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Stefano vietti: intervista esclusiva all'architetto de "la guerra dei mondi" la saga che rivoluzionera' il futuro di nathan never

Creato il 11 aprile 2011 da Comixfactory

Stefano vietti: intervista esclusiva all'architetto guerra mondi

Nathan Never 239
inizia la saga de La guerra dei mondi 

Tra pochi giorni (l'albo numero 239 è previsto in distribuzione a partire da martedì 19 aprile) sulle pagine di Nathan Never avrà inizio uno dei cicli di storie più attesi dai lettori dell'universo Alfa. Subito dopo la conclusione della guerra con le stazioni orbitanti (pubblicato nel 2004 sui numeri dal 157 al 161 della serie regolare dedicata al canuto agente investigativo del futuro) fu annunciata, infatti, la messa in produzione di una seconda saga bellica che avrebbe sconvolto per parecchi mesi la vita di Nathan Never. Da quell'annuncio sono trascorsi ben sei anni, anni nel corso dei quali l'attesa dei lettori s'è fatta sempre più spasmodica (complici anche le indiscrezioni diffuse dalla redazione di via Buonarroti) e le aspettative cresciute a dismisura.
A poco più di una settimana dall'inizio della pubblicazione de La Guerra dei Mondi (saga che ci farà compagnia per un anno intero) ho intervistato Stefano Vietti, architetto di questo nuovo attesissimo arco narrativo.
I N T E R V I S T A    A    S T E F A N O    V I E T T I
Tre anni di lavorazione. Più di un migliaio di pagine di battaglie, introspezione e colpi di scena. Un team di sceneggiatori e alcuni dei migliori disegnatori in forza a Nathan Never. Queste a occhio e croce le caratteristiche de la guerra dei mondi vero e proprio colossal a fumetti che attraverserà l’universo dell’agente Alfa per dodici mesi a partire da Aprile 2011. Mi potresti raccontare qual è stato il tuo ruolo nella realizzazione della “guerra dei mondi” e quanto è stato difficile e impegnativo realizzare un ciclo di episodi come questo?
Sono partito con un soggetto base di venti pagine che ho sottoposto ad Antonio Serra. Ricevuto il suo okay c’è stata una riunione con lui, Medda e Vigna nella quale abbiamo discusso insieme il plot. Vigna ha inserito una trama investigativa per dare corpo alla storia nella sua parte iniziale e poi io mi sono dedicato allo sviluppo della trama generale che ha raggiunto le settanta pagine di soggetto. C’erano già molte storie canoniche in lavorazione nella serie regolare e quindi abbiamo dovuto trovare lo spazio necessario per poter pubblicare l’intera saga senza creare problemi a quelle storie. Ad Aprile, finalmente, inizierà la pubblicazione. Fin dall’inizio mi ero prefissato di raccontare una trama “corale” nel rispetto della continuity di Nathan e ciò ha rappresentato la difficoltà più grande perché mi sono ritrovato a muovere più di venti personaggi importanti dell’universo neveriano e circa una ventina di altri personaggi secondari in un contesto avventuroso / drammatico in rapido divenire.

