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Stéphane Denève e la RSO Stuttgart des SWR con Leonidas Kavakos

Creato il 20 settembre 2014 da Gianguido Mussomeli @mozart200657

rso ausstattung

È iniziata la stagione in abbonamento della Radio-Sinfonieorchester Stuttgart des SWR, che anche quest’ anno propone un programma assai attraente per la qualità dei direttori e solisti e soprattutto per la varietà delle proposte. Una delle ragioni che mi portano a seguire volentieri l’ attività di questo complesso è costituita proprio dall’ intelligenza e dala logica che caratterizzano la composizione dei programmi, soprattutto se paragonata ad altre stagioni sinfoniche in cui il repertorio si limita sempre alle stesse poche decine di brani popolari. Le stagioni della RSO des SWR si distinguono nettamente da questa tendenza e danno la possibilità di ascoltare un repertorio sempre vario e ben articolato, impostato su linee programmatiche precise e con un’ ampia presenza di pezzi moderni e contemporanei. Tutto questo, insieme alla qualità indiscutibile dell’ orchestra, pone senza ombra di dubbio la RSO des SWR in una posizione di primo piano tra le grandi formazioni sinfoniche tedesche; il lavoro dello staff artistico è stato più volte segnalato all’ attenzione del pubblico con premi e riconoscimenti, il più recente dei quali è l’ ECHO Klassik 2014 nella categoria Klassik für Kinder conferito alla nuova incisione de L’ Oiseau de Feu di Strawinsky, diretta dal giovane talento polacco Krzysztof Urbański e accompagnata dal testo della fiaba, rielaborato da Juri Tetzlaff e recitato da Malte Arkona, il conduttore del ciclo pomeridiano SWR Young CLASSIX dedicato ai giovani e che costituisce uno degli appuntamenti di maggior successo nella vita musicale di Stuttgart.

Per quanto riguarda il concerto inaugurale, affidato come di consueto a Stéphan Denève, che dal 2011 è Chefdirigent del complesso, uno dei motivi di maggior attrazione era costituito dalla presenza di un solista di altissimo rango come Leonidas Kavakos, quarantottenne violinista greco considerato uno dei massimi virtuosi della nostra epoca e proprio in questi giorni premiato dalla rivista inglese Gramophone con l’ Artist of The Year Award, uno dei più prestigiosi riconoscimenti internazionali. Conosco tutte le incisioni discografiche di questo artista, tra le quali l’ integrale delle Sonate per violino e piano di Beethoven con Enrico Pace, il Concerto per violino di Brahms registrato con Riccardo Chailly e la Gewandhausorchester e il recentissimo splendido CD delle Sonate dello stesso autore con Yuja Wang si collocano ai primissimi posti tra le registrazioni uscite in questi ultimi anni. Ero quindi molto curioso di ascoltarlo dal vivo e devo dire che la sua prova ha confermato pienamente le impressioni positive avute dall’ ascolto discografico. Tecnicamente parlando, siamo senza dubbio in presenza di un violinista di altissima classe. Leonidas Kavakos possiede un suono timbricamente fascinosissimo, potente e omogeneo in tutta la gamma dinamica, con una corda di sol magnifica per espansione e morbidezza e un’ intonazione sempre impeccabile. La tecnica dell’ arco è davvero di prim’ ordine, con passaggi di corde perfetti e un’ articolazione netta e precisa nell’ agilità. Il Concerto N° 2 in sol minore di Béla Bartók, brano prescelto dal violinista greco per la sua esibizione alla Liederhalle, è un lavoro caratterizzato da un particolare virtuosismo di scrittura sia violinistica che orchestrale e la parte solistica è ricca di passaggi che impegnano il violino dal punto di vista virtuosistico e da quello della definizione di sinuose e lunghissime linee di canto, che il compositore fà muovere con magistrale sagacia tra i più imprevedibili incastri orchestrali. Per un concertista di livello internazionale si tratta di una vera e propria prova di maturità esecutiva, che Kavakos ha risolto con la classe di un vero virtuoso di primissimo livello. Sulla scena il violinista greco si presenta in modo dimesso e tranquillo, ma la forza espressiva e il carisma comunicativo del suo fraseggio sono tali da rendere la sua esecuzione assolutamente avvincente per carica virtuosistica e forza espressiva. Splendidamente assecondato da Denève, al quale lo lega un’ intesa derivata da una lunga collaborazione, Kavakos ha offerto un’ interpretazione che è senza dubbio da collocare tra le migliori in assoluto nella storia esecutiva di questa pagina. Nei dettagli, il magnifico senso del rubato e l’ eleganza mostrata nelle Variazioni del secondo tempo e i numeri di alta scuola nel difficile movimento finale sono tra le più belle cose che io abbia ascoltato da un violinista in questi ultimi anni. Una prestazione superba, corredata da un magnifico fuori programma bachiano.

Per quanto riguarda i brani sinfonici, Stéphane Denève ha aperto la serata con una fulminante lettura di Short Ride in a fast machine di John Adams, autore al quale sarà dedicato lo spazio di musica contemporanea annuale presente nei programmi della stagione. Una pagina di grande virtuosismo orchestrale che ha costituito una bella occasione per mettere in mostra tutte le eccellenti qualità tecniche della RSO des SWR, la cui intesa col direttore francese dopo tre stagioni di lavoro comune è diventata davvero perfetta. Nella seconda parte, Denéve ha diretto la Quarta Sinfonia di Brahms, secondo appuntamento con il ciclo integrale avviato lo scorso anno con la Sinfonia N° 2. La RSO des SWR possiede una lunga tradizione esecutiva brahmsiana, maturata sotto la guida di interpreti come Carl Schuricht, Georg Solti, Sergiu Celibidache e Carlo Maria Giulini. Quando un’ orchestra tedesca di livello esegue questa musica, la sintonia con un linguaggio che gli esecutori padroneggiano al pari di un idioma materno è pressochè istintiva e automatica. Denéve interpreta la Quarta di Brahms puntando soprattutto sulla cantabilità melodica e sulla bellezza delle tinte orchestrali. La sua non è una lettura monumentale alla Furtwängler o drammaticamente estremizzata alla maniera di Carlos Kleiber; nell’ interpretazione del musicista di Tourcoing si riconosce piuttosto la nobile cantabilità e la finezza di fraseggio possedute ad esempio da un Giulini. Quello di Denéve è un Brahms di grande effusione lirica, con sonorità morbide e luminose e una dinamica di grande ricchezza e raffinatezza. Magnifica, sotto questo punto di vista, l’ esecuzione del secondo movimento nel quale i fiati della RSO des SWR hanno offerto una prestazione di livello davvero superiore. Eccellente anche la lucidità di fraseggio con cui Denéve ha evidenziato le complesse nervature strutturali della Passacaglia finale, la cui atmosfera è stata resa con un accumulo progressivo di tensione drammatica assai ben calcolato. Grande successo finale, con lunghi applausi al direttore e all’ orchestra. Dopo queste serate alla Liederhalle, la RSO des SWR partirà per il suo primo viaggio all’ estero in questa stagione, con destinazione Bucarest dove Denéve dirigerà il complesso in due concerti nell’ ambito del Festival Internazionale delle orchestre radiofoniche.



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