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State of Origin

Creato il 23 maggio 2012 da Rightrugby
State of Origin Ho avuto la gradita possibilità in pausa pranzo di vedermi in diretta un bel super classico della palla ovale, il massimo del rugby League australiano: il round one  delle State of Origin Series, sfida molto sentita da pubblico e giocatori, disputata su tre gare, coi campioni dei vari club convocati a mo' di nazionale dallo Stato in cui han giocato la prima gara Pro - New South Wales (Blues) o Queensland (Maroons). E' finita 18-10 per Queensland, che quindi è a una partita dal riconfermarsi per il sesto anno in fila.
Che si tratti di gara per niente "Barbarians style"- non solo onorifica anzi molto sentita anche sul piano emotivo, s'è visto molto presto: attorno al 20' è partita una bella scazzottata collettiva. Gran partita godibile per il resto,  densa di scontri e molto equilibrata per larghi tratti. I Blues marcano due mete fotocopia all'inizio dei due tempi - calcio alto, presa difettosa al volo dei backs avversari, qualche rimbalzo fortunato e palla in mano all'attaccante che ci crede di più e schiaccia. In mezzo Darius Boyd (nella foto) del Queensland (uno attualmente panchinato dal suo club Penrith), marca due mete, la prima delle quali in superiorità numerica,  grazie alle quali i suoi chiudono il primo tempo avanti 12-4. Vista da occhi profani, i Maroons attaccano muovendo di più la palla con offload e passaggi alla mano, rispetto al NSW che cerca di più lo sfondamento dritto per dritto, concitate fasi finali a parte.
A inizio della seconda parte arriva la seconda meta fotocopia dei Blues e il vantaggio si riduce a 12-10. A quel punto la partita stalla nel massimo equilibrio, un episodio potrebbe farla pendere da una parte o dall'altra. I Maroons appaiono più in controllo: la prima mini-svolta è una cattiva decisione dei Blues, provano a piazzare una punizione centrale dalla lunga distanza invece di guadagnar metri (l'opzione rimessa laterale è molto più agevole che nello Union: è no contest), ma falliscono il calcio.

La svolta vera arriva nel finale, ed è la scusa per cui scriviamo questo post in un blog che solo occasionalmente si occupa di "altri ovali": sapete, dato il livello dell'informazione rugbistica media disponibile, ci illudiamo di far cosa gradita a due o tre, nell'essere "didattico-didascalici" quando possiamo.
Succede che a meno di 10 minuti dalla fine, Queensland renda pan per focaccia ai Blues: calcio alto (alla sesta fase è prassi, in ogni caso si perderebbe il possesso), presa fallita dei difensori Blues sulla linea di meta, ovale che arriva casualmente in mano a Greg Inglish, meta. Vista al replay è un bel caso di scuola regolamentare sia Union che League.
Dunque, l'attaccante perde il controllo dell'ovale mentre scende verso terra, poi si getta sulla palla persa e la schiaccia; ma è il piede di un difensore che fa schizzar via la palla dalle sue mani. Il TMO decide che la meta è buona: non è passaggio in avanti, calciare la palla dalle mani di un avversario è anti-gioco deliberato, per cui è regola del vantaggio sulla schiacciata a terra successiva. I Blues recriminano che il piede era lì per caso ed è stato urtato dall'attaccante mentre questi si abbassava.
Gustosissimo, e dedicato a quelli che "l'arbitro non si discute, mai", il siparietto successivo: Paul Gallen il capitano del NSW, dopo la decisione del Tmo va dall'arbitro con la faccia alterata e gli fa, ma che biiip di decisione è?" ("How the hell is that a try?"), e mentre questo gli spiega, insiste: ma fa sul serio? Ha capito o no che stiamo giocando lo State of Origin? ("Sir, are you for real? This is a state of origin game ") e conclude, tutto questo è ridicolo ("This is ridiculous where this is getting").
Certo che 'sto League è gradevole, anche se oggettivamente della partita a scacchi ha ben poco. Però ha meno pause: un tempo di questa partita ha occupato meno di 50 minuti effettivi, il che per una pausa pranzo è ideale.

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