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Steve Wozniak fa retro front sul film jOBS

Creato il 25 giugno 2013 da Redazioneatv @appletvblack

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Si ricorderanno di certo le proteste di Steve Wozniak, il co-fondatore di Apple, quando qualche mese fa alcuni spezzoni del film jOBS hanno fatto la loro apparizione in Rete: la ricostruzione non sarebbe stata accurata, in particolare sulla creazione del primissimo computer a marchio Mela. Dopo aver visionato il trailer, pubblicato qualche giorno fa, l’informatico si è in parte ricreduto.

«Permetto molta interpretazione artistica a scopo d’intrattenimento e ispirazione, purché i significati impliciti delle scene siano accurati. Non posso giudicare finché non vedrò il film».

È questa la dichiarazione di Wozniak alla testata Gizmodo: una marcia indietro non da poco, seppur il dubbio permanga, rispetto alle primissime parole di fuoco. Lo scorso 25 gennaio, forse in modo del tutto prematuro, l’informatico aveva cassato senza possibilità d’appello l’intera produzione. Queste le sue parole:

«Film completamente sbagliato. Le personalità e l’idea di come il computer avrebbe influito sulla società non vennero da Jobs. Queste idee mi hanno ispirato perché ampiamente trattate all’Homebrew Computer Club. Steve tornò dall’Oregon, partecipò a una delle nostre riunioni ma non iniziò mai a parlare di questo grande impatto sociale. La sua proposta era di costruire una scheda PC da 20 dollari e venderla a 40 per aiutare le persone del club a costruire quei computer che io avrei regalato. Steve ha sempre trovato un modo per far quattrini alla svelta dai miei lavori. [...] Non sono mai sembrato un professionista. Eravamo entrambi dei ragazzini. La nostra relazione era totalmente differente da quella ritratta nel film. Sono mortificato, ma se il film sarà divertente e piacevole, auguro il meglio. Chiunque voglia leggere il mio libro iWoz ne otterrà un’immagine più chiara.»

Anche dopo il trailer, promosso con riserva dalla mente alla base di Apple I e della rivoluzione consumer del computer, permane però qualche incertezza che Wozniak non manca di esplicitare:

«Ho il piccolo sentore che il film ritrarrà Steve come un santo ignorato, piuttosto che una delle persone chiave ad aver guidato Apple fallimento dopo fallimento (Apple III, LISA, Macintosh) mentre i ricavi provenivano da quell’Apple II che Jobs stava cercando di uccidere. È bello avere il lusso di fallire. Il mercato del Macintosh si è creato dopo 3 anni dall’allontanamento di Jobs, con grande sforzo anche da coloro che Jobs disprezzava.»

Woz, è noto, non le manda di certo a dire. Ma è pur sempre vero che senza il ritorno di Jobs in azienda a metà degli anni ’90 probabilmente Apple non esisterebbe nemmeno più o, comunque, non sarebbe la società dalla più alta liquidità mondiale che è oggi. Si attende il 16 agosto, data di arrivo del film nei cinema a stelle e strisce, per scoprire il giudizio definitivo del co-fondatore di Apple sulla pellicola.

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