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Spericolato Atelier di Agostino Biavati

Creato il 04 dicembre 2011 da Pupottina
Spericolato Atelier di Agostino BiavatiCariAmici Blogger,recensireun libro come Spericolato Atelier di Agostino Biavati non è affatto semplice,poiché non è il solito libro. Anche leggerlo, richiede una concentrazionespeciale per entrare nel gioco letterario dell’autore. Ed è proprio studiandola sua biografia che alcune cose del libro diventano subito chiare. Non ènormale paraletteratura, cioè non siamo davanti ad un libro d’intrattenimento,ma qualcosa di diverso, un esperimento, ben studiato, in cui ogni parola, detta o annullata, ha un fine ben preciso. Spericolato Atelier di Agostino BiavatiBiavati è soprattutto sceneggiatore e regista di cortie documentari ed ha anche collaborato nella stesura di un’opera teatrale. La suaformazione non è, quindi, quella dello scrittore tradizionale. Infatti,utilizza uno stile molto particolare e alcune parti vanno rilette più volte peressere comprese.VOTO 7  Grazie aStrawberry di Una Fragola al giorno (http://unafragolaalgiorno.blogspot.com/)per avermi consigliato questa raccolta di tre racconti, dei quali il primo, ilpiù lungo, è quello che dà il nome al libro.Ecco latrama.In seguito alla scomparsa dello zioartista, morto in circostanze non del tutto chiare, Giorgio eredita un vecchiopodere vicino al Parco dell’Uccellina. Da quel momento la sua vita prenderà unapiega inaspettata. Che legame c’è tra Giulia, l’affascinante e misteriosaex-compagna dello zio, e la morte dell’uomo?
È il mistero ad accomunare i racconti contenuti in questa raccolta d’esordio.Accurate prove di stile che hanno il sapore di piccoli classici, in cuiprotagonista è il linguaggio, che rimanda alle inquadrature di un filmd’autore.
Chi non ha lettoquesto libro ed ha intenzione di farlo, noncontinui a leggere, perché nel commento di seguito, Pupottina svelerà molte parti,unicamente per stimolare un dibattito con chi lo ha già letto.
Il primo deitre racconti, SpericolatoAtelier, come già detto, è il più riuscito, ma leggerlo richiede nonpoca attenzione poiché lo stile dell’autore è assai particolare ed anche lalingua utilizzata conferisce un aspetto realistico e quotidiano che va analizzato solo in superficie.Le descrizionidegli ambienti e delle abitudini sono appena accennate e lo stesso accade con ipersonaggi che rimangono quasi oscuri fino alla fine e vengono spiegati soloattraverso il loro modo di agire. Ad eccezione della figura dello zio morto, ipersonaggi che agiscono nel primo racconto sono essenzialmente 3: Giorgio, ilnipote che eredita tutto; Giulia, l’ex-modella ed ex amante dello zio; e Ubu, l’assistente.Dietro la morte dello zio, però, c’è un mistero e la polizia indaga, pur nonagendo mai direttamente e sappiamo delle sue indagini soltanto per quelloche accade ai personaggi.Non sempre èchiaro cosa facciano i personaggi, poiché la serie di eventi appaiono quasislegati fra loro e sono finalizzati, forse, solo a mettere in mostra ladebolezza dei personaggi a livello umano con le loro quotidiane sofferenze, idubbi, i timori, che impediscono loro di agire con chiarezza e di essereconsapevoli di se stessi. Verso la fine, secondo me, manca volutamentequalche scena proprio per creare una sorta di effetto sorpresa di come sievolvono gli eventi. Simpatica è la figura dell’imbranato ed ingenuo nipote,Giorgio, il quale è l’unico a non capire cosa gli stia accadendo.Sicuramente,per l’autore, è chiaro il fine delle azioni dei suoi personaggi che deverimanere velato ed indeterminato agli occhi del lettore, il quale alla fine nonsarà pienamente appagato da quello che ha scoperto deipersonaggi, perché il fine è quello di lasciare in lui un tocco di mistero,vero e astratto, elemento di forza dei tre racconti. L’illustrazione di questoracconto, anche se astratta, è quella che spiega meno le vicende che vi sisvolgeranno.Anche nelsecondo, breve racconto, Capodanno a Punta Alberete, l’unicoprotagonista, di cui non sappiamo il nome, vive un’esistenza sofferta emisteriosa, senza alcuna voglia di vivere: a tal punto che non gli importa diavere un finale tragico. Preferisce non dover continuare un’esistenza che lo fasoffrire. Anche qui è fondamentale l’illustrazione. L’uomo è piccolo in unambiente che lo travolge e lo fa sentire in pericolo e spaventato, disilluso, deluso.Nelterzo ed ultimo racconto, L’ultimarosa d’estate, due donne, di cui una di nome Giovanna sembranocontendersi le attenzioni uomo e la bravura nel suonare un violino. Giovanna èquella che è più brava in tutto, ma non per questo meno evanescente. L’altradonna ne è profondamente gelosa. Ma potrebbe anche essere un caso disdoppiamento della personalità. Nel racconto si avverte un presagio tragico che giungerà acompimento ed è già ampiamente anticipato, se si fa caso, dall’illustrazioneche introduce il racconto. Mi è piaciuto anche questo racconto per leriflessioni che mettono a nudo la natura femminile.
La componentesessuale è presente nei tre racconti, anche se appena accennata ed, a volte, èintrodotta solo nel dialogo come un riferimento o una constatazione. Ad eccezionedel primo racconto, in cui è rivelato, non c’è vero amore nei racconti diquesti personaggi.Forse,proprio a causa della loro brevità, questi racconti non sembrano essere pienamentecompiuti. Ma credo sia questo l’intento dell’autore che sceglie di lasciaretutto ad un livello indeterminato e misterioso. Questa raccolta resta comunqueun libro di non facile lettura, poiché sottende una conoscenza psicologica dellanatura umana che svelerebbe e spiegherebbe l’agire, apparentemente insensatodei personaggi. Non è comunque un libro che si sceglie con l’obiettivo dirilassarsi un po’, ma per indagare se stessi, poiché è un libro impegnato e costruito mediante tecniche stilistiche particolari volute dallo scrittore.
Voi,l’avete letto? Che cosa ne pensate?Preferiteun libro che vi fa mettere in gioco nel ruolo di lettore?

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