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Stavolta c'ero anche io, tiè.

Creato il 22 febbraio 2012 da Lollo

Solitamente la settimana della moda è anche la settimana in cui sono rinchiuso in casa in una grigia provincia milanese avvolto in un pigiama dalle tinte assurde. Quest’anno è stato diverso.
Quest’anno mi sono puntato perché volevo vedere le dinamiche felici e gioiose di una sfilata, sapere come si presenta una collezione dietro al quale ci sono mesi di duro lavoro da parte di stilisti, sarti e quant’altro. Da quel momento ho attuato il mio piano stalking inviando richieste ed e-mail nella speranza che qualcuno potesse avere pietà di me.
“Buongiorno mi chiamo Lorenzo Bises.”
“Lorenzo chi?”
Non ho ricevuto (giustamente) risposta ma grazie alla gentilezza di alcune persone mi sono infiltrato senza compensi in denaro o in cambio di strani favori.
Questa è la cronaca nera/rosa della mia giornata alla moda.
Giornata conclusa con tre ore di lavoro in piscina tra madri in preda all’ansia e bambini urlanti.
Una gioia.
Ore 9:30
Apertura della settimana della moda con la sfilata di Simonetta Ravizza.
“E’ la figlia di Annabella di Pavia, quello delle pellicce.”
“Davvero? Io guardavo Gerry Scotti solo per vedere le sue telepromozioni per Annabella” esordisco.
Alla scuola militare di Corso Italia, nel cortile interno viene allestito un grande padiglione, viene servita un’elegante colazione su cui mi tuffo e prendo posto a sedere in seconda fila dietro a delle blogger di tutto rispetto. Tra cui Monica, che gentilmente mi ha permesso di accompagnarla.
Il mio ingresso nel mondo scintillante della moda è stato questo.
Si avvicina Francesca Senette che mi chiede di farle una foto con il suo Iphone bianco.
Ora, io dico, proprio a me che non ho la minima idea di come funzioni?
Dopo qualche vano tentativo, disperata, chiede ad una ragazza dicendo “Puoi farla tu visto che…” sono impallidito “..a lui è scattato il flash”.
“Non so proprio usare questo aggeggio, scusami.”
Ho cercato di non far trasparire il mio imbarazzo. Non ci sono riuscito.
Tutta la location nera, solo una passerella bianca scivolosissima accoglie modelle alte sei metri e magre magre che cercano disperatamente di non cadere e di sembrare rilassate su scarpe da suicidio.
Nessuna crolla.
Stanno per, ma nessuna cede. I cappotti con inserti di pelliccia danno luce e movimento, sobbalzano ad ogni passo e le gambe chilometri scoperte concedono un lato sensuale ma aggressivo ad una donna contemporanea.
Vip presenti, di tutto rispetto come la Silvana Giacobini. ECCHEVELODICOAFFA’.
La sfilata mi è piaciuta, era un vero evento fashion.
Musi imbronciati, occhiali scuri e calzini inquietanti.
Simpatica la signora seduta accanto a me che commentava gli accenni di scivoloni delle modelle.
“Camminano sul sapone” conclude.
Brava Simonetta, ci sei piaciuta molto.
Ore 10.30:
Corro per mezza Milano, prendo al volo un tram. Mi dirigo alla sfilata di Elena Mirò, in via Solari, presso la fondazione Pomodoro, artista milanese.
Elena addetta all’ufficio stampa, è l’unica che ha risposto al mio comportamento stalker invitandomi a partecipare, avevo un vero e proprio invito questa volta.
Stampato in pdf.
La location tutta bianca, l’atmosfera rilassata, la gente contenta, felice, molti milanesi aspettano di godersi bei vestiti e belle ragazze. Perché qui ci sono le vere belle ragazze, addirittura hanno le guance, i fianchi e il seno.
Donne genuine, vestite e impreziosite da pietre e punti luce, colori tenui come il grigio e il rosa antico, insomma, donne vive.
