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Space Opera – Cap. II – Risveglio

Creato il 05 giugno 2012 da Robifocus

Space Opera – Cap. II – RisveglioIl nero silenzio avvolgeva il mio essere, sentivo solamente l’eco lontano di quello che forse era il mio respiro. Mi pervadeva la strana sensazione di fluttuare nel mare.

Migliaia di volte immergendomi per i miei studi avevo provato quella sensazione di leggerezza e serenità che solo le profondità marine sapevano darmi, ma questo volta era tutto molto più … Profondo!

La sensazione di fluttuare sembrava avvolgere non solo il mio corpo ma anche il mio essere, la mia intima essenza. A differenza delle sensazioni che captavo quando mi immergevo questa non era una piacevole. Angoscia! Ecco cos’era quella pressione che sentivo. Mi spaventava quel nero silenzio e il terrore si stava facendo strada nella mia mente.

Provai a muovervi ma non successe nulla. Ero forse legato? No, era un sogno! …Impossibile! Come poteva essere un sogno così reale? Stretto, mi sentivo stretto, bloccato, il nero silenzio mi stava soffocando.

- Ascolta Marcus, ascolta! – mi ripetevo mentalmente, non mi rimaneva che cercare di captare qualche segnale, una voce, qualcosa insomma che mi facesse capire cosa stesse accadendo e dove mi trovavo.

Nulla… il nero silenzio mi stringeva in una morsa liquida.

- Grida Marcus – pensai – Grida! – ma, le mie labbra non si schiudevano come fossero serrate da una mano invisibile. Provai a concentrarmi e con una terribile fatica, la bocca sigillata all’improvviso si aprì. Diedi fiato a tutta la mia voce in un grido disperato e per un istante, che sembrò un’eternità, non uscì nessun suono dalla mia gola fino a che, un caldo liquido s’insinuò bloccandomi il respiro. Mi mancava l’aria, non riuscivo più a respirare e ad ogni istante di cedimento altro liquido entrava in me. Mio Oddio stavo annegando!

Mi pervase il panico, non avevo via di fuga. Il nero silenzio però si stava schiarendo ed ora sentivo l’ovattato suono di una voce provenire da lontano. Forse no, forse era vicina ma all’esterno! Sì io ero dentro qualcosa ricolma di quel liquido caldo.

Una lama di luce mi trafisse gli occhi. Urlai di dolore e tossii. Ossigeno dentro i polmoni, tosse e vomito, luce accecante ma finalmente ossigeno. Poi un tocco sulla spalla ed una voce.

- Professor Marcus, stia calmo, va tutto bene! – disse pacatamente una strana voce maschile, non potevo aprire gli occhi, la luce mi faceva troppo male.

- Sono MAB Nassau il suo addetto al Risveglio, tenga gli occhi chiusi per ora, le dirò io quando farlo. Ora stia tranquillo e respiri con calma. Per i primi minuti avrà conati di vomito, non li trattenga, sono i fluidi della sua capsula vitale che a volte ingerite – , mi parlava scandendo le parole lentamente e in effetti apprezzavo questa cortesia, le vertigini che mi scuotevano le meningi mi rendevano lento a capire, doveva saperlo questo tizio…

Come aveva detto di chiamarsi? Massiu? No Nassau… Risveglio ma che cavolo diceva? Risveglio da cosa e di quale capsula parla? Gesù la testa mi stava scoppiando e il continuo vomitare non mi aiutava.

L’assistente Nassau mi mise una mascherina sugli occhi, poi mi aiutò ad alzarmi e mi avvolse con un accappatoio accompagnandomi a sedere su una poltrona. Brividi e fremiti mi percuotevano lungo tutto il corpo mentre lentamente sentivo il piacevole calore di quel luogo.

- Professor Marcus, la lascio qualche minuto in questa sala affinché possa riprendersi, appena torno la informerò sul suo percorso di riabilitazione e re-inserimento – detto questo scese il silenzio nella sala.

Un fruscio mi indicò che la porta a scorrimento si stava chiudendo e dopo pochi istanti partì in sottofondo una musica da camera molto rilassante. Ero solo e confuso.

Passarono alcuni minuti nei quali non smisi mai di pensare alle parole di Nassau. Non capivo il senso delle sue affermazioni, eppure, dal tono con cui le aveva pronunciate sembrava che io dovessi capirne il senso.

