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Spade senza metallo (I): il Macuahuitl

Creato il 05 maggio 2010 da Zweilawyer

1. Ossidiana e Legno

In Europa e in Oriente la lavorazione dei metalli portò ad una rapida evoluzione dell’arte della guerra, dell’artigianato e, di riflesso, delle strutture sociali esistenti. Rame, bronzo, ferro e acciaio rivoluzionarono inevitabilmente la vita dei guerrieri e dei civili. In alcuni luoghi però, la metallurgia rimase una illustre sconosciuta. Le popolazioni mesoamericane e quelle del Pacifico ovviarono al problema escogitando delle soluzioni ingegnose.

Come, gli Aztechi, così evoluti, non lavoravano il ferro? No, e se vi interessa non conoscevano neanche la ruota. Questo ci porterebbe a una boriosa discussione sul significato di “civiltà evoluta” che vorrei lasciare fuori dall’articolo (ma che verrà certamente riproposto nei commenti). Gli Aztechi potevano però contare su di un materiale piuttosto interessante: l’ossidiana.

Spade senza metallo (I): il Macuahuitl

Maggiori depositi di ossidiana centroamericani

Giocatori di ruolo e gamers incalliti lo conosceranno alla perfezione, agli altri basti sapere che si tratta di un vetro naturale di origine vulcanica. Lavorando con cura l’ossidiana, gli Aztechi erano capaci di ricavarne delle vere e proprie lame. Frate Motolinia, uno dei primi dodici missionari ( i dodici apostoli del Messico) a raggiungere il Nuovo Mondo nel 1524, ci dice che i tagli di una lama d’ossidiana erano “come quelli di un rasoio”. Per quanto tagliente però, l’ossidiana era molto fragile, ed era impossibile ricavarne delle lame come quelle delle spade europee.

Spade senza metallo (I): il Macuahuitl

Bella ricostruzione di un coltello di ossidiana con manico in osso.

Rimaneva una soluzione eccellente per pugnali e coltelli, ma per delle armi a più ampio raggio, gli Aztechi decisero di sfruttarla in combinazione con il materiale più abbondante del centroamerica: il legno.

2. Il Macuahuiltl

Il Macuahuiltl nacque così. Era costituito da un’asta di legno di circa 80 cm e almeno 5-6 lame d’ossidiana inserite nelle due scanalature laterali. Gli spagnoli lo definivano un’arma a due mani, ma le dimensioni, come potete notare, erano nettamente inferiori a quelle delle omonime spade europee.

Spade senza metallo (I): il Macuahuitl

Disegno di un esemplare "base", con 10 lame complessive, legaccio e nessuna decorazione

Quest’arma aveva anche un fratello minore di circa 50 cm, il Macuahuilzoctli, dotato di circa 4 lame per parte.  Stando alle fonti, le lame potevano essere continue, dando quindi l’impressione di una vera e propria spada, o alternate a spazi vuoti (la soluzione più comune). Per stabilizzare le lame all’interno delle scanalature veniva usato un collante naturale costituita da una una resina particolarmente resistente mista a copale. Un legaccio di fibra vegetale permetteva di legarlo al polso (attraverso il “pomolo” ad anello) e le decorazioni sul piatto del legno potevano essere le più svariate, con colori sgargianti e piume.

Spade senza metallo (I): il Macuahuitl

Bellissime ricostruzioni di Scott V. Brian.

La sua origine rimane controversa. Sembra che lo utilizzassero da diverse culture centroamericane, ma lo conosciamo per lo più come una delle più pericolose armi azteche che i Conquistadores si trovarono a fronteggiare nel XVI secolo.  Si trattava di un’arma d’elite, capace di avere il sopravvento sulle scadenti protezioni corporee locali del periodo.

Una simile arma doveva essere eccellente contro avversari senza armatura o coperti da imbottiture leggere, ma qui occorre distinguere il mito dalle dure evidenze dell’archeologia sperimentale.

Spade senza metallo (I): il Macuahuitl

L'esemplare originale andato distrutto in un incendio (XIX secolo) presso l'Armeria Reale di Madrid

Una cronaca spagnola riporta un episodio terrificante, quello di un cavallo decapitato da un colpo di Macuahuiltl a due mani:

Sus armas eran navajas agudas, de pedernales, puestas de una parte y de otra de un baston, y era esta arma tan furiosa, que afirmaban que de golpe echaban con elle la cabeza de un caballo abajo, cortando toda la cerviz.

