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Speciale Liga 2013-14, pt.3: Villa cerca il rilancio all’Atletico, Aguirre vuole l’Espanyol in Europa. La favola Elche

Creato il 26 agosto 2013 da Pablitosway1983 @TuttoCalcioEste
Speciale Liga 2013-14, pt.3: Villa cerca il rilancio all’Atletico, Aguirre vuole l’Espanyol in Europa. La favola Elche

Terza puntata dello speciale di TCE sulla Liga 2013-14. Oggi analizziamo una big del calcio spagnolo, l’Atletico Madrid, che potrebbe fare paradossalmente meglio in Champions che in campionato. Occhio anche all’Espanyol di Aguirre, oltre al Rayo Vallecano dei miracoli e dal neopromosso Elche.

ATLETICO MADRID

Sevilla FC v Club Atletico de Madrid - La Liga
Anno uno D.F. Radamel Falcao è al Monaco, triste o insoddisfatto che sia. All’Atletico Madrid è cominciata una nuova stagione, caratterizzata dall’impegno in Champions League, giusto premio alla strepitosa “temporada” disputata lo scorso anno. Un terzo posto, che porta con sè anche gran parte del campionato vissuto da seconda in classifica, che ha assunto contorni ancora più dolci grazie alla vittoria in Coppa del Re, in una memorabile finale vinta ai supplementari, al Bernabeu, contro il Real Madrid. Simeone, c’è da scommetterci, saprà ovviare alla partenza del “tigre”: la ricerca del sostituto ha vissuto momenti caldissimi in estate, alla fine è arrivato – a prezzo stracciato – David Villa, uno che se torna quello di due anni fa può avvicinarsi a ripetere le gesta del centravanti colombiano. La rosa, in ogni modo, è di altissimo livello e rafforzata anche in “profondità”. Difficile capire se a marzo l’Atletico avrà ancora un obiettivo da raggiungere in campionato: inferiore, per forza di cosa, alle due big, troppo superiore – almeno sulla carta – al resto della compagnia. A sorpresa, allora, i colchoneros potrebbero far strada in Europa dove, in effetti, possono giocarsela con chiunque in una sfida a eliminazione diretta. Simeone predica umiltà e martella i suoi in campo: vuole la “garra”, sempre e comunque. Il “cholo” può contare poi su un Diego Costa esploso sul finale della scorsa stagione e apparso ancora più decisivo all’inizio di questa; l’ex Valladolid ha un carattere forse troppo fumantino, ma è capace di incendiare il Calderon come pochi. Se l’intesa con Villa crescerà giornata dopo giornata, le foto di Falcao cominceranno inesorabilmente a sbiadire…

IL MERCATO

60 milioni di euro per la cessione di un giocatore, qualunque esso sia, è sempre un affare. E’ toccato a Falcao, quest’anno, partire: i soldi ricavati, sommati alla trentina di milioni che pioveranno dalla Champions, non sono stati comunque reinvestiti – almeno una larga parte di essi – a causa dei dissesti finanziari che limitano fortemente il mercato dei capitolini. Si era sognato Suarez, puntato Negredo: entrambi sarebbero costati almeno 30 milioni. Così alla fine è arrivato David Villa, probabilmente all’ultima grande tappa della sua carriera ma desideroso di prendersi una rivincita nei confronti di chi a Barcellona lo ha sbolognato per meno di 5 milioni di euro. Baptistao sarà una preziosa alternativa in attacco, così come l’esperto Demichelis in difesa. Il colpo più importante, però, l’Atletico lo ha messo a segno con il rinnovo – l’ennesimo – del prestito di Courtois dal Chelsea. Il belga è oggi tra i tre portieri più forti d’Europa, uno che porta punti alla fine di un campionato.

