo degni di encomio: pur di non aprire ad una fase di rinnovamento, e di perpetuare le stesse facce che da venti anni a questa parte inanellano sconfitte su sconfitte, ci si presta volentieri a tutte le porcate di cui sopra, perché, oh, meglio al governo con Berlusconi che con Renzi; il quale, non appena si è permesso di dire che un governo ha motivo di continuare la sua opera se effettivamente governa, e che, delle elezioni, dovrebbero essere spaventati gli altri, è stato rimbrottato a muso duro, adducendo quali motivazioni? La stabilità del governo, ovviamente.

Guardando i fatti armati di cinico distacco, e di rasoio di Occam, non si può non concludere che le vere larghe intese (destra, sinistra, media, e potere economico), sono quelle del “non avrete altra classe dirigente all’infuori della nostra”, d’altro canto, ormai sappiamo bene, andare a votare con questa legge elettorale sarebbe da irresponsabili!


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