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Spreco alimentare: parliamone

Creato il 24 ottobre 2015 da Allocco @allocco_info

Alimenti che finiscono nei rifiuti di casa nostra come quei pacchi di farina comprati per fare dolci e poi, oppure vasetti di yogurt andati a male, uova marce, fette di prosciutto dal colore incerto ... Lo spreco non si limita alle nostre mura domestiche ma si estende alle mense scolastiche e aziendali, ai ristoranti, agli ospedali. Questi alimenti sprecati sono costati energia, acqua, terra, risorse naturali, carburanti per essere trasportati ed hanno prodotto inquinanti, emissioni che modificano il clima e anche quando sono finiti nei rifiuti hanno avuto un peso rilevante per il loro smaltimento. Ogni cittadino europeo ha disposizione circa 840 chili di cibo da consumare ma di questi solo 560 vengono effettivamente utilizzati per l'alimentazione, della restante parte 200 chili vengono sprecati durante la fase di produzione e distribuzione mentre 95 chili vengono buttati nella pattumiera dai consumatori che li hanno acquistati. Bisogna intervenire per arginare quello che sembra possa diventare un fenomeno sempre più diffuso a dispetto della crisi economica in atto. Principalmente si può agire sullo spreco informando il consumatore per renderlo più consapevole ed insegnarli come evitare di cestinare il cibo. A livello mondiale circa il 33.3% del cibo per il consumo umano viene sprecato, in Europa a medaglia d'oro per lo spreco va agli olandesi e sicuramente una spesa più attenta e meno frenetica eviterebbe che il cibo finisca nei rifiuti. Il decalogo del consumatore responsabile include: consumo dei prodotti locali e di quelli di stagione, riduzione del consumo di carne, scelta orientata verso i prodotti biologici, diminuzione del consumo di alimenti con troppi imballaggi e acquisti necessari al consumo alimentare effettivo. Ricordiamo inoltre che la scadenza indicata sui prodotti può essere di due tipi: quando è indicato che il cibo si consuma entro non bisognerebbe andare oltre tale data, se invece la dicitura sull'alimento riporta da consumarsi preferibilmente entro allora si può aspettare anche qualche giorno dopo la scadenza. Esiste una società spin-off del'Università di Bologna chiamata LMM che favorisce l'incontro diretto tra domanda e offerta di cibo garantendo che gli alimenti ancora edibili non subiscano sprechi ingiustificati. La società è stata fondata nel 1998 da Andrea Segré un agro economista e si stima che nel 2011 il valore del cibo recuperato in Emilia Romagna dal progetto messo in atto dalla stessa sia stato 2.800.000 euro.

Riferimenti esterni:

einstein.scuolerimini.it/multimedia/263/Lo%20 spreco%20 alimentare. pdf

www.slowfood.com/sloweurope/wp-content/uploads/ sprechi. pdf

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