LA ROSA

L’impegno in Champions ha costretto il club ad allargare la rosa, numericamente. I famosi “due per ruolo” ci sono, molti di valore: il secondo di Courtois sarà Aranzubia, dietro Miranda e Godin c’è Demichelis che potrebbe addirittura puntare alla maglia da titolare nel corso della stagione. Juanfran e Filipe Luis i terzini titolari, Insua un buon jolly sulla fascia. Simeone continuerà a proporre il 4-4-2 con cui si è chiuso la scorsa stagione, per esaltare le doti di Arda Turan che, se in giornata, può fare la differenza; tanto si aspetta, sulla destra da Koke. Il Cebolla Rodriguez, come al solito, sarà uno dei principali rincalzi per il centrocampo dove, in mezzo, all’inizio i titolari saranno Mario Suarez e capitan Gabi (occhio al giovane Oliver Torres, un vero crack). In attacco Diego Costa-Villa è una coppia gol in teoria letale; Baptistao segue a ruota nelle gerarchie, Adrian vedrà ridursi ancora di più gli spazi. Per la giovane punta, forse, sarebbe utile una cessione in prestito.

LA STELLA

Torres, Aguero, Forlan, Falcao: la tradizione recente di grandi attaccanti dell’Atletico continua con David Villa. Il massimo goleador nella storia della nazionale spagnola prova a rilanciarsi dopo l’ultima stagione e mezza vissuta quasi da comprimario al Barcellona. A Simeone il compito di risvegliarlo nel morale e dal punto di vista fisico.

RAYO VALLECANO

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Una rivoluzione, l’ennesima. Al Rayo Vallecano è di nuovo rifondazione, come d’altronde tutte le recenti estati. Lasciando da parte le torbide questioni societari, il piccolo club di Vallecas (sobborgo di Madrid) prosegue nella politica del club: vendere tutti, o quasi, i pezzi pregiati e allestire un gruppo composto da veterani desiderosi di rilanciarsi nel calcio che conta, o giovani del vivaio. Attenzione a definirlo, però, un progetto perdente: il Rayo è reduce dal miglior piazzamento nella sua storia in Primera e la qualificazione in Europa League, che spettava di diritto dopo l’esclusione del Malaga, è sfumata per la decisione dell’Uefa che non ha ritenuto i parametri finanziari del club in regola. A garanzia della validità di tale “idea” di gestione societaria, Paco Jemez: il giovane tecnico ex Las Palmas e Cordoba, al suo primo anno nella Liga si è subito fatto notare per il bel gioco che ha caratterizzato la sua squadra. Gioco che ha esaltato Baptistao, erede naturale di Michu e subito ceduto all’Atletico Madrid, oltre a rilanciare le carriere di Jordi Amat (venduto allo Swansea), del Chory Dominguez (Olympiakos), Javi Fuego (Valencia), Piti (Granada) e altri. Nomi che si aggiungono alle cessioni eccellenti degli ultimi anni, come Michu e Diego Costa. In ogni caso sono rimasti alcuni nomi importanti: Trashorras e Lass sono gli uomini copertina del nuovo corso. Il club più “povero” della Liga è pronto nuovamente a far gridare al miracolo.

IL MERCATO

Smobilitazione generale al Rayo, tradizione rispettata: via Baptistao, Jordi Amat, Chroi Dominguez, Vazquez (tornato al Palermo per fine prestito), Javi Fuego, Figuera, Piti, Delibasic, Casado oltre al ritirato Labaka. Jemez avrà quindi un gruppo di giocatori totalmente nuovo, la maggior parte dei quali arrivata a parametro zero. I nomi più conosciuti dal grande pubblico sono quelli di Galeano, giovane centrale argentino prelevato dall’Independiente, e quello di Larrivey, che torna in Europa dopo le delusioni patite a Cagliari. Baena dall’Espanyol è un altro colpo importante, come quello di Nery Castillo, vero globetrotter, 21 volte nazionale messicano. Saul arriva in prestito dall’Atletico Madrid (è uno dei pezzi pregiati della cantera dei colchoneros), Mojica, terzino sinistro classe ’92 di cui si parla un gran bene in colombia, dal Deportivo Calì.

LA ROSA

Galvez, per qualche tempo accostato anche al Borussia Dortmund, e Galeano sulla carta rappresentano una buona coppia di centrali di difesa. Jemez troverà qualche difficoltà all’inizio, come la scorsa estate, per via degli arrivi tardivi dei nuovi acquisti. Nery Castillo sarà probabilmente preferito a Larrivey nel ruolo di centravanti, Lass e Saul possono fare la differenza con la loro freschezza, velocità e classe. Il centrocampo si baserà ovviamente sul veterano Trashorras a cui è stato aggiunto Baena. Tito è una sicurezza sulla destra, Nacho una scommessa sulla sinistra.

