Oltre 35 milioni di spagnoli sono chiamati oggi alle urne per eleggere i governi di 13 delle 17 comunità autonome e i sindaci di 8.122 comuni. Un voto, considerato un importante banco di prova in vista delle elezioni generali previste per la fine dell’anno, che si celebra in un contesto politico inedito, dove ai partiti tradizionali si affiancano le due formazioni emergenti, Podemos – considerato “partito fratello” del greco Syriza di Alexis Tsipras – e Ciudadanos – il movimento centrista nato nel 2006 in Catalogna – che in pochi mesi hanno rivoluzionato i sondaggi e che per la prima volta affrontano un voto a livello nazionale.
(polikracia.com)
Le comunità in cui non si voterà per eleggere il governo regionale. Si voterà in Andalusia, che ha già votato lo scorso 22 marzo, Catalogna, alle urne il 27 settembre, Galizia e Paesi Baschi. Gli oltre 23mila seggi elettorali hanno aperto le porte questa mattina alle 9 e chiuderanno alle 20. Per quanto riguarda le elezioni municipali, l’attenzione è rivolta in particolare a Madrid e Barcellona. In occasione del voto di oggi sono stati dispiegati più di 90mila agenti di sicurezza.
Degli oltre 35milioni di spagnoli chiamati alle urne, circa 386mila sono elettori che votano per la prima volta, mentre sono in tutto 1,5 milioni i giovani che per la prima volta hanno occasione di votare per le elezioni locali. Secondo i sondaggi dei giorni scorsi, il voto dei più giovani può influire in modo decisivo su un risultato ancora del tutto aperto. (ADNKRONOS)
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