Mi soffermai a riflettere su quello che era accaduto fino a ieri, alla ricerca di una spiegazione plausibile. Riavvolsi i ricordi e ripartii dall’inizio… Ero salito a bordo della Carribean per lavorare al settore marino, per controllare i valori ed i dati della ripopolazione acquatica nel caso fossimo riusciti a trovare un pianeta adatto alla nostra vita. Si ero salito da… da qualche giorno. Ricordo il mio scomparto abitativo, la mensa del settore scientifico e la rapida visita alle cisterne oceaniche e poi… poi la visita medica standard alla settore medico di terzo livello … ricordo degli esami, il prelievo, la tac e quella sala blu… – AAARRRGH!!! – una dolorosa fitta fermò la mia ricerca mentale.

- Signore ha dolori in qualche parte del corpo? – prontamente la voce di Nassau mi riportò alla reale situazione.

- No Nassau, stavo cercando di ricordare cos’è successo e quando sono arrivato a… –

- Si fermi professor Marcus – , mi interruppe – Ricordare le farà solo del male, è altamente sconsigliato dal protocollo dei risvegliati. Stia tranquillo e vedrà che fra non molto le verrà spiegato tutto – concluse con quella sua pacatezza innaturale.

- Posso togliermi la mascherina dagli occhi almeno? – gli chiesi spazientito.

- Certamente Signore, si prepari sarà un po’ doloroso – mi disse cortese.

Sentii subito il suo tocco sul volto, mi tolse la mascherina e lasciò che aprissi lentamente gli occhi.

All’inizio tenni le palpebre chiuse, forse un po’ per paura del dolore ma poi, lentamente cominciai ad aprirle, un leggero chiarore mi diede una leggera fitta che cercai di sopportare e piano piano, lentamente arrivai a spalancare gli occhi.

Al dolore del primo momento si sostituì un fastidio sempre più leggero e le ombre sfuocate diventavano sempre più nitide immagini. Sino a quando riuscii a mettere a fuoco Nassau, fermo di fronte a me.

- Gesù ma tu sei un workbot! – esclamai sorpreso.

Space Opera – Cap. II – Risveglio
Davanti a me infatti si trovava un androide con aspetto antropomorfo, un corpo metallico con fili, tiranti, oscilloscopi, sensori ed un volto simil umano. Alcuni ingegneri li creavano così perché dicevano che un aspetto umano li rendeva più piacevoli ma a me inquietava e basta.

- Come le dicevo prima Signore, sono un MAB, un assistente medico robotizzato versione Nassau e sono qui per aiutarla ad affrontare le attività psicomotorie del suo risveglio – disse impassibile come solo una macchina poteva fare.

- Ma di che risvegli parli Nassau? Non capisco cosa dici? Dove sono e perché mi stavi affogando? – cominciai a vomitare domande preso dalla confusione di quel momento.

- Signore rimanga calmo per favore, i suoi valori vitali stanno salendo rapidamente, sarò costretto a sedarla nel caso oltrepassino i livelli di pericolo. – , disse avvicinandosi ad un monitor posto al mio fianco.

Una volta raggiunto il banco di controllo avvicinò un braccio al computer inserendo un jack in una porta seriale, sul monitor apparve una scheda e vidi distintamente la mia foto, stava consultando i miei dati e cominciò a leggere – Professor Marcus Knight, Maschio, uno e settanta, occhi castani, capelli castani, nessun tatuaggio, corporatura media, nessuna allergia riscontrata, stato generale in salute; specializzazione Oceanografo, abilitato attività ricerca scientifica di livello Beta, nessuna relazione famigliare a bordo, risveglio quattro uno – .

Poi si voltò verso di me sganciandosi dal terminale e prosegui dicendo – Non sono autorizzato a fornirle altre informazioni altre quelle mediche e di classificazione Signore. Lei si trova nel settore medico di primo livello e il suo Tutor di reinserimento la aspetta nella sala ristoro Miami appena fuori questa stanza. Dietro di lei troverà un armadietto con abbigliamento tecnico della sua taglia, la prego di utilizzarlo appena si sentirà di alzarsi in piedi – .

Un silenzio improvviso si frappose tra me e lui. Non sapevo cosa rispondere a quello che mi aveva appena detto. Mi rimbombavano nella mente le sue parole e nulla aveva senso a parte le informazioni su di me.

Space Opera – Cap. II – Risveglio
Il MAB, effettuò alcuni controlli, mi si avvicinò facendomi una siringa, probabilmente di ricostituenti, poi si voltò e si avviò verso l’uscita.

- Risveglio quattro uno? – fu l’unica cosa che riuscii a dire.

Nassau si girò verso di me e con quel suo inespressivo volto siliconato disse – Corrisponde alla numerazione progressiva delle sequenze di processo di rinascita clonata effettuate da quando è a bordo della HSS Carribean Professor Marcus!.

Poi scomparve alla mia vista.

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