Magazine Diario personale

Stand By Me

Creato il 01 settembre 2014 da Miroku

IMG_0557.JPGÈ il primo di settembre, ci si aspetterebbe di tutto tranne una incessante pioggia durata l’intera giornata e le temperature troppo basse per il periodo. Nonostante tutto, però, mi sento ancora in piena estate e ho troppa voglia di andare a correre per rinunciare a causa del clima.
Per la prima volta da mesi, grazie all’aria fresca, non mi sembra di svenire dopo un chilometro scarso e decido per questo che la playlist dell’iPod può proporre qualcosa di un po’ più soft dei soliti pezzi che ascolto per evitare di sentire in sottofondo il respiro troppo affaticato.
Per buona parte della mia vita sono stato un vero bradipo, lontano da qualsiasi forma di attività sportiva finché un bel giorno, senza un particolare motivo, inizio a praticare tutti gli sport praticabili per uno che passa buona parte della giornata in ufficio. Calcio, tennis, palestra e ora la corsa.

I primi due chilometri volano ad una velocità inspiegabile. Sarà che non sto per morire asfissiato come al solito, ma sento che posso prendere la strada più lunga e provare per questa volta a fare un po’ di metri in più. Prendo la strada a destra ed appena girato l’angolo noto un bambino alle prese con la sua bici. Avrà avuto più o meno dodici anni.
Signore mi può aiutare?” dice in un italiano quasi perfetto. Raro da queste parti.
Scusa?” dico mettendo in pausa l’iPod.
La catena della bici, si è incastrata! Stavo cambiando la marcia ma all’improvviso si è bloccata così!“. Il bambino sembrava preoccupato.
Senza dire nulla mi avvicino alla bici e tolgo gli occhiali da sole, pensando solo ora alla loro inutilità data la giornata completamente priva di sole.
La catena è completamente accartocciata su se stessa, probabilmente il bambino non si è accorto subito della cosa e per un po’ ha continuato la sua corsa peggiorando drasticamente la situazione. Provo per un paio di minuti a sistemarla ma è talmente incastrata che non riesco minimamente a migliorare il groviglio. Decido di liquidare la situazione e tornare alla mia corsa ma, mentre sto per comunicarlo al ragazzino, mi accorgo della delusione sul suo volto. Cercando di non fargli capire le mie precedenti intenzioni appoggio la bici al muretto e mi siedo a terra. Lui si siede vicino a me scrutando preoccupato il groviglio della catena.

Jonathan che è successo?“. Ci giriamo entrambi e vediamo altri due bambini su due bici. Erano gli amici di Jonathan che l’avevano raggiunto.
Jonathan spiega all’amico la situazione. Sbloccare quella catena a mani nude mi sembra impossibile, gli chiedo dove abita ma la risposta non mi può essere di conforto, è ad almeno cinque chilometri da qui. Troppo lontano per farlo tornare a casa a piedi e per di più trascinando una bici rotta.
A quel punto, Intrepido (uno degli amici di Jonathan del quale non ho capito il nome) esclama: “Ci penso io, spostatevi!“, con la sicurezza del miglior esperto di bici al mondo. Io, incredulo, gli cedo la bici ed Intrepido si mette in sella ed inizia a pedalare con forza. Ok Jonathan, ora siamo nei guai, ora si spezza la catena. Ma incredibilmente la situazione del groviglio della catena sembra migliorata. Intrepido prende la bici e la capovolge dichiarando: “così sarà più facile signore!”. E in effetti così era molto più semplice….

Jonathan sbrigati, siamo in ritardo!” esclama Playboy, il secondo amico di Jonathan. Playboy, ragazzotto un po’ in sovrappeso, è il più grande dei tre.
Dovete tornare a casa?” chiedo.
No, stiamo andando dalle nostre amiche, c’è una che mi piace!” dice ansioso Playboy.
Mi sta aspettando, non voglio dare tardi. Io non sono pieno di ragazze come Jonathan, vanno tutte dietro a lui! Diglielo Jonathan!“.
Jonathan sorride e questo mette in risalto gli occhi verdi che a dodici anni fanno strage di bambine. “Si, è vero!” risponde Jonathan.

La situazione della catena comincia a migliorare, devo fare forza e rischiare che si spezzi, ma non posso fare altrimenti. “Signore, dove ha comprato quel polsino?” continua Playboy.
Beh, da Decathlon, al centro commerciale.”
Lo devo comprare, è figo, sai che bella figura con le ragazze!”. Playboy ha la fissa, ma è comprensibile a quella età.
Mentre cerco di contenere il mio divertimento, riesco con uno strattone decisivo a sbrogliare la situazione della catena. Jonathan sorride e cerca di rendersi utile aiutandomi a rimetterla al suo posto.
Finalmente!” dice Playboy in preda agli ormoni.
Devi ringraziare me!” risponde Intrepido col petto all’infuori.
Grazie signore!” esclama Jonathan felice.
Signore, le sue mani!“. Intrepido mi fa notare le mani sporche di grasso ed olio.
Tranquillo, c’è una fontanella proprio qui vicino” rispondo.

Recupero gli occhiali, rimetto le cuffie e faccio per girarmi quando mi accorgo che Jonathan, mentre riprende la sua bici, si gira verso di me porgendomi la mano.
Sono sporche di grasso“, dico guardandomi le mani.
Anche le mie” risponde lui ridendo.
Ci stringiamo la mano come due amici.
Playboy parte di corsa, Intrepido lo segue.
Jonathan sale in sella, la bici va.
Mentre si allontana si gira, mi fa cenno che è tutto ok e torna alla sua pedalata.

Tasto play sull’iPod e ritorno a correre. Dalle cuffie sento il giro iniziale del basso di Stand by me, di Ben E. King.
Stand by Me – Ricordo di un’estate è anche il film tratto dal racconto The Body che lessi più o meno all’età di Jonathan nel libro Stagioni Diverse di Stephen King.

Estate del 1959: Gordie Lachance, Chris Chambers, Teddy Duchamp e Vern Tessio sono quattro amici dodicenni che vivono nella piccola cittadina dell’Oregon di Castle Rock, e si preparano a passare al ginnasio.

Estate, una storia sull’amicizia di bambini dodicenni.
Ora a sorridere sono io.


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