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Speciale Evento Prometheus

Creato il 14 settembre 2012 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Pubblicato il 14 settembre 2012 con Nessun Commento

Abbiamo dovuto attendere non pochi mesi per l’ultima pellicola di Ridley ScottPrometheus“, nelle sale americane dallo scorso 8 giugno. Il film racconta la storia dell’equipaggio della navicella spaziale omonima che vara un viaggio alla scoperta del significato recondito dei grandi interrogativi della esistenza umana: dove comincia la vita e termina la morte? Cosa c’è prima del genere umano? La meta è un pianeta dal nome emblematico di LV-233 e la spedizione si basa sugli studi fatti da due archeologi che tentano di decifrare una sorta di mappa stellare di origini preistoriche. La spedizione si troverà di fronte agli “Ingegneri”, una razza aliena da cui è stato generato l’uomo.

La frase chiave del film: “La ricerca del nostro inizio potrebbe condurci alla nostra fine

La recensione
Ha senso cimentarsi con il prequel di un capolavoro che ha sconvolto le regole cinematografiche del genere fantascientifico più di trentatré anni fa? Molti, tra critici e spettatori, rimarrebbero a lungo in silenzio e aprirebbero bocca solo dopo le due ore di proiezione di questa ultima fatica di Ridley Scott, che si conferma come uno dei registi più geniali ma allo stesso tempo discontinui che la nuova Hollywood abbia mai avuto, superando qualitativamente George Lucas (terrificante la trilogia prequel di Star Wars) e preparando il terreno per il giovane Peter Jackson (Lo Hobbit pre Signore degli Anelli).
Svelare di più della trama sarebbe un peccato madornale, anche perché Prometheus farà la gioia dei fan del genere fantascientifico mentre tutti gli altri rimarranno stupiti ma non incantati di certo. Scott continua ancora a sperimentare, su una sceneggiatura dei bravi Damon Lindelof e Jon Spaihts, l’interesse sulla possibilità di altre forme di vita oltre la nostra e immerge nuovamente lo spettatore in tutto quello straordinario guardarobario che il genere fantascientifico porta con sé: navicelle spaziali, alieni, umanoidi, armi particolarissime, xenomorphismo. Il tutto poi viene messo in scena con un dispiego di mezzi impressionante, con una magniloquenza esclusiva, tipicamente legata al genio visivo di Ridley Scott, che con operazioni rischiose e costose ha abituato tutto il mondo (pensiamo al Gladiatore), e si fregia infine del utilizzo della tecnica 3D, per rendere il prodotto appetibile e pronto per un nuovo studio di merchandising. Cosa manca allora per fare di Prometheus un capolavoro?
Qualcosa. A ben vedere lo stesso Scott è stato l’unico in campo cinematografico a regalare due capolavori dello stesso genere sovvertendone le regole e creando quasi degli universi visivi a parte. Pensiamo alla commistione di fantascienza e tragedia che aleggiava in Blade Runner, oppure a quella di action e horror di Alien. A ben vedere è proprio il confronto con quest’ultimo che lascia sconcertati. La pellicola del 1979 era psicologicamente strutturata e basata, inoltre, su un gioco perfetto tra tensione e terrore, il tutto utilizzando come metro quello della sottrazione piuttosto che della strabordanza visiva, di cui Prometheus è campione. Questo film, quindi, rimane molto più impresso per il suo senso di entertainment che non per un valore intrinseco, sebbene sia splendidamente supportata da un valido cast con uno splendido e perfetto Michael Fassbender nel ruolo di un umanoide dalle movenze femminee e lo sguardo algido. Pur impegnandosi con notevoli risultati l’archeologa di Noomi Rapace non riesce nemmeno per un attimo a sostituire nella mente dello spettatore e dell’appassionato, la splendida e meravigliosa Replay di Sigourney Weaver.

A cura di Katya Marletta e Gabriele Marcello


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