Le loro armi erano lame affilate di ossidiana, poste ai due lati di un bastone, e questa arma era così furiosa che si diceva bastasse un colpo per tagliare la testa a un cavallo, tagliando tutto il collo.

Josè de Acosta

Spade senza metallo (I): il Macuahuitl

Una interpretazione personale del Macuahuitl con lame a dente di squalo e spuntoni per l'affondo (gli amanti del fantasy l'adoreranno)

Molti riportano questo passo per supportare l’incredibile efficacia dell’arma, ma probabilmente nessuno di loro ha cercato di studiare più a fondo le caratteristiche della “lama” azteca.

Infatti, nella monografia “The Macuahuitl: an innovative weapon of the late Post-Classic in Mesoamerica” di Marco Antonio Cervera Obregon, l’autore dimostra scientificamente l’impossibilità della menzionata decapitazione equina e riporta alcuni dati molto interessanti.

Costui, conscio del fatto che l’archeologia sperimentale sia l’unica via possibile nell’ambito degli studi oplologici, ha proceduto alla realizzazione di una replica fedele. Il suo Macuahuitl è composto da un’asta di legno lunga 80 cm, larga 7 e spessa 3, e da 8 lame di ossidiana per lato (1,5 kg totali), fissate nelle scanalature e rinforzate con una colla resinosa simile a quella usata dagli aztechi.

Spade senza metallo (I): il Macuahuitl

"Andiamo a fermare gli uomini bianchi!"....Dieci minuti dopo gli Aztechi si erano estinti.

I risultati della prova sull’arto di un maiale:

-Il primo colpo ha permesso una penetrazione attraverso i tessuti muscolari, ma non ha raggiunto l’osso. Nonostante la resina, un paio di lame sono rimaste infilate nella carne, uscendo dalle scanalature laterali.

-Il secondo colpo ha raggiunto l’osso, penetrandolo a malapena. In compenso, le lama d’ossidiana si è frantumata, lasciando schegge nell’osso e nei tessuti.

Spade senza metallo (I): il Macuahuitl

Nessuno sembra averlo notato , ma questa immagine sembra supportare la tesi per cui la lama azteca non fosse in grado di amputare un arto con un colpo. Qui infatti la gamba e il braccio della vittima già sono stati colpiti, ma sono rimasti attaccati al corpo

Si può quindi evincere che il Macuahuitl non fosse l’arma devastante di cui parlano alcune fonti, mentre è assolutamente plausibile l’osservazione sollevata da Francisco Hernandez de Cordova, da cui bisogna togliere la prima parte, influenzata dal mito esotico del Macuahuitl.

(Il Macuahuiltl)…que dividen a veces a un hombre en dos partes de un solo tajo, con tal que sea este el primero, pues todos los demas son casi nulos o inutiles, tales son la agudeza de esta arma y su fragilidad.

(Il Macuahuiltl)… che a volte divide un uomo in due parti con un solo taglio, ma solo con il primo, visto che tutti gli altri risultano inutili a causa dell’affilatura e della fragilità di quest’arma.

Resta da dire che avere frammenti d’ossidiana sparsi nei muscoli, nell’omero o nella tibia rappresentava un buon incentivo allo sviluppo di gravi infezioni. Che sia stato proprio questo “colpo a frammentazione” ad accrescere la fama del Macuahuitl? Al momento non possiamo saperlo, ma sono sicuro che alcuni studiosi si siano già messi al lavoro per nuove prove sul campo, in grado di dare dei responsi definitivi.

Spade senza metallo (I): il Macuahuitl

C'è davvero bisogno di dirvi com'è andato a finire questo scontro?

Quanto alla sua efficacia contro armature e brigantine spagnole, non doveva essere eccezionale. Come arma da botta era certamente meno efficacie delle controparti europee (mazze d’arme, martelli), e anche come arma bianca era inferiore alle lame d’acciaio, più leggere, resistenti, manovrabili e taglienti. Ciò non toglie che, eliminando le armi prodotte grazie alla tecnologia metallurgica, il Macuahuitl si piazzerebbe sul podio degli strumenti di morte all-time.

Bibliografia

1. The Macuahuitl: an innovative weapon of the late Post-Classic in Mesoamerica (Arms and Armour, Volume 3, Number 2, October 2006), Marco Antonio Cervera Obregon

2. Aztec Warrior: AD 1325-1521 (2010), John Pohl

3. Aztec, Mixtec and Zapotec Armies (1991),  John Pohl

4. Aztec Warfare: Imperial Expansion and Political Control (1995), Ross Hassing

Per le riproduzioni http://macuahuitl.com/

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