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Specialone: Divagazioni parafilosofiche sulle space-opera italiane dei tardi ’70

Da Lupokatttivo

Ovvero come diavolo hanno fatto Luigi Cozzi e Aldo Lado a creare due gemme come “Starcrash” e “L’umanoide”.

Ebbene si’, abusero’ di immagini in questo post; descrivere a parole le opere in questione diventa difficile anche per i piu’ volenterosi. E nonostante le immagini, capire di cosa si parla senza vedere con i propri occhi e’ impresa ardua anche per i lettori piu’ fantasiosi. Ci si prova comunque.

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“Starcrash” e’ la risposta “cozziana” a Star wars. Piu’ che una risposta da qui nasce una domanda: perche’? Nella fattispecie perche’ io, per trovare una copia su dvd di questo film, sono dovuto finire in Francia e pagare una cifra spropositata per una versione usata dello stesso. E soprattutto perche’ (sempre io) ho deciso di guardarlo? La curiosita’ e’ femmina ed io faccio caso a parte, essendo maschio, ma sono curioso lo stesso. Chi mi legge da un po’ avra’ probabilmente maturato piu’ di un sospetto sulla mia propensione innata e malata per un certo genere di supertrash cinematografico. Ecco con Starcrash credo si raggiunga l’apice.

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Con tutta la fantasia del mondo non si puo’ arrivare ad immaginare cosa significhino queste astronavi fatte con i lego che sfrecciano nello spazio profondo con a bordo la nostra eroina. E non alludo alla sostanza stupefacente ma all’eroe donna del filmone, tale Stella Star che per un ora e mezzo vaga nello spazio in costume da bagno.

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La visione prosegue con almeno un paio di personaggi inquietanti, le guardie del Conte (una in particolare assomiglia pericolosamente ad Edoardo Stoppa con l’elmetto) e un David Hasseloff truccato con mascara, maschera ed ombretto. Di Guerre stellari nemmeno l’ombra, se non in alcune scelte stilistiche di super livello, tra queste la spada laser di Akton (comprimario biondo e riccioluto, versione povera di Ralph supermaxieroe) e il robot Elle, una specie di uomo-cazzo con tubicini di gomma sparsi sulla tuta. Il rimando al piu’ dorato d3bo viene quasi automatico, piu che per il look per il ruolo da sfigato a lui dedicato.

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Sia chiaro che per me Cozzi e’ solo amore, e l’ironia di fondo di questo post non cancella un idolo che mi propina film assolutamente celestiali. Il come fruirne sta poi al gusto e allo stato mentale dello spettatore.

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Dell’altra risposta italiana a Star wars, ovvero “L’umanoide” di Aldo Lado, potrei dire piu’ o meno le stesse cose dette per Starcrash. Solo che qui i riferimenti a Star wars si fanno ancora piu’ marcati. Non c’e’ il droide c1p8, al suo posto un cane di latta con antenna telescopica scodinzolante a fungere da coda…”Belle e Sebastien” in versione galattica

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Guardie dell’impero e “imperatore” somigliano davvero troppo ai rispettivi “guerrieri imperiali” e Darth Vader di Guerre stellari. Anzi, forse la somiglianza, soprattutto nei costumi, e’ piu’ vicina a “Balle spaziali” di Mel Brooks. Non credo che la cosa sia voluta: considerando che “L’umanoide” e’ uscito qualche anno prima di Spaceballs, al massimo e’ il contrario…ed in questo caso l’inquietudine prende il sopravvento. Ora, lasciando stare Lucas ed il suo capolavoro, che oggettivamente con questi due film non c’entra proprio niente, non posso che raccomandare ad ogni trash-dipendente che si rispetti la visione delle opere suddette. Solo godimento spaziale, bei momenti e grasse risate per le oltre tre ore totali di spettacolo. Che la forza sia con voi, ve ne servira’ tanta.


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