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Speciale "Blue": la recensione

Creato il 02 settembre 2011 da Lauragiussani


Nuovo appuntamento con lo speciale dedicato all'attesissimo young-adult "Blue" di Kerstin Gier, sequel di "Red" e secondo capitolo della "Trilogia delle gemme", uscito in libreria giusto ieri e pubblicato dalla casa editrice Corbaccio.Una lettura che ho semplicemente divorato e di cui vi propongo oggi la recensione. Vi anticipo inoltre che a breve verrà resa nota anche l'iniziativa che vi consentirà di accumulare la seconda possibilità aggiuntiva prevista nel giveaway. Stay tuned!
Titolo: BlueAutore: Kerstin GierEditore: CorbaccioData uscita: 1 settembre 2011Pagine: 350Prezzo: 16,60 euro
Viaggiatrice nel passato suo malgrado per un dono di famiglia, Gwenn, giovane londinese che vorrebbe avere a che fare con i problemi tipici della sua età e dei suoi compagni di scuola, si trova catapultata da un secolo all’altro con una pericolosa missione da compiere. Peccato che non sappia di chi può fidarsi, dei Guardiani del Tempo o del terribile Conte di Saint Germani, dell’affascinante ma scostante Gideon o dell’invidiosa cugina Charlotte. A un certo punto l’unico vero amico sembra essere Xemerius…un gargoyle col muso di gatto.
In un susseguirsi di colpi di scena e di sorprese, di avventure e di smarrimenti, la nostra eroina scoprirà molte cose su di sé, nemici inaspettati e un dono pericoloso, molto difficile da gestire…

RECENSIONE: "E' la dodicesima viaggiatrice. Si muove nel pericolo. Combatte per amore..."(Attenzione: spoiler!)