LA STELLA

E’ il nuovo capitano del Rayo, punto d’arrivo in una carriera che ha tardato a proporlo ai massimi livelli: oggi, Trashorras è il simbolo del club capitolino. Alla terza stagione a Vallecas, Trashorras gode della massima fiducia di Jemez e la tranquillità si traduce in campo da ormai due anni. Regista classico, gran tecnica e visione di gioco. E’ il motore e simbolo della squadra.

ESPANYOL

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Se si guarda all’inizio della scorsa stagione, sembrerebbe un miracolo vedere l’Espanyol ancora in Primera: società nel caos totale, peggior inizio della storia del club in Primera. Col passare dei mesi, però, la situazione si è capovolta: il presidente Collet è riuscito a calmare le acque in società, il cambio in panchina – via Pochettino, dentro Aguirre – ha generato risultati ed entusiasmo. Un inverno spettacolare ha garantito ai “perici” una tranquilla salvezza che, quest’anno, può anche trasformarsi in una qualificazione in Europa. Non sono arrivati nomi di grido, ma un blocco di giocatori affidabili e a basso costo; d’altronde, la situazione economica continua ad essere precaria. Aguirre riuscirà però, come sempre, a trarre il meglio dalla sua rosa, privata dal calciomercato estivo di due simboli come Verdù e Forlin. Il messicano può contare sull’appoggio degli altri due veterani, Capdevila e Sergio Garcia, e proverà, come da sua stessa ammissione, il miracolo dell’ingresso in Europa. D’altronde, le individualità ci sono, ed anche di spicco: Pizzi, seppur in prestito, può esplodere, Kiko Casilla in un anno e mezzo da titolare ha dimostrato di valere la Primera e, a dimostrazione di ciò, il suo nome è stato accostato con insistenza anche al Barcellona, Sergio Garcia è garanzia di gol e “lavoro sporco”. Se Colotto e Hector Moreno riusciranno a trasmettere al resto dei compagni lo spirito guerriero di Aguirre, il più sarà fatto e al Cornellà-El Prat si potrà sognare in grande.

IL MERCATO

Calciomercato nel segno dell’austerità e segnato da due cessioni eccellenti: Verdù, fantasia e cervello dell’Espanyol degli ultimi anni, è andato al Betis Siviglia, Forlin ha addirittura lasciato l’Europa per accasarsi all’Al Rayan. Al loro posto un manipolo di giocatori con “fame” e a basso costo, senza però dimenticare la qualità: è il caso di Pizzi, prelevato in prestito dal Benfica ma l’anno scorso gran protagonista, con otto gol, al Deportivo. Dal Benfica è arrivato anche il centrale Sidnei, buona alternativa alla coppia titolare. Lanzarote, Abraham (cantera del Barcellona), Fuentes e David Lopez sono tutti reduci da una positiva stagione in Segunda e sono tutti debuttanti – o quasi – nella Liga. Wakaso sarà probabilmente ceduto per fare cassa (senza dimenticare i problemi con Aguirre), quindi sarà lecito aspettarsi almeno un altro arrivo in attacco.

LA ROSA

Aguirre, da sempre, è sinonimo di solidità. Per questo motivo la coppia di centrali Colotto-Hector Moreno è la chiave per una buona stagione. Lanzarote e Pizzi potranno apportare la giusta dose di freschezza e qualità in attacco, dove però l’assenza di un nove “classico” è ormai cronica. Probabilmente si dovrà fare nuovamente di necessità virtù e rivedere Sergio Garcia lottare contro le difese avversarie, Stuani permettendo. Proprio l’ex Reggina, autore la scorsa stagione di nove reti, può essere una piacevole sorpresa. Se poi Simao tornasse almeno per qualche mese ai suoi passati livelli e i nuovi “ragazzotti” sapranno adattarsi subito alla Primera Division, anche l’assenza di un centravanti potrebbe pesare meno. Occhio a Kiko Casilla che potrebbe vivere l’annata della definitiva esplosione.