Stefano vietti: intervista esclusiva all'architetto guerra mondi

Anteprima
una dettagliatissima vignetta di Giancarlo Olivares 


Quale sarà, a grandi linee, la trama de “la Guerra dei mondi”? Cosa dobbiamo aspettarci da questo evento?
Assisteremo al ritorno di personaggi molto amati (e altrettanto detestati) come Mr. Alfa o Andy Havilland?
Mi è impossibile rispondere a questa domanda senza necessariamente scoprire le carte anzitempo… temo che dovresti mettere un mega spoiler introduttivo e comunque i lettori non vorrebbero rovinata la sorpresa, ti pare? Mr Alfa e Andy non ci saranno, comunque. Sono destinati ad un futuro progetto. Ci saranno però dei notevoli colpi di scena sia di eventi che di personaggi e spettacolari tavole di azione. Abbiamo spinto molto sui rapporti dei personaggi tra di loro che, nella drammaticità di ciò che accade, saranno oltremodo “tesi”.
Prima de “la guerra dei Mondi” l’universo narrativo di Nathan Never era stato sconvolto da un altro conflitto molto duro, una guerra che aveva stravolto la vita di Nathan e che aveva mietuto diverse vittime. Come sono collegate queste due trame?
Diciamo che sono abbastanza collegate… ma non solo queste due trame, bensì molte altre della recente continuity neveriana. Tuttavia l’intera GdM sarà leggibile anche da chi non ha una stretta conoscenza del passato di Nathan Never… una saga godibile in modo indipendente, insomma. Ho evitato comunque sipegoni e riassunti di faccende passate per non rallentare il ritmo… e si capirà tutto comunque.
Negli ultimi tempi una delle critiche che ho sentito più spesso muovere alle storie dell’agente alfa (e che in parte sento di dover fare mia) è che tra la trama della guerra con le colonie e questa in dirittura d’arrivo la continuity del personaggio è rimasta ferma al palo. Sulla serie regolare sono stati pubblicati molti episodi, anche gradevoli, che sono risultati - per tutti coloro che seguono le avventure di Nathan per scoprire gli sviluppi della sua vita – poco più che un riempitivo. Cosa rispondi a questo tipo di critiche?
E’ successo che i lettori hanno eletto a “continuity principale” di Nathan quella raccontata nelle grandi saghe come la Guerra Terra-Stazioni Orbitanti, la saga Spazio-Temporale o quella di Mr. Alfa. Va benissimo, d’accordo… ma in realtà la continuity del personaggio è quella d’insieme, perché anche nelle singole storie Nathan cresce, dice qualcosa, fa una scelta o subisce una situazione e tutto quanto va a comporre la sua evoluzione. La riprova di ciò è che alcune storie singole, di “semplice” indagine investigativa, per esempio, vengono segnalate dai lettori come fondamentali e inserite nel gruppo delle trame di imperdibile lettura per capire appieno la crescita del personaggio. Poi, in ultima analisi, non bisogna scordare che Nathan è una serie mensile e che ha molti albi speciali ad affiancarla… per questa sua “rapidità” di uscita editoriale ha bisogno anche di una gran varietà di racconti anche brevi e auto conclusivi.

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Anteprima
Roberto DeAngelis veterano della serie e autore dei numeri 247 e 248


Come sarà strutturato questo ciclo di episodi? Quali autori, oltre te, saranno coinvolti?
Vigna ed io ai testi. Lui concentrato con tre storie nella parte iniziale, io con due albi all’inizio e poi impegnato dal sesto fino alla fine. Ai disegni ci saranno, in ordine di apparizione: Germano Bonazzi, Fabio Jacomelli, Simona Denna, con le chine di Silvia Corbetta, Giancarlo Olivares, Sergio Giardo, Roberto DeAngelis e Guido Masala con le chine di Giacomo Pueroni. Ci sarà una parte pre-guerra (i primi cinque albi) e una in pieno conflitto (da Olivares in poi) caratterizzata da un bel ritmo narrativo e da cliffhanger estremi tra una storia e l’altra. Il finale è a sorpresa e aprirà fin da subito una terza parte (e questa notizia te la do esclusiva) che partirà immediatamente dopo la guerra! Una nuovissima saga che terrà i lettori con il fiato sospeso fino a metà del 2012!
Due sceneggiatori e nove artisti. Un pool di autori di tutti rispetto per una storia che dovrebbe dipanarsi su circa 1200 pagine. Ci spiegheresti quanto è complesso realizzare, anche solo a livello di coordinamento editoriale, una trama del genere?
Il primo problema è stato trovare una locazione propriamente fisica dove piazzare la saga… cioè uno spazio all’interno della mensilità che non disturbasse le altre storie in uscita e che non creasse problemi a quelle che venivano dopo di essa, in quanto per via della continuity ciò che cambia durante la saga deve essere considerato per le storie future.
Il secondo problema è stato avere a disposizione i disegnatori nei tempi giusti… chi disegnava il primo numero non poteva partire dopo il disegnatore del terzo, per esempio. Terzo problema è stato quello di controllare quanto la storia scritta nel soggetto suonasse bene anche in sceneggiatura… la cosa non è così scontata, credimi… e men che meno su un lavoro così lungo. Ancora oggi, sto intervenendo per modificare certe scene e limare in continuazione i dialoghi :o). Infine c’è voluta tutta l’esperienza di Antionio Serra nella supervisione.

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Anteprima
due vignette di Sergio Giardo tratte dal numero 246


La realizzazione di una trama così complessa, una vera e propria miniserie nella serie, da che tipo di esigenza è nata?
A pranzo alla trattoria da Carmine:
IO: “Mmm… senti un po’, Antonio… ci sono qua e là nella continuity le naturali premesse per una nuova trama di guerra che davvero mi piacerebbe scrivere”.
SERRA: “Già, sì, le ho viste e mi stavo chiedendo giusto la settimana scorsa come mai ancora non eri venuto a battere cassa.”
IO: “Lo faccio adesso… allora?”
SERRA: “Solita procedura… soggettone e poi ne parliamo... tu prendi il dolce?”.

