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Spiati e contenti

Creato il 26 marzo 2015 da Albertocapece

images (1)Dove si voglia andare a parare è misterioso solo per i ciechi entusiasti e volontari: mentre si tenta in ogni modo di ridurre sia le intercettazioni in sé, anche facendo mancare i finanziamenti come è accaduto qualche settimana fa, sia la loro pubblicazione e si trovano facili filosofi che gridano alla barbarie all’unisono con il milieu politico, oggi arriva nell’aula di Montecitorio, il decreto antiterrorismo per essere convertito in legge. E guarda caso è stato licenziato in commissione con alcune modifiche che consentono la possibilità di spiare dentro il computer di ogni cittadino attraverso software occulti.

E’ del tutto evidente che si va creando esplicitamente e senza più remore o ritegno, una classe di potenti che rivendica il diritto alla propria intangibilità e la massa del resto dei cittadini nei cui confronti è possibile invece saccheggiare ogni possibile informazione, talvolta l’intera vita. Ed è ovvio che per giungere a questo scopo non c’è niente di meglio che agitare i fantasmi del cosiddetto terrorismo, nemico sfuggente e in finitamente interpretabile, uno dei migliori investimenti emotivi fatti negli ultimi 15 anni dalle governance occidentali. La sua enfatizzazione, creazione, classificazione è l’ideale per giungere a un controllo a tappeto delle popolazioni, superando ogni ostacolo costituzionale o democratico che in altre condizioni avrebbero sbarrato il passo a questa fondazione dell’oligarchia.  Inoltre il pericolo può essere attentamente  modulato  a seconda delle situazioni e non è forse un caso che proprio alla vigilia dell’arrivo in aula del decreto si sia scoperta una prima cellula jahidista per il reclutamento di volontari.

Naturalmente la possibilità di usare programmi spia per svuotare i computer dei malcapitati, è legata a un qualche sospetto di reato”commesso mediante l’impiego di tecnologie informatiche o telematiche”,  compresi quelli di violazione del copyright e di opinione. Ma è chiaro che si tratta solo di un formalismo perché  da un sospetto si può risalire (e dunque spiare) altre centinaia di persone che sono in contatto con lui e da qui altre decine di migliaia: la rete web è assai più estesa della rete personale su cellulare ed è facile avere un controllo capillare.

E’ il primo caso al mondo in cui uno stato arriverebbe ad autorizzare l’uso di software spia per controllare i cittadini. E quindi ci sono anche anime pie che chiedono di circoscrivere il controllo solo ai reati di terrorismo le quali  probabilmente verranno ascoltate, non fosse altro che per opportunismo e per salvare la faccia di un ambiente politico dove queste idee allignano a tal punto da divenire proposte concrete. Ma questa è a mio parere solo una degringolade pseudo democratica, visto che il reato di terrorismo in quanto tale è in sé indefinibile, derivando in buona sostanza da ciò che di volta in volta un governo definisce come tale. Per esempio del reato fa parte anche  “l’arruolamento, addestramento e partecipazione ai conflitti armati” il che fra l’altro includerebbe  tra i rei anche il ministero della Difesa. Ma immaginiamo che due anni fa chi avesse svolto queste azioni in favore del Califfo e del suo raggruppamento, allora considerato un libertador dal regime di Assad, non sarebbe stato considerato un terrorista, ma un eroico volenteroso.

Però ci sono anche altri lati oscuri: per esempio fa parte della cornice della legge “commettere dei delitti contro lo Stato e i reati di apologia” e via dicendo che in realtà possono comprendere molte cose, dall’opposizione alla Tav e alle grandi opere, alle critiche contro la propaganda e le posizioni governative in generale. Per esempio apologia potrebbe anche essere l’affermazione che considerare l’Isis come un fenomeno puramente terroristico è di una stupidità sesquipedale. O che l’Expo è un colabrodo opaco e inutile, una mangiatoia per nutrire i soliti noti, altro che il pianeta: dopotutto criticare una governance che si oppone al “terrorismo” è altamente sospetto.

Naturalmente inneggiare alla svastica immagino sia perfettamente lecito, visto l’appoggio che viene coralmente dato da questa Europa ai nostalgici hitleriani di Kiev. Mica sono terroristi, dopotutto, mentre potrebbe essere considerato reato stare dalla parte delle popolazioni del Donbass. Nel momento in cui non si sanzionano delle azioni in sé, ma solo se le si riferisce a un concetto sfuggente e mutevole come il terrorismo, si costruisce un quadro di incertezza che fa da base all’estensione del controllo di stato.

Insomma l’era del controllo dell’opinione è ufficialmente cominciato, sia pure in maniera più morbida del previsto. E forse più opportuna per non dare l’impressione  di correre troppo: ma basterà aspettare un po’ per vedere il disegno dei negatori di libertà.


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