E’ la sfilata che ho preferito in assoluto per la bellezza delle modelle, per la gamma dei colori e le linee morbide, classiche soprattutto. Niente cose strane, niente parabrezza come corpetti ma abiti semplicissimi con dei ricami sartoriali di tutto rispetto.
Vip di tutto rispetto parte II: Jo Squillo che aveva voglia di ballare.
E’ il richiamo della disco dance.
Un applauso scrosciante ad Elena, lei sì che conosce le vere donne italiane.
(In regalo una meringa, FINALMENTESEMAGNA).
Ore 11.30:
Paola Frani, via Carlo Botta. Il numero civico mi sfugge, o non l’ho mai saputo.
Mi dirigo con Giuseppe, lui che ha il dono dell’obliquità e si trova in quattro posti nello stesso momento, conosce tutti. Baci e abbracci inclusi.
Riprendiamo tram e metro, corriamo e ci ritroviamo improvvisamente seduti.
“Ma possiamo stare qui?”
“Certo.”
Prima fila.
Un caldo tropicale, il soffitto con le travi di legno.
“Che caldo, se dessero gli asciugamani al posto dei comunicati stampa sembrerebbe una sauna finlandese.”
Vicino all’ingresso delle modelle scruto e osservo, un po’ intimidito da questa prima fila a cui non sono affatto abituato. Di fronte a me Vip di tutto rispetto parte III.
Carla Gozzi, è la seconda volta che la vedo.
Alla terza come minimo deciderà di dare il mio nome al suo primogenito.
E NIENTEPOPO’DIMENOCHE Guendalina Canessa, senza cagnolino ma con vari tatuaggi (La doppia C di Chanel su gambe senza calze? Coraggiosa).
Tattico il superocchialone per non essere riconosciuta (?).
La sfilata molto particolare, abiti dal classico allo stravagante, abiti lunghi per una serata galante dove il pizzo non è un gioco ma questione di seduzione.
Le modelle (sempre molto magre) erano una visione, bellissime.
Una in particolare ha colpito il mio interesse, asiatica, capelli nerissimi e labbra carnose, indossava un abito di pizzo nero con l’interno rosa antico.
Fluttuava, mica camminava.
Mi passavano talmente vicino che quasi mi veniva voglia di farle inciampare così rallentavano ed io potevo godermi ancora lo spettacolo.
Sarei stato arrestato al momento creando il dramma della giornata.
Applausi anche per Paola Frani che è stata una piacevolissima scoperta.
Ore 12.30:
Angelo Marani, Museo della Permanente, via Turati 34.
Io e Giuseppe, maestro di vita durante questa giornata, siamo sulla metro quando ad un certo punto riguardando il suo invito legge questo fatidico dettaglio “Show ore 12”.
Bene, siamo in ritardo di un soffio.
“Mezzora di soffi direi.”
Di corsa, persi, stanchi e coi piedi già da rottamare arriviamo che è già tutto finito.
I fotografi smontano, le modelle piano piano escono e continueranno per i vari casting, gli invitati cercano un modo di raggiungere altre location e così via.
Rincontro qualche giornalista già avvistata alle sfilate precedenti, alcuni blogger di street style chiedono a delle ragazze di posare per delle foto, addirittura interviste tv in cui si spiega il proprio look. “Accozzaglia di roba” per alcune rende l’idea.
Aspetto cinque minuti prima di ufficializzare la fine di questa giornata-settimana della moda autunno inverno 2012-2013.
Guardo chi esce e in lontananza vedo lei.
LEI.
Marta Marzotto. In carne, ossa e gioielli.
Mi passa davanti inconsapevole, avrei tanto voluto farle gli auguri per il suo 81esimo compleanno (il prossimo 24 febbraio) ma non volevo rischiare per la seconda volta un arresto o una denuncia per stalking.
Il suo autista le apre la portiera, lei si accomoda e si allontana nei meandri di una città come Milano che oggi ci ha regalato forte emozioni e un cielo squillante.
Mi incammino, torno a casa.
E’ stata una mezza giornata davvero affascinante, curiosa e divertente.
Ne avrò sicuramente un ottimo e felice ricordo.

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