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Anteprima
un'altra spettacolare doppia vignetta di Giancarlo Olivares (disegnatore dei numeri 244 e 245)


Realizzare (e pubblicare) una trama così lunga, al di là dell’indiscutibile fascino, presenta secondo te dei rischi? I lettori occasionali potrebbero essere “spaventati” dalla apparente complessità della storia?
La saga è stata pensata per accontentare sia i lettori occasionali che gli accaniti fans di Nathan. I lettori occasionali non avranno bisogno di conoscere tutto il passato della serie di Nathan Never per divertirsi… i personaggi meno conosciuti saranno ri-presentati al pubblico nel momento stesso in cui entrano nella trama, senza spiegoni o rimandi. Non abbiamo usato un solo flash back! La storia scorre via senza trascinarsi sotto-trame troppo a lungo. I lettori che ci seguono da sempre, troveranno nei dettagli pane per i loro denti… un valore aggiunto, tutto per loro.
Come cambierà l’universo di Nathan Never dopo questa saga? Cosa dobbiamo aspettarci nel futuro della testata?
Direi che dovrete aspettarvi “Nathan Never”. Chi vuol capire, capisce. Eheheheh!

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Dragonero

Ora che sei impegnato anche nello sviluppo di Dragonero, dobbiamo aspettarci un tuo parziale disimpegno dalla serie di Nathan Never?
Purtroppo sì. E dico purtroppo perché ho adorato scrivere Nathan fin dall’inizio… a buon diritto, e spero i lettori mi concedano questa presunzione, lo sento un po’ anche mio, oggi, dopo averci dedicato 17 anni della mia vita lavorativa! Mi spiace staccarmene anche perché amo scrivere fantascienza e perché ho stretto forti legami di amicizia con Antonio Serra, Michele Medda, Bepi Vigna, e con molti dei disegnatori che hanno illustrato le mie storie. Tuttavia Dragonero era nell’aria da quando sono entrato in Bonelli e ci ho davvero messo il cuore, insieme ad Enoch, per portarlo a diventare una serie mensile e dunque le mie attenzioni saranno rivolte al suo sviluppo da dopo la saga della Guerra dei Mondi. Non lascerò Nathan completamente… ci tornerò a lavorare almeno per un paio di cose che ho già discusso con Antonio Serra: un nuovo Gigante che ho in mente e la saga finale di Mr. Alfa, Andy Havilland, Logan e Vania… appunto! Inoltre spero di poter continuare con gli albi di Universo Alfa, specie con Dipartimento 51 e Guerra Futura.
Diciassette anni dunque, durante i quali ti sei occupato di un personaggio non creato da te. Cosa ti ha colpito della caratterizzazione di Nathan Never e cosa hai cambiato (o ti sarebbe piaciuto cambiare)?
Ho iniziato a scrivere Nathan che il personaggio era già definito e maturo, grazie al lavoro dei suoi tre padri creatori. Quando nel ’95 cominciai a battere sui tasti del mio vecchio IBM la prima storia di Nathan, rimasi subito colpito da come le cose filavano lisce. Scrivevo e mentre lo facevo mi arrivavano in testa un sacco di idee… non era solo la mia creatività che si muoveva, lo capii subito… era anche la forza del personaggio che si rivelava come solida e dalle molteplici possibilità. Avevo alle spalle 5 anni di lavoro con il gruppo Hammer che mi avevano insegnato il gioco di squadra e il rispetto per le idee degli altri. Quella esperienza mi è servita per affrontare il lavoro su Nathan con lo spirito giusto . E’ stato un lavoro per gradi. Prima ho preso confidenza, poi ho cominciato a inserire alcune mie idee nella serie, infine ho proposto certi sviluppi che mi è stato consentito fare. Cambiare qualcosa? Beh… mi sa che l’ho fatto… certe scelte evolutive che ho ideato, certi comprimari che ho inserito o trame che ho sviluppato, hanno contribuito a portare Nathan dove è oggi.
Premesso che il tuo eventuale disimpegno rappresenterà una preoccupazione futura per i lettori di Nathan Never, viene spontaneo chiedersi come sarà colmato il vuoto che si creerà alle sceneggiature. Ci saranno nuovi sceneggiatori sulle pagine della testata fantascientifica della Bonelli, o magari alcuni dei “giovani” autori che hanno debuttato di recente aumenteranno il loro coinvolgimento?
Mirko Perniola e Davide Rigamonti mi sembra siano entrati di diritto in scena con ottime storie… di certo sono loro il futuro del personaggio in termini di nuovi autori. Poi so che Riccardo Secchi sta lavorando ad alcune storie e dunque immagino che di idee nuove ne arriveranno parecchie.
Che ne sarà Agenzia Alfa Generazione Futuro?
Il prossimo anno uscirà il terzo albo che completerà la trilogia. 316 pagine di una sola avventura, disegnata da Stefano Martino che ha dato con il suo tratto un tono drammatico di azione al racconto. Ho virato decisamente il racconto verso toni più dark e ne sono soddisfatto. Poi vedremo.
Con Luca Enoch sei stato uno dei promotori dei Romanzi a fumetti, a mio giudizio una delle collane più interessanti tra quelle varate dalla casa editrice milanese negli ultimi anni. Eppure, nonostante l’iniziale incertezza iniziale e il sorprendente successo della collana tu hai avuto un ruolo abbastanza marginale nel prosieguo di questa serie. Come mai?
Luca ed io abbiamo pensato e proposto la collana, ma non nel nostro esclusivo interesse, anzi… volevamo fosse aperta a tutti gli altri nostri colleghi che avessero una bella storia nel cassetto da raccontare al di fuori delle normali serie mensili. Stavamo facendo, in pratica, gli apri pista per un futuro gioco di squadra. Avevo almeno tre buone storie pronte… ma restarono in stand by per un po’, mentre completavo il primo Dragonero perché mi dicevo che nel frattempo sarebbero partiti altri sceneggiatori con le loro storie. Il tempo è trascorso e ora Dragonero è stato promosso a serie mensile. Dunque le tre storie sono nel cassetto… ma farò in modo che non ci restino per molto, sia ben chiaro!