Non si può negare che il secondo capitolo della “Trilogia delle gemme” sia stato un titolo davvero molto atteso, che io per prima aspettavo con impazienza e che ho letto tutto d’un fiato, in una manciata di ore. Quando l’ho finito, sono rimasta seriamente sbalordita, perché mi ero ripromessa di gustarmelo pian piano. Quindi che ho fatto? L’ho riletto subito, ovviamente!Due meritatissime parole sulla copertina, strepitosa come la precedente. La Corbaccio stavolta ci ha preso in pieno, con una grafica romantica-misteriosa-sognante, decisamente migliore rispetto alla versione originale. Supponendo che il terzo libro, Green, segua più o meno la stessa logica, devo dire che la trilogia farà un figurone sulla mensola di qualsiasi libreria. Mi è rimasta una sola perplessità e riguarda i titoli: non che non mi piacciano, intendiamoci… Ma visto che si tratta di una traduzione (la serie è tedesca), non sarebbe stato più giusto optare per l’italiano? Rosso, blu e verde… O, per rimanere fedeli ai titoli originali, “Rosso rubino, “Blu zaffiro” e “Verde smeraldo”. Credo l’avrei preferito.In questi mesi ho letto un’infinità di young adult, molti dei quali urban fantasy. Di questi pochi, pochissimi hanno davvero catturato la mia attenzione. La trilogia di Kerstin Gier spicca tra i pochi eletti. Sarà per l’intrigante tema dei viaggi nel tempo, per lo stile fresco e più che scorrevole, per la capacità dell’autrice di tenere viva l’attenzione del lettore, coinvolgendolo in un romanzo che non conosce il significato del termine “noioso”.Così come in “Red”, prologo ed epilogo sono dedicati a Paul e Lucy, apprezzatissimi personaggi che – insieme a Gwen e Gideon – rappresentano l’altra coppia attorno alla quale ruota il mistero dei Guardiani e del cronografo.
Gwen è una delle poche protagonisti femminili che ha tutta la mia simpatia. Qualche piccolo scivolone c’è (come quando se ne esce con l’imbarazzante “Mi hai trasformato in un budino”), ma per il resto è un gran bel personaggio, equilibrato e ampiamente godibile, nel quale ogni lettrice può tranquillamente immedesimarsi. Gideon, ovviamente, resta il mio preferito: non disdegno i suoi rari momenti di dolcezza, ma lo adoro particolarmente quando è insopportabile, pieno di sé, arrogante, autoritario, sarcastico… E chi più ne ha, ne metta. Tra i personaggi secondari ho apprezzato soprattutto Mr. George, Lucas Montrose, Falk de Villiers, Mr. Marley e Raphael, il fratello di Gideon che fa la sua prima apparizione proprio in questo libro. Ancora una volta il piccolo fantasmino Robert, che qui compare solo di striscio, suscita un pizzico di dolceamara tristezza. Chiudono poi il cerchio Glenda e Charlotte, odiose come non mai.Non so ben dire perché questo romanzo funzioni così bene. Forse perché è davvero ben calibrato: non ci sono punti morti, banali esagerazioni, svolte incoerenti nella trama o che altro. E’ squisitamente lineare e incredibilmente ricco, se si considera il fatto che la vicenda ricopre un lasso di tempo davvero esiguo (tre giorni in Red, e altrettanti in Blue… Due libri che, messi assieme, quasi non fanno una settimana). Eppure il tutto scivola alla perfezione e con un ritmo appropriato: non c’è nel lettore il desiderio di soffermarsi oltre o di andare più spedito. L’unica cosa un po’ complessa, forse, è la ricostruzione dei viaggi. O, per meglio dire, della loro sequenza temporale, visto che i portatori del rarissimo gene saltano di continuo nelle diverse epoche passate, a volte incrociandosi, a volte anche con doppie trasmigrazioni nel passato (salto nel salto).Il rapporto tra Gwen e Gideon si articola in un susseguirsi di alti e bassi, tra occhiate fredde e scostanti, baci improvvisi (molto carino quello che si scambiano in cantina, nel 1953) e quel pizzico di sana gelosia che la ragazza palesa ogni volta che il nome di Charlotte è nell’aria . Molto su di loro è stato detto, ma mi aspetto che il terzo libro sia ancora più denso e intrigante, visti i tanti nodi che arriveranno al pettine. Un assaggio, comunque, lo si ha già nel finale di Blue.Altra caratteristica che questo romanzo può tranquillamente sfoggiare è il suo lato divertente, a volte quasi esilarante. Non mancano infatti delle scene davvero comiche, dove mi sono ritrovata a ridere di gusto, come quando Gwen intavola la questione del sesso e dell’uso della pillola con suo nonno, Lucas Montrose, durante un viaggio nel passato (lei dimostra sempre i suoi sedici anni, ma in quell’occasione il “nonno” è solo un ventiquattrenne). Stesso discorso quando la ragazza nomina l’imbarazzante Lord Sandwich, o quando – scherzando con Gideon – finge che il vecchio divano sia la “cugina Sofà”, nonna di Charlotte, che a detta di Gwen è decisamente più morbida, leggiadra e di buon carattere rispetto alla reale nipote.Ma la vera rivelazione di questo libro, nonché artefice delle scene indubbiamente più spassose, è proprio lui, Xemerius. Fantasma di un demone-doccione , dopo aver scoperto che la ragazza è in grado di vederlo e sentirlo le si attacca e la segue quasi ovunque, al pari di una colla moschicida. Dispettoso, impagabile, esilarante, adorabilmente spiccio nei suoi commenti spesso poco raffinati, il piccolo doccione non manca di storpiare canzoni famose e prendere in giro praticamente tutti. Ha le sue manie, è insofferente verso chi ha i capelli rossi, storce il naso davanti alle effusioni tra Gwen e Gideon, si dedica a un sano gossip da love story dove dimostra un attento spirito di osservazione (vedi Grace e Falk). All’inizio Gwen ne è infastidita e cerca con ogni mezzo di liberarsi di quella piccola seccatura che non fa che tormentarla chiedendole “Mi compri un gatto? Mi compri un cane?”. Poi però lo rivaluta: non solo sarà per lei di sostegno, stemperando le lunghe e noiose lezioni di Giordano con il suo effervescente carisma e i suoi commenti spiritosi (memorabile l’uscita “E’ rigida come un pilastro” quando rotola sul sedile dell’auto e cozza contro un’ignara Charlotte), ma tornerà utile anche nell’origliare le segretissime riunioni alle quali Gwen non è ammessa. I resoconti del piccolo demone saranno immancabilmente buffi, quelli che lui stesso definisce “riassunto divertente di ciance noiose”. Non manca poi di etichettare i vari personaggi, anche se questi non hanno idea della sua esistenza: e così abbiamo che l’insopportabile Giordano è “Labbrone”, Charlotte “Brontolona”, Glenda è una “strega ossuta”, Gideon spazia dall’ “amichetto” alla “pietruzza preziosa” e il povero Mr. Marley, colpevole di essere un “pel di carota”, deve per forza essere leccapiedi e presuntuoso come tutti i rossi di capelli.Questa trilogia mi prende sempre di più, non posso negarlo. Pur avendolo letto ormai diversi mesi fa, non ho avuto bisogno di dare una “rinfrescatina” a Red (cosa che spesso succede, perché seguendo tantissime saghe si finisce per dimenticare nomi o parti rilevanti della trama). Invece ricordavo ancora tutto alla perfezione, compreso l’intricato legame tra i Guardiani, passati e presenti, il conte di Saint Germain, l’ambiguo Rakoczy e tutti gli altri…In conclusione, un libro che ho amato e divorato. Mi ero ripromessa di farlo durare più a lungo, ma ogni volta che mi dicevo “ancora due pagine” finiva che, quando alzavo lo sguardo sul dorso del volume, avevo già macinato un altro quarto di libro. Se con Red - nonostante l’impressione fortemente positiva - non avevo voluto sbilanciarmi troppo, con questo secondo romanzo non posso davvero che confermare l’ottimo lavoro della Gier, conferendogli quella quinta e sberluccicante stellina che concedo raramente (credo sia la quinta volta da inizio anno, su oltre settanta letture). E la quinta stellina – è giusto dirlo – è tutta targata Xemerius.

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