LA STELLA

Più che stella, simbolo: Sergio Garcia è il capitano e l’anima dell’Espanyol. Può giocare in tutti ruoli in attacco, lotta come un leone, instancabile. Prezioso tanto dentro al terreno di gioco quanto fuori: spesso è lui a metterci la faccia, come dopo lo scioccante avvio del passato campionato.

ELCHE

Elche v Ontinyent - Pre Season Friendly
Ventiquattro anni dopo, l’Elche è tornato in Primera. La festa, nel comune in provincia di Alicante, prosegue ininterrotta dallo scorso giugno: i 22mila abbonati che accompegneranno la matricola al Martinez Valero per tutta la stagione saranno una delle armi da sfruttare per Fran Escribà (ne sa già qualcosa la Real Sociedad che è riuscita a strappare un punto in extremis nella seconda giornata). Il tecnico di Valencia, dopo anni da “secondo” di Quique Sanchez Flores all’Atletico Madrid (gran merito del “doblete” europeo dei colchoneros nel 2010 fu attribuito proprio a lui e al suo lavoro sulla difesa), ha vissuto per la prima volta un’esperienza da primo allenatore proprio la scorsa stagione. Un trionfo: l’Elche ha dominato il campionato, mostrando tra l’altro un gran bel calcio. L’obiettivo della società, ovvio, è la salvezza: per raggiungere l’obiettivo è stata mantenuta l’ossatura della squadra che ha vinto in Segunda, con diversi innesti, però, di esperienza nel massimo campionato spagnolo o in cerca di un rilancio. E’ il caso di Manu del Moral e Botia, rovinati dall’esperienza di Siviglia che ha frenato bruscamente la loro ascesa. Qualcosina, fino alla fine del mercato, potrebbe ancora arrivare, soprattutto in attacco: oggi l’Elche è tra le principali candidate alla retrocessione, servirà una stagione perfetta per evitare un verdetto da molti pronosticato.

IL MERCATO

Oltre a Lomban, tra i migliori centrali di difesa della scorsa Segunda Division col Barcellona B, sono arrivati tutti elementi di esperienza nella Liga. Dal Siviglia sono arrivati Del Moral, Botia e Stevanovic. Il primo può essere devastante con la sua velocità e tecnica in una squadra che, probabilmente, avrà spesso grandi spazi in contropiede; Botia può tornare ad essere il gran centrale ammirato allo Sporting Gijon, mentre del talento del serbo ancora non si sono viste tracce in Spagna. Sapunaru è una garanzia nel ruolo di terzino destro (è stato tra i più positivi nella scorsa, disgraziata, stagione del Saragozza), così come Cisma sarà di certo un punto di riferimento in campo e fuori. E’ arrivato anche Tono dal Granada: in porta sarà duello con Manu Herrera. Tra le uscite “pesanti” si registra quello di Xumetra al Levante e di Etxeita all’Athletic Bilbao.

LA ROSA

Escribà continuerà nel solco tracciato lo scorso anno: 4-2-3-1 propositivo ma che punta anche alla solidità difensiva, grazie anche al lavoro dei due mediani. Rivera, in questo senso, comporrà una coppia di buon valore con Ruben Perez: l’ex Betis è stato tra i gran protagonisti della promozione. Botia e Lomban, potenzialmente, sono centrali da metà classifica, quindi quasi un lusso per l’Elche. Manca probabilmente qualcosa in attacco, dove non basterà la velocità di Manu del Moral e il fiuto del gol di Coro per garantire un buon bottino di reti. In particolare, l’ex punta dell’Espanyol, in 8 stagioni in Primera – senza comunque essere mai un titolare – non ha mai superato quota 4: solo nelle ultime due stagioni, in Segunda con Girona ed Elche, ha ritrovato il feeling con la porta andando a segno 30 volte.

LA STELLA

La presenza nella nazionale tra le migliori – se non la migliore – di sempre può già testimoniare l’assoluta qualità di Manu del Moral. Attaccante esterno, in due stagioni al Siviglia non ha goduto della fiducia nè di Michel nè di Emery, finendo per frenare un’ascesa prepotente vissuta nelle cinque stagioni al Getafe. Tecnica e velocità, ha nelle sue corde la doppia cifra. Ad Elche si affidano alla sua rinascita.


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