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una spettacolare (e deflagrante) tavola di Giancarlo Olivares


A che punto è lo sviluppo di Dragonero? E’ stata già fissata una data di pubblicazione? E a che punto siete con la composizione del team di disegnatori? Oltre a quello di Giuseppe Matteoni, sei già in grado di farmi dei nomi?
Siamo partiti. Enoch ed io abbiamo definito i primi 12 soggetti e stiamo scrivendo le prime sceneggiature (successive ai 4 albi che daranno il via alla serie che sono già a buon punto sia di trama che di disegni ad opera di Giuseppe Matteoni). Nel frattempo lavoriamo alla creazione del mondo di Dragonero… stiamo inventando ambienti, personaggi, usi, costumi, creature, mostri e via dicendo. Abbiamo di recente persino acquistato dei vectors di araldica medievale per poter studiare i nostri personalissimi simboli da usare su stemmi, scudi e vessilli. La struttura grammaticale della lingua antica, pensata da Luca già per il primo Dragonero ci consente di creare nomi che hanno, oltre ad un bel suono, anche un significato. Non vogliamo lasciare insomma nulla al caso per dare ai lettori un mondo credibile che faccia da sfondo alle avventure dei personaggi in modo solido. Non posso ancora fare i nomi dei disegnatori, mi spiace… stiamo aspettando il momento giusto per presentarli. Posso dirti che alcuni di loro sono bonelliani “catturati” ad altre testate, mentre altri sono nuovi e attraverso Dragonero hanno avuto l’opportunità di entrare in forze alla Bonelli. Hanno tutti affrontato una bella e difficle “prova d’ingresso”, strutturata su studi dei personaggi e tavole complete e ci hanno consegnato materiale visivo davvero stupendo! Impossibile dare ora un termine per la pubblicazione… verosimilmente non in tempi brevi… ma ci stiamo impegnando molto affinchè non sia troppo remota e per ingannare l’attesa stiamo preparando delle iniziative particolari.
Dragonero è una serie che stai sviluppando in coppia con Luca Enoch. Che tipo di affinità c’è tra voi e come vi suddividete il lavoro?
Beh, direi che stiamo ottimamente… nessuno dei due avrebbe firmato un contratto importante come quello di Dragonero, che ci lega così tanto professionalmente, se non ci fossimo trovati bene insieme. Siamo due sgobboni, ci piace lavorare sodo e la buona scrittura richiede assolutamente tanto lavoro. Naturalmente, e per fortuna, abbiamo anche visioni diverse di quello che vorremmo fare e ciò è perfetto perché nel confronto nascono le idee migliori. La vediamo invece allo stesso modo sulle strutture cardini della serie, su come scrivere, che ritmi usare e come gestire i protagonisti. Stiamo lavorando a soggetti scritti insieme che ci rimpalliamo di continuo e poi ciascuno si è preso certi argomenti da raccontare che scrive in piena autonomia, ma sempre condividendo idee e scelte con l’altro per arrivare a quella uniformità narrativa imprescindibile per una serie.
Grazie e un saluto a tutti
Stefano



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