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Per un genere difficile da vendere come questo si sono spese anche major con megaproduzioni come The Road o Codice Genesi andando incontro a un pubblico decisamente più di nicchia.
Stake Land ( letteralmente "La terra dei paletti") si immette nelle coordinate tracciate dal film di Hillcoat inserendo comunque consistenti varianti horror.
La vita del giovane Martin ricomincia una sera in cui assiste allo sterminio della sua famiglia da parte di un'orda di vampiri assetati di sangue e di carne umana.
Viene salvato da un cacciatore di vampiri che si fa chiamare Mister che si sposta per ucciderne il più possibile e scambiare i loro denti per beni di prima necessità.
Probabilmente vede in Martin chi potrà proseguire la sua opera perchè nei momenti di relax ( relativo) lo addestra alla pratica dell'uccisione di succhiasangue come fosse un novello karate kid.
Una notazione su queste creature: Mister li chiama "vamps" e rivende i loro canini affilati quindi si arguisce che siano vampiri. Ma hanno l'aspetto di zombie pur essendo molto più veloci e atletici di quanto teorizzato da Romero. E alcuni di loro sembrano anche dotati di un'intelligenza superiore ( la lotta con Jebedia Loven, capo di un gruppo di umani dediti a qualsiasi tipo di efferatezza, ora trasformato in vampiro per via di Mister)
Il mondo è devastato dalla piaga dei vampiri, i pochi umani che stanno resistendo si stanno organizzando in piccole città fortificate sforzandosi di ricominciare da capo nell'assoluta normalità in una situazione che non ha nulla di ordinario.
Lo scenario postapocalittico di Stake Land è fatto di locations visibilmente a costo zero ma funzionali alla narrazione tra spettrali scheletri di cemento a ricordare che lì una volta c'era la presenza di un essere civilizzato e scenari naturali incontaminati .
Martin, Mister, una ragazza incinta presa con l'autostop e un ex militare che si è unito a loro sono decisi ad andare verso nord, una terra chiamata New Eden, per un nuovo inizio.
Il problema è che oltre ai vampiri bisogna difendersi da gruppi di umani stupratori e assassini ( Mister li chiama pentecostali proprio perchè seguono una specie di culto religioso deviato) e che sono più pericolosi dei vampiri stessi.
E naturalmente il gruppetto subità dolorose perdite.
Stake Land è quindi un road movie postapocalittico che racconta questo viaggio ricco di pericoli di ogni sorta per un nuovo inizio.
E sarcasticamente l'inizio del New Eden e la fine dell'inferno coincidono con il confine tra USA e Canada.
Il film di Jim Mickle , scritto assieme a Nick Damici che interpreta la parte di Mister, non dice nulla di nuovo sul genere ma soprattutto non ha alcuna pretesa di farlo.
Il budget piuttosto limitato ( 4 milioni di dollari ) non permette scene di massa faraoniche ma le sequenze di lotta tra umani e vampiri ( tra l'altro dal design molto efficace) sono molto ben coreografate e sinceramente non si avverte molto lo scarto con film con budget ben più consistente.
Inoltre si ritrova ancora una volta in una parte di contorno, una ex icona sexy anni '80 come Kelly Mc Gillis in abiti dimessi ( e invecchiatissimi, sembra la nonna di quella che sculettava attaccata come una cozza a Tom Cruise in Top Gun sulle note di Take my breath away...) e che dopo questo film e il successivo The Innkeepers sembra aver ritrovato un suo posticino nel business cinematografico.
Stake Land è tempo libero ben investito: sono poco più di 90 minuti che si seguono tutti di un fiato, in relax riscoprendo che qualche volta piccolo ( budget) è meglio in quanto aguzza l'ingegno.
( VOTO : 7 